Il ruolo dei musei scientifici durante la pandemia. Lo Science Centre di Napoli

Prosegue la nostra ricognizione sulle attività dei musei durante l’emergenza sanitaria. Stavolta a prendere la parola è Alessandra Drioli, responsabile dello Science Centre di Città della Scienza Napoli.

I musei della scienza saranno i protagonisti di un nuovo modello di sviluppo sostenibile che la pandemia in atto ci richiede fortemente? Ne abbiamo parlato con Alessandra Drioli, responsabile dello Science Centre di Città della Scienza Napoli.

Cos’è Città della Scienza e nello specifico cosa si fa nello Science Centre?
Tutto nasce 35 anni fa con Futuro Remoto, il primo festival della Scienza in Europa. È il 1987 e il pubblico arriva numerosissimo per partecipare alle mostre, alle conferenze e alle dimostrazioni scientifiche che per dieci giorni invadono la Mostra d’Oltremare di Napoli. Diventa un appuntamento annuale che il pubblico aspetta. È un messaggio forte. C’è bisogno di creare e far crescere un dialogo tra scienza e società. Non è più sufficiente un evento temporaneo, c’è bisogno di uno spazio permanente. E così da quello stesso gruppo di uomini di scienza e intellettuali che avevano avuto l’intuizione di dare vita a Futuro Remoto nasce un progetto ancora più ambizioso, quello di Città della Scienza, da realizzarsi nell’ex area industriale di Bagnoli. Cosa avrebbe potuto esserci di meglio per quell’area da riconvertire di un  ciclo virtuoso che coniuga diffusione della conoscenza scientifica, formazione e creazione d’impresa? La Città della Scienza, passo dopo passo, inaugura così lo Science Centre,  primo museo scientifico interattivo  italiano, e a seguire l’Incubatore d’impresa, il Centro di Alta Formazione e lo Spazio Eventi.

Quali sono le attività in corso ora, nonostante le chiusure a singhiozzo causa COVID?
Non ci siamo mai fermati. Abbiamo continuato ad offrire le nostre attività da remoto, con, per esempio, spettacoli del Planetario, laboratori interattivi e dimostrazioni per le famiglie in diretta dal museo di Corporea, il nostro museo del corpo umano, e visite live alla mostra virtuale Passione Virale. Abbiamo anche realizzato il Catalogo scuola Digitale – Proposte di DAD per quest’anno scolastico, con decine di laboratori per rendere l’esperienza della didattica a distanza sempre più interattiva e partecipata.

Corporea. Il museo interattivo del corpo umano alla Città della Scienza di Napoli. Courtesy Archivio Città della Scienza Napoli

Corporea. Il museo interattivo del corpo umano alla Città della Scienza di Napoli. Courtesy Archivio Città della Scienza Napoli

SCIENZA, MUSEI E PANDEMIA

Come avete affrontato la prima, inaspettata chiusura di marzo e come avete riflettuto e reagito alla pandemia in atto?
Abbiamo puntato a fare da subito delle attività per le scuole, mettendo al centro un dialogo attivo con studenti, docenti e le nostre guide scientifiche. Abbiamo voluto dare importanza alla possibilità di parlare, fare domande, esplorare dei fenomeni conducendo attività che potessero essere replicate a casa dai ragazzi. È stato molto bello in quei giorni così cupi collegarsi con le case di tanti studenti e lavorare insieme, riflettere insieme ma anche ridere e sorridere. E poi abbiamo organizzato il nostro festival Futuro Remoto tutto online, sperimentando tanti nuovi format didattici e di comunicazione grazie anche alla collaborazione della comunità scientifica nazionale e internazionale.

Con quali altri musei italiani e stranieri collaborate? 
Sono tanti perché la nostra idea di fondo è sempre stata fare rete. Tra le altre, facciamo parte delle reti di Ecsite e dell’Associazione Nazionale Musei Scientifici (ANMS). I progetti più recenti li abbiamo realizzati con il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano, il Museo Galileo di Firenze, il Muse di Trento, l’Exploratorium di San Francisco e proprio in questi giorni stiamo lavorando con l’Universum di Città del Messico.

Qual è il rapporto del pubblico italiano con i musei scientifici? La sensazione è che la richiesta del pubblico venga sottostimata e che l’Italia si “meriti” più istituzioni di questo genere che, oltre alla didattica, promuovano ricerca, progettazione, politiche culturali allargate.
I musei della scienza rappresentano oggi un riferimento importante per accogliere e stimolare con una grande varietà di attività il dibattito e la partecipazione della cittadinanza a tutte le questioni più urgenti e alle sfide che la nostra società oggi si trova ad affrontare, contribuendo alla costruzione di una società democratica della conoscenza. Scuole, università, centri di ricerca, imprese, famiglie, tutti i protagonisti necessari per dare vita a un nuovo modello di sviluppo sostenibile, cercano e trovano a Città della Scienza e nei musei scientifici il loro spazio.

Annalisa Trasatti

www.cittadellascienza.it/science-centre/

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Annalisa Trasatti

Annalisa Trasatti

Sono laureata in Beni culturali con indirizzo storico artistico presso l'Università di Macerata con una tesi sul Panorama della didattica museale marchigiana. Scrivo di educazione museale e didattica dell'arte dal 2002. Dopo numerose esperienze di tirocinio presso i principali dipartimenti…

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