Il museo partecipativo stimola la creatività. Il nuovo incontro del ciclo Open Doors a Brescia

Il museo può essere un interlocutore che aiuta visitatori e visitatrici a liberare il potenziale per una nuova mentalità e per una crescita collettiva e personale. Abbiamo chiesto come alla direttrice del Museo di Lisbona, Joana Sousa Monteiro

Il museo come luogo dove imparare, e reimparare, a essere creativi. Ecco il tema del settimo incontro delle talk Open Doors organizzate da Fondazione Brescia Musei insieme a Fondazione Scuola dei beni e delle attività culturali e al Network of European Museum Organizations. Dedicata a La partecipazione che ci aiuta a essere creativi, la discussione – che si terrà il 19 ottobre alle 16.30 online e all’auditorium Santa Giulia a Brescia – metterà al centro le modalità in cui la creatività può e deve essere riscoperta al museo, e di come questa non sia semplicemente una “intuizione”, ma anche l’essere sempre aperti a nuove idee e punti di vista. Il museo, in quest’ottica, ha un ruolo chiave, dato che ci permette di sviluppare le nostre capacità creative nel tempo e di far crescere tutta la società. Ne abbiamo parlato con Joana Sousa Monteiro, direttrice del Museo di Lisbona dal 2015. Già consulente museale dell’Assessore alla Cultura di Lisbona e coordinatrice della Rete Nazionale dei Musei Portoghesi, ha lavorato anche all’Istituto d’Arte Contemporanea e al Museo Nazionale d’Arte Contemporanea.
Joana Sousa Monteiro

Joana Sousa Monteiro

OPEN DOORS: PARLA LA DIRETTRICE DEL MUSEO DI LISBONA

Che ruolo gioca la stimolazione del potenziale creativo nella progettazione di programmi culturali all’interno dei musei?
L’obiettivo di stimolare la creatività è un aspetto chiave della pianificazione e progettazione di programmi nei musei, non solo nei musei d’arte, ma in ogni museo. Il potenziale creativo può e deve essere trovato in qualsiasi tipo di mostra, tour, talk o attività familiare, a condizione che i contenuti e il modo in cui vengono comunicati al pubblico trasmettano inclusione, innovazione ed empatia. Sia nel backstage dove si costruiscono le attività museali, sia quando il pubblico è nel museo, cioè impegnato in un programma, la creatività è un elemento essenziale per accogliere la libertà di espressione e la diversità di prospettive, verso il rafforzamento della democrazia culturale.

In che modo i musei incoraggiano la creatività nel loro pubblico? È qualcosa che accade naturalmente oppure è da ricercare in modo specifico nello sviluppo del progetto?
Può essere entrambi, anche se dovrebbe essere supportato dallo sviluppo dei progetti museali. L’incoraggiamento del pensiero e dell’azione creativa tende a essere trasversale al posizionamento del museo nella società attraverso mostre, programmi di mediazione o attività di sensibilizzazione: per esempio, la promozione della creatività può essere un fattore chiave nella scelta delle partnership sviluppate tra musei, altre istituzioni e gruppi comunitari, sia nella progettazione e realizzazione delle attività dei programmi museali, sia nelle modalità di erogazione di altri servizi come gli eventi. Concentrarsi sulle attività museali più direttamente legate alla promozione della creatività nel pubblico, poi, ci porta all’analisi dei servizi di apprendimento: c’è stato un aumento della gamma e del tipo di attività intraprese sia all’interno che all’esterno delle mura del museo, per raggiungere un pubblico eterogeneo e soddisfare le rispettive esigenze. Le espressioni creative e il pensiero creativo possono anche essere innescati da attività pratiche, narrazione o un tour in città, a condizione che i programmi del museo siano fondati sul dialogo, aperti alla partecipazione e allo scambio di idee.

In che modo la tecnologia può aiutare in questo processo?
La tecnologia ha un alto potenziale per aumentare l’attrattiva delle collezioni, dei contenuti e delle attività dei musei. Audioguide mobili, video 3D e opzioni più coinvolgenti attraverso VR e AR possono ridurre il divario tra i contenuti della ricerca, le opere e la loro rilevanza storica e il pubblico. La tecnologia può comprendere strumenti fondamentali per trasmettere informazioni, conoscenza e creatività, poiché può essere un modo molto utile per creare ulteriore coinvolgimento, ma non dovrebbe diventare il personaggio principale delle nostre storie: soprattutto in luoghi come il nostro museo cittadino, i media tecnologici dovrebbero essere considerati un mezzo per raggiungere un fine, e non il fine stesso.

I musei cooperano con le istituzioni pubbliche (come i comuni e le scuole) per rendere più efficace nella società il cambiamento di prospettiva che offrono?
I musei tendono a essere organizzazioni collaborative per natura. Dalle autorità di gestione alle scuole, ai centri comunitari, ai ricercatori e agli artisti, operiamo in modo proattivo in connessione con gli altri. Nel campo museale, la cooperazione è fondamentale. Insieme alla produzione di conoscenza proveniente dall’équipe museale in materia di ricerca, la progettazione delle mostre, la mediazione e la conservazione, le mostre, le attività di apprendimento e i programmi di sensibilizzazione nascono dalla collaborazione con istituzioni pubbliche, centri di ricerca, scuole, associazioni locali e gruppi comunitari. I musei sono sempre più capaci di sviluppare opportunità creative e partecipative, contribuendo alla costruzione di una cittadinanza culturale.

La stimolazione della creatività nei visitatori adulti e bambini funziona allo stesso modo? Sono entrambi ugualmente importanti?
Età diverse richiedono approcci diversi, anche se rivolti agli stessi obiettivi. Il modo in cui i musei affrontano e promuovono la creatività tra bambini, ragazzi e adulti dovrebbero differire, insieme ai linguaggi e alle metodologie di interpretazione e narrazione. Anche se potrebbe essere più consueto utilizzare l’espressione artistica tra gruppi di bambini, c‘è anche un elemento chiave della creatività nei programmi destinati a un pubblico adulto, che posso essere racconti, animazioni storiche o solo uno scambio di idee. Nella nostra prospettiva, i programmi museali che motivano la partecipazione per aiutarci a essere creativi sono ugualmente importanti a ogni età.

In che modo il Museo di Lisbona ha sperimentato queste pratiche durante il suo mandato?
Il Museo di Lisbona, di proprietà del comune e gestito dall’Ente pubblico per la cultura di Lisbona EGEAC, mira a suscitare curiosità, conoscenza e passione per la nostra città. Abbiamo sviluppato nuovi modi di coinvolgere il nostro pubblico, sia giovani che adulti, che incoraggiano il dialogo, i pensiero critico e la creatività. Ci rivolgiamo a gruppi scolastici, famiglie, adulti, anziani, come anche alcuni dei gruppi della comunità sottorappresentate, tra cui le persone con demenza, i neonati e i loro genitori, le persone disabili mentali e i giovani nell’ambito di un piano di sostegno nazionale. Alcuni dei nostri programmi sono creati in collaborazione con esperti di benessere e professionisti dell’integrazione sociale e artisti. Uno dei nostri progetti più recenti, Spot the Place – Incontri al Museo è pensato per piccoli gruppi di adulti con demenza insieme ai loro tutori, con il supporto e la valutazione di un ricercatore sanitario e dell’Associazione nazionale Alzheimer. Il progetto ruota intorno ai concetti di memoria, senso del luogo, autostima e, soprattutto, avere l’opportunità di godere di momenti di creatività e benessere. I risultati delle prime due fasi del progetto sono stati positivi, a volte commoventi, e ci hanno spinto ad andare avanti.

Giulia Giaume

www.bresciamusei.com/
www.museumsassociation.org/
https://museudelisboa.pt/pt

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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