Cultura che resiste al Covid. Dalla Confindustria del patrimonio ai lavoratori della musica uniti

Il mondo della cultura reagisce in un modo o nell’altro all’impatto del virus: rafforzando alleanze tra imprese culturali o creando piattaforme di confronto nel settore musicale. Ecco quali sono queste forme di resistenza

Il mondo della cultura è uno dei settori maggiormente colpiti e sicuramente uno dei primi a risentire delle misure adottate durante il lockdown per limitare la diffusione del virus. Per fronteggiarne l’impatto, sono nate così nuove forme di rappresentanza delle imprese culturali e del patrimonio architettonico del Paese, coordinamenti dei lavoratori della musica per far sentire la voce di tutte quelle categorie non tutelate dallo Stato, centri interdisciplinari dedicati alla costruzione di competenze nel settore della Cultura del Benessere. Vediamo queste realtà nel dettaglio… 

– Claudia Giraud 

ASSOPATRIMONIO – NASCE LA CONFINDUSTRIA DEL PATRIMONIO

Castello dell'Ettore di Apice (Benevento), gioiello nella Collezione di Assocastelli

Castello dell’Ettore di Apice (Benevento), gioiello nella Collezione di Assocastelli

Nel post Covid molti vogliono puntare sul patrimonio per rilanciare il paese. Per questo è nato Assopatrimonio, l’organizzazione che rappresenterà il patrimonio italiano nei confronti del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali: per la prima volta gli operatori del patrimonio, privato e pubblico, provano ad allearsi con l’intento di promuovere e valorizzare il patrimonio italiano (architettonico, artistico, culturale e storico) con risorse e strategie adeguate. “Il patrimonio italiano non ha necessità di un semplice organismo di rappresentanza”, dichiara Ivan Drogo Inglese, chiamato alla guida di Assopatrimonio e già presidente di Assocastelli, l’associazione dei gestori e proprietari di immobili d’epoca e storici che il magazine internazionale Forbes ha collocato tra i principali esperti del patrimonio italiano, insieme al presidente del Fai Andrea Carandini e al presidente dell’Unesco Franco Bernabè, “bensì di una vera e propria lobby che sia in grado di trasformare il patrimonio in un asset economico del paese”. Per il momento sul tavolo ci sono già tre iniziative concrete: Heritage Bonus, un fondo per sostenere finanziariamente gli interventi di restauro guidato dal super esperto Vincenzo Barba (il più importante mediatore creditizio d’Italia); il master in heritage management nato su iniziativa dell’Università Iulm di Milano e diretto da Vincenzo Trione e Alessia Zorloni che vedrà come docenti proprio Ivan Drogo Inglese e Francesco Burrelli, tra i vicepresidenti di Assopatrimonio. E per finire lo sviluppo dell’app MyCicero (di proprietà di Pluservice e Sisal Pay) che con oltre 1,5 milioni di utenti si appresta a diventare il leader italiano degli accessi al patrimonio. 

CONSULTA – IL PATTO DELLE IMPRESE DI TORINO SI ALLARGA A TUTTO IL PIEMONTE E SI DIGITALIZZA

Campanile della Chiesa di San Carlo, Torino, prossimo intervento di restauro della Consulta

Campanile della Chiesa di San Carlo, Torino, prossimo intervento di restauro della Consulta

Innovazione nella continuità”. È il motto di Giorgio Marsiaj, nuovo Presidente della Consulta per la valorizzazione dei beni artistici e culturali di Torino, eletto all’unanimità nel corso dell’Assemblea plenaria dei Soci il 5 maggio scorso. Socio Consulta dal 2002 e ora anche Presidente dell’Unione Industriale di Torino per il quadriennio 2020-2024 (lo sarà ufficialmente a partire dal prossimo 13 luglio), convinto del ruolo guida di Torino per tutta l’Italia, e da sempre sostenitore dell’opera di salvaguardia e valorizzazione del patrimonio artistico e culturale, Marsiaj ha confermato gli impegni di restauro di monumenti e musei della città con uno sguardo al futuro. “Non c’è ancora un progetto, ma c’è l’intenzione di allargarci al resto del Piemonte”, afferma Marsiaj, “abbiamo già tre piccole consulte, ad Alessandria, Savigliano e Fossano: crediamo che le sinergie e l’inclusione siano fondamentali e aiutino la ripresa e la crescita”. Un auspicio che va ad aggiungersi all’idea di digitalizzazione delle 31 aziende socie della Consulta che da 33 anni continuano ad investire in mecenatismo culturale etico, nonostante la difficile congiuntura economica: una buona notizia per tutta la cultura italiana.

https://www.consultaditorino.it 

LA MUSICA CHE GIRA – NASCE IL COORDINAMENTO DEI PROFESSIONISTI DEL SETTORE

La Musica che gira

La Musica che gira

Tour rinviati al 2021, spazi per concerti riaperti dal 15 giugno con misure inadeguate a far ripartire il settore, intermittenti  dello spettacolo non retribuiti e senza cassa integrazione. A tutto questo sta cercando di dare voce La Musica Che Gira, il coordinamento di addetti ai lavori della musica cosiddetta “leggera” formatosi a marzo che ha formulato un documento programmatico per trovare risposte alle emergenze dettate dalla pandemia e per innescare una riforma strutturale di tutto il settore. “Non si tratta di un sindacato né di un’associazione di categoria”, si legge nel testo programmatico, “ma di una piattaforma di confronto tra lavoratori, imprenditori e professionisti della musica e dello spettacolo che vogliono fare tutto il possibile per rispondere alle conseguenze negative della crisi in cui ci troviamo e stimolare una riforma definitiva del settore”. Dopo le campagne #senzamusica e #iolavoroconlamusica, il flash mob del 21 giugno in piazza Duomo a Milano e un primo confronto in Senato con una delegazione di musicisti, il MiBACT ha finalmente incontrato i delegati del coordinamento lo scorso 26 giugno: c’è l’impegno a prendere misure idonee, soprattutto nei confronti dei soggetti promotori della musica dal vivo, i live club e i festival, realtà che stanno conoscendo tempi più lunghi per la ripresa, e ad indire dopo l’estate gli Stati Generali della Musica per continuare il discorso in maniera più strutturale e non più emergenziale.

https://www.lamusicachegira.it/ 

CCW-CULTURAL WELFARE CENTER – NASCE IL CENTRO PER LA CULTURA DEL BENESSERE

Nati con la Cultura

Nati con la Cultura

Promuovere la cultura nei luoghi di cura e la salute nei luoghi della cultura. Questo l’impegno del CCW-Cultural Welfare Center che prende avvio a Torino, con sede operativa in luoghi dell’innovazione sociale: nel Distretto Sociale Barolo al BAC-Barolo Art for Communities e in Sicilia, al Farm Cultural Park di Favara. Un coordinamento strategico provvidenziale in tempi di coronavirus che nasce da una chiamata di Catterina Seia – manager da sempre al lavoro sul valore della cultura come asse trasversale alle diverse politiche -, in stretta collaborazione con Alessandra Rossi Ghiglione, esperta di pratiche artistiche orientate alla comunità e al sociale e la pronta adesione di alte professionalità provenienti dai mondi culturali, sanitario, sociale, economico ed educativo che da lungo tempo collaborano in questa direzione. “Dieci professionisti, di diversa estrazione (cultura, sanità, sociale, educazione, economia)”, spiega Seia, “compagni di percorso e pionieri del welfare culturale, uniscono le forze per far nascere un centro di competenza per progettare il futuro”. Il comitato promotore annovera infatti Annalisa Cicerchia, Giuseppe Costa, Luca Dal Pozzolo, Elisa Fulco, Enzo Grossi, Pierluigi Sacco, Irene SanesiFlaviano Zandonai. In aggiunta, altri esperti nelle scienze umane e sociali, il primo dei quali è Andrea Bartoli, fondatore di Farm Cultural Park. 

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Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

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