TAI – Tuscan Art Industry 2018

Informazioni Evento

Luogo
SC17 - STUDIO CORTE 17
Via Genova 17, Prato, Italia
Date
Dal al

su appuntamento

Vernissage
20/10/2018

ore 18

Artisti
Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Robert Pettena, Emanuele Becheri, Gianni Melotti, Alessio de Girolamo, Ronaldo Fiesoli, Andrea Fiesoli
Curatori
Chiara Bettazzi
Uffici stampa
MONICA ZANFINI
Generi
arte contemporanea
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Un progetto a cura di SC17 ideato da Chiara Bettazzi.

Comunicato stampa

TAI - TUSCAN ART INDUSTRY 2018
Un progetto a cura di SC17 ideato da Chiara Bettazzi
Prato-Montemurlo
Dal 20 ottobre al 20 novembre 2018

Opening 20 ottobre ore 18
SC17- Corte Genova
Via Genova 17
Prato

Sabato 20 ottobre alle ore 18, presso Corte Genova, Via Genova 17 a Prato, inaugura il villaggio culturale TAI 2018, il distretto artistico della città, che coinvolgerà le realtà presenti dell’intera corte: SC17, TRIBECA FACTORY, SEDICI, ARTFORMS, MATERIA, BLACK OUT.
Per l’occasione, in tutti gli spazi esterni ed interni della corte ( un ex-edificio industriale), si svolgerà il vernissage della mostra “Paesaggi industriali, rovine e orti operai” a cura di SC17
Realizzata in occasione di TAI - Tuscan Art Industry 2018, la mostra si propone di portare avanti il progetto di ricerca SC17, fondato da Chiara Bettazzi. Tale progetto volto fin dall’inizio ad un’indagine scientifica e poetica sui luoghi dell’industria pratese, pone l’attenzione su quegli artisti che lavorano spesso sul territorio regionale.
Gli artisti coinvolti sono Emanuele Becheri, Loris Cecchini, Alessio de Girolamo, Andrea Fiesoli, Ronaldo Fiesoli, Gianni Melotti, Luca Pancrazzi e Robert Pettena.

Quest’anno le opere scelte si concentrano sullo sguardo di artisti che in maniera diversa hanno rappresentato nei loro lavori i paesaggi industriali nella loro trasformazione, ma anche quei luoghi che, richiamando la tradizione degli orti operai di fine Ottocento, hanno reso i terreni contigui delle nostre aree industriali spazi poetici e vitali. Altri artisti ci rivelano rovine sublimi che costellano i nostri territori, oppure opere sonore che dialogano con spazi verdi in momentaneo abbandono invitando alla loro riconsiderazione.

L’evento espositivo si sviluppa nella Corte di via Genova, dove si affacciano gli studi nati in questi ultimi anni. Oggi questo luogo è per la città simbolo di rigenerazione post-industriale ed è destinato alla produzione, esposizione e promozione della cultura contemporanea.

L’iniziativa inaugura TAI 2018, quarta edizione di TAI - TUSCAN ART INDUSTRY, progetto ideato dall’artista Chiara Bettazzi che ne cura l’organizzazione e la realizzazione, nell’ambito del bando Toscana Incontemporanea 2018.

TAI - TUSCAN ART INDUSTRY, è un progetto nato nel 2015 che rappresenta l’estensione del lavoro di ricerca che Chiara Bettazzi, artista che lavora con numerosi mezzi espressivi dal video all’installazione, porta avanti negli anni attraverso il contatto diretto e costante con le strutture di archeologia industriale presenti e scomparse, sul territorio di Prato e Provincia.

La manifestazione, che ha cadenza annuale, si sviluppa attraverso diversi piani d'azione che vanno dalla rigenerazione dei luoghi abbandonati, alla formazione dei giovani attraverso workshop, residenze, fino alla creazione d’itinerari volti a sviluppare nuove forme di turismo alternativo che valorizzino le peculiarità della città. Il progetto collabora con spazi privati, istituzioni, centri di produzione artistica, amministrazioni pubbliche e varie associazioni locali.

La novità di quest’anno consiste nel focus sulla biodiversità sia vegetale che animale, la quale trova nicchie favorevoli alla propria sopravvivenza all’interno degli spazi verdi abbandonati, dei piazzali industriali dismessi, delle fabbriche chiuse. Nelle nuove pratiche legate alla rigenerazione si cerca di pensare non solo alla riattivazione di fabbriche storiche abbandonate, ma alla riqualificazione degli spazi verdi degradati cercando di non considerarli disponibili per future espansioni urbanistiche ma come rigenerazioni a funzione di riequilibrio ambientale.

I temi principali della manifestazione saranno: le “rovine industriali” dove la vegetazione ha preso il sopravvento sulle strutture architettoniche; gli “orti operai” come terreni attigui alle fabbriche e il “villaggio operaio come nuovo villaggio culturale”.

A tutte queste tematiche è dedicato il primo weekend di TAI 2018, quando il 20 ottobre, durante l’opening della mostra, si svolgerà un intervento site-specific con la creazione di un’installazione sonora
che coinvolgerà un terreno abbandonato adiacente a Corte Genova e alle fabbriche attive che verrà aperto per la prima volta in quest’occasione da SC17 .L’evento vuole essere il punto di partenza per una futura bonifica del luogo e una restituzione alla comunità.

Orti operai e rovine industriali saranno anche argomento di un talk che si svolgerà domenica 21 ottobre, presso SC17 in Corte Genova. Parteciperanno: Andrea Vannini biologo ambientale, Simone Rizzuto biologo nutrizionista, Paolo Pecchioli antropologo e Lorenzo Giorgi di “BLOOM PROJECT”, progetto di ricerca che sviluppa sistemi per l’agricoltura del futuro e sperimenta pratiche di agricoltura circolare. Per l’occasione all’ interno di SC17 / Orto in Fabbrica, verrà costruito e assemblato un prototipo in piccola scala di Agritube, una serra idroponica realizzata artigianalmente.

Il rapporto tra verde e industria è molto stretto a Prato, non solo per la presenza di ruderi ormai invasi dalla vegetazione, ma per un’osmosi città-campagna storicamente presente vicino agli opifici. Gli orti operai furono costruiti fin dal 1700 nei terreni attigui alle fabbriche e nacquero anche con l’intento fortemente pedagogico di avvicinare gli operai al senso del lavoro e della famiglia.
L’interesse verso l’orto in fabbrica, e il suo inserimento nella programmazione di TAI 2018, nasce con un’installazione permanente e in progress che Chiara Bettazzi ha iniziato dal nel 2016, con l’aiuto di altre associazioni. Orto in fabbrica si presenta oggi, come un presidio verde realizzato all’interno di casse in legno per la filatura, provenienti da alcune fabbriche del territorio. A metà tra un orto urbano e un giardino industriale è situato all’interno della Corte di Via Genova. Il progetto ha suggerito la trasformazione del piazzale in giardino e nell’Aprile 2017 sono stati piantati alcuni alberi.
Quest’operazione si sposa con la ricerca di nuove soluzioni culturali e va incontro all’idea di condivisione dell’area, da parte delle diverse realtà presenti che oggi costituiscono il nuovo Villaggio culturale ricavato all’interno della corte. L’orto in fabbrica nasce come lavoro site-specific, che attraverso la ricerca di oggetti di uso quotidiano desueti, abbandonati, scartati e rifunzionalizzati insieme a casse industriali in legno, costantemente in trasformazione, vuole costruire un luogo di condivisione dello spazio.

Anche per questa edizione, come gli anni scorsi, saranno eccezionalmente, aperti al pubblico due edifici industriali dismessi: si tratta della ex- fabbrica Banci e della Cementizia (Ex-Marchino), due testimonianze architettonicamente rilevanti in cui si legge chiaramente il processo di rinaturalizzazione degli spazi abbandonati. Le visite si svolgeranno venerdì 2 novembre e sabato 3 novembre e saranno guidate da Giuseppe Guanci storico dell’archeologia industriale, e Andrea Vannini, biologo e Simone Rizzuto, biologo e nutrizionista. La fabbrica Banci progettata nel 1953 dagli architetti Forasassi e Taiti, ispirata a un progetto di Frank Lloyd Wright, ha concluso la sua attività produttiva nel 1974. L'ex area industriale, è immersa in una sorta di foresta urbana rigeneratasi durante gli anni di abbandono. La Cementizia è un enorme complesso, situato sul versante sud dei monti della Calvana, rappresenta un importante riferimento visivo per la città, dominando il paesaggio del collegamento Prato-Calenzano. Detto anche “Le Macine”, questo stabilimento fu costruito nel 1926 e chiuso dal 1956.

Infine, nel mese di novembre prenderà avvio Artista in fabbrica un progetto di didattica che si svolgerà nel comune di Montemurlo e che coinvolge le fabbriche attive TRAFI e LUILOR e le scuole, Convitto Nazionale Statale Cicognini di Prato e Liceo artistico c/o Istituto di istruzione superiore “Carlo Livi”. I risultati dei workshop saranno visibili al pubblico sabato 10 novembre con l’inaugurazione, presso la fabbrica LUILOR di Montemurlo, della mostra degli elaborati realizzati dagli studenti; per l’occasione è prevista anche una visita in azienda.

TAI - TUSCAN ART INDUSTRY 2018

OTTOBRE / Prato
NOVEMBRE / Montemurlo

TAI - TUSCAN ART INDUSTRY, è un progetto di SC17 ideato da Chiara Bettazzi.
TAI nasce nell'anno 2015 e oggi rappresenta un laboratorio di ricerca in cui sono coinvolti numerosi professionisti che operano nei settori culturale, artistico, storico e architettonico.
La manifestazione, con cadenza annuale, si sviluppa attraverso diversi piani d'azione che vanno dalla rigenerazione dei luoghi abbandonati, alla formazione dei giovani attraverso workshop, residenze, fino alla creazione d’itinerari volti a sviluppare nuove forme di turismo alternativo che valorizzino le peculiarità della città. Il progetto collabora con spazi privati, istituzioni, centri di produzione artistica, amministrazioni pubbliche e varie associazioni locali.
L’edizione del 2018, punta sul concetto di villaggio culturale, come centro di sperimentazione di arte e archeologia industriale nato all’interno di un’ area ex industriale rigenerata ( Corte di Via Genova ). Una sorta di “villaggio operaio contemporaneo” dove la produzione si è trasformata in creatività derivata dalla sinergia delle associazioni presenti. I focus principali della manifestazione sono le “rovine industriali” dove la vegetazione ha preso il sopravvento sulle strutture architettoniche, gli “orti operai” come terreni attigui alle fabbriche e il “villaggio operaio come nuovo villaggio culturale”.
SABATO 20 OTTOBRE
CORTE VIA GENOVA PRATO – Il villaggio culturale
INAUGURAZIONE DEL VILLAGGIO CULTURALE TAI 2018 CHE COINVOLGERÀ LE REALTÀ PRESENTI DELL’INTERA CORTE: SC17, TRIBECA Factory, SEDICI, Interno8/ARTFORMS, MATERIA, BLACK OUT.
( la mostra rimane visitabile fino al 20 Novembre , su appuntamento )

ORE 18.00 – apertura della mostra “Paesaggi industriali, Rovine e orti operai” a cura di SC17.

La mostra Paesaggi industriali, rovine e orti operai realizzata in occasione di TAI - Tuscan Art Industry 2018, si propone di portare avanti il progetto di ricerca SC17, fondato da Chiara Bettazzi. Tale progetto volto fin dall’inizio ad un’indagine scientifica e poetica sui luoghi dell’industria pratese, pone l’attenzione su quegli artisti che lavorano spesso sul territorio regionale.
Gli artisti coinvolti sono Emanuele Becheri, Loris Cecchini, Alessio de Girolamo, Andrea Fiesoli, Ronaldo Fiesoli, Gianni Melotti, Luca Pancrazzi e Robert Pettena.

Quest’anno le opere scelte si concentrano sullo sguardo di artisti che in maniera diversa hanno rappresentato nei loro lavori i paesaggi industriali nella loro trasformazione, ma anche quei luoghi che, richiamando la tradizione degli orti operai di fine Ottocento, hanno reso i terreni contigui delle nostre aree industriali spazi poetici e vitali. Altri artisti ci rivelano rovine sublimi che costellano i nostri territori, oppure opere sonore che dialogano con spazi verdi in momentaneo abbandono invitando alla loro riconsiderazione.

La mostra si sviluppa all’interno e all’esterno della Corte di via Genova, dove si affacciano gli studi nati in questi ultimi anni. Oggi questo luogo è per la città simbolo di rigenerazione post-industriale ed è destinato alla produzione, esposizione e promozione della cultura contemporanea.

ORE 18.30 – site - specific TAI 2018 –
Apertura straordinaria del terreno confinante con la corte e le industrie ancora attive, al fine di coinvolgere nel tempo il quartiere nella sua complessità; un primo passo verso una bonifica del terreno abbandonato attiguo alla corte. Aprire questo 'spazio momentaneamente assente' significa restituirlo alla cittadinanza come nuovo giardino dove sostare o come orto permanente legato alle biodiversità”.

ORE 19.00 – aperitivo/cena

NELLA STESSA SERATA ALL’INTERNO DEL PROGRAMMA DEL VILLAGGIO CULTURALE
DALLE ORE 22.00 - BLACK OUT - Live al Capanno
DALLE ORE 00.00 - SPAZIO MATERIA
PHASE x Disconnect presentano
Mumdance (UK) 2 hours dj-set -
Mumdance è un producer britannico tra i piu influenti della scena grime hi-tech degli ultimi anni. Grime, hardcore e sound design sperimentale sono i suoi input fusi in un proprio stile personale, che ha influenzato lo "UK sound" ben oltre i confini dell'underground, come testimoniano i suoi lavori per brand come Nike e Roland. Tra i suoi più frequenti collaboratori in studio troviamo Logos, Pinch, Novelist e Riko Dan, mentre il suo show settimanale sulla radio inglese "Rinse FM" l’ha visto suonare back to back con artisti come Speedy J, DJ Stingray, Regis, Nina Kravitz e Lee Gamble. Insieme all'amico e musicista Logos ha una propria etichetta chiamata "Different Circles".

DOMENICA 21 OTTOBRE
CORTE DI VIA GENOVA PRATO - orti operai TALK
UNA SERIE DI INTERVENTI DI STORICI DELL’ARCHITETTURA, ANTROPOLOGI, BIOLOGI TRATTERANNO ALCUNE TEMATICHE RELATIVE AGLI ORTI OPERAI.
(OGNI PRESENTAZIONE AVRÀ UNA DURATA DI VENTI MINUTI CIRCA)

15.00 - Bloom project - costruzione di Agritube impianto idroponico.
All’interno di SC17 / Orto in Fabbrica, verrà costruito e assemblato un prototipo in piccola scala, di una serra idroponica realizzata artigianalmente. Durante l’assemblaggio verrà distribuito un tutorial al pubblico.

17.30 - Lorenzo Giorgi presenta “BLOOM PROJECT”.
Progetto di ricerca che sviluppa sistemi per l’agricoltura del futuro, sperimenta pratiche di agricoltura circolare, operando con una visione internazionale e coinvolgendo continenti con ricadute sociali, economiche e ambientali.

18. 00 - Andrea Vannini biologo ambientale, Simone Rizzuto biologo nutrizionista, (Assoc. Komorebi), presentano “Rinaturalizzazione urbana: come la natura si riappropria e valorizza spazi industriali abbandonati”. Senza che nessuno in genere se ne accorga, questi non-luoghi considerati “degrado” dai più, diventano veri e propri laboratori all’aperto di ecologia: la Natura, non più imbrigliata dall’uomo, è libera di riappropriarsi degli spazi e di evolvere un microcosmo dove artificiale e naturale si uniscono.
Molte di queste piante sono veri e propri pionieri, altre sono storicamente importanti, altre ancora sono commestibili o officinali. Ad esse si associano animali piccoli e grandi, comuni oppure insoliti.

18.30 – Paolo Pecchioli antropologo, presenta “Il concetto di genuinità all’interno degli orti urbani” . Gli orti urbani sono di fatto una dimensione abitativa parallela a quella primaria: una miscela di intimità domestica e vita di strada, di proprietà privata e terra di nessuno.

19.30 – apritivo cena in corte e dj- set

( durante la giornata sarà possibile visitare la mostra “paesaggi industriali, rovine e orti operai” e sarà aperto il campo attiguo alla Corte di Via Genova )

VENERDÌ 2 NOVEMBRE ORE 10.30
SABATO 3 NOVEMBRE ORE 15.00
ITINERARI PRATO – Le rovine industriali
Durante le giornate si svolgeranno due itinerari nelle Rovine industriali scelte dal progetto di Industrial Heritage Map. Le strutture si presentano completamente compromesse dalla natura e saranno analizzate da un punto di vista storico ed ecologico. Gli itinerari saranno condotti dallo storico dell’archeologia industriale Giuseppe Guanci dell’associazione ASVAIP e dai biologi Andrea Vannini e Simone Rizzuto dell’associazione Komorebi. La fabbrica Banci progettata nel 1953 dagli architetti Forasassi e Taiti, ispirata a un progetto di Frank Lloyd Wright, ha concluso la sua attività produttiva nel 1974. L'ex area industriale, è immersa in una sorta di foresta urbana rigeneratasi durante gli anni di abbandono. La Cementizia è un enorme complesso, situato sul versante sud dei monti della Calvana, rappresenta un importante riferimento visivo per la città, dominando il paesaggio del collegamento Prato-Calenzano. Detto anche “Le Macine”, questo stabilimento fu costruito nel 1926 e chiuso dal 1956.

(INFO per ritrovo: EX BANCI Viale Leonardo Da Vinci Prato, CEMENTIZIA - Via Firenze Prato.)

DAL 6 NOVEMBRE AL 20 NOVEMBRE
FORMAZIONE MONTEMURLO – PRATO - Artista in fabbrica
Progetto di didattica che si svolge nel Comune di Montemurlo e che coinvolge le fabbriche attive TRAFI – LUILOR e a Prato presso il Museo del Tessuto e Corte Via Genova.
Scuola coinvolta: Liceo artistico c/o Istituto di istruzione superiore “Carlo Livi.

Programma didattico:
• Giovedì 4 ottobre – presentazione del progetto TAI 2018, presso la scuola.
• Lunedì 15 ottobre – sopralluogo degli studenti presso la Corte di Via Genova e preparazione alla partecipazione attiva dell’evento inaugurale con date 20 e 21 ottobre a Prato.
• Mercoledì 7 novembre – itinerario presso la fabbrica TRAFI, spiegazione del processo produttivo della fabbrica e delle tecniche tintorie naturali, prelevando le piante direttamente dagli orti costruiti nei terreni vicino alle fabbriche.
• Giovedì 8 novembre – laboratorio didattico presso Victory.
• Venerdì 9 novembre – laboratorio didattico presso Victory ( rimessa in opera di una vecchia carda appartenente al Museo del Tessuto ).
• Sabato 10 novembre
• mattina: allestimento mostra degli elaborati dei ragazzi, presso la fabbrica LUILOR
• pomeriggio: itinerario aperto al pubblico all’interno della fabbrica LUILOR e esposizione dei lavori realizzati durante il laboratorio
• Martedì 20 novembre –
mattina – Museo del tessuto
pomeriggio - workshop sull’orto in fabbrica in collaborazione con ass. Komorebi.
• Mercoledì 21 novembre – workshop sulla fotografia di paesaggio industriale in collaborazione con ass. Sedici.

PAESAGGI INDUSTRIALI, ROVINE E ORTI OPERAI
a cura di SC17

Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Alessio de Girolamo, Andrea Fiesoli, Ronaldo Fiesoli, Gianni Melotti, Robert Pettena, Emanuele Becheri

In occasione della quarta edizione di TAI - Tuscan Art Industry 2018 la mostra Paesaggi industriali, rovine e orti operai, in continuità con il progetto di ricerca SC17 fondato da Chiara Bettazzi, volto fin dall’inizio ad un’indagine scientifica e poetica sui luoghi dell’industria che appartengono a Prato e Provincia, si propone di porre l’attenzione su artisti che abitano i territori toscani e sulle loro opere che hanno affinità linguistiche con questo progetto originario.
Quest’anno le opere che sono state scelte si concentrano sullo sguardo di artisti che hanno rappresentato, in maniera diversa e con tecniche diverse, i paesaggi industriali nella loro trasformazione e quei luoghi che, in continuità con gli orti operai di fine Ottocento, hanno reso i margini delle nostre zone industriali spazi poetici e vitali; alcuni artisti ci rivelano rovine sublimi che costellano i nostri territori, oppure opere sonore che dialogano con spazi verdi in momentaneo abbandono, invitando alla loro riconsiderazione.
Ogni artista con la propria opera dimostra che l’arte contemporanea è un catalizzatore d’attenzione per nuove percezioni dell’esistente.
La mostra si sviluppa all’interno e all’esterno nel piazzale comune su cui si affacciano tutti gli studi che sono nati nella Corte di Via Genova in questi ultimi anni. Oggi questo luogo è per la città simbolo di rigenerazione post-industriale ed è destinato alla produzione, esposizione e promozione della cultura contemporanea.

Gli artisti coinvolti nella mostra sono Loris Cecchini, Luca Pancrazzi, Alessio de Girolamo, Andrea Fiesoli, Ronaldo Fiesoli, Gianni Melotti, Robert Pettena, Emanuele Becheri.

Gianni Melotti (1953) presenta, nell’articolato spazio esterno, la prima opera di una nuova serie dal titolo Inguardabile, 2018.
Un’installazione ambientale permanente di ampio respiro, dedicata ad un’immagine legata all’immaginazione e alla sua possibilità di essere fotografata. Un lavoro di arte visiva destinato per la sua fruizione a fare uso di strumenti differenti dallo sguardo, nonostante l’apparente contraddizione, dovendo ricorrere a percezioni e sensibilità alternative ed elevate.

All’interno dello spazio Tribeca Factory una serie di lavori fotografici scattati tra gli anni Ottanta e gli anni Duemila da Ronaldo Fiesoli (1949) documentano il paesaggio extraurbano pratese, i margini della città, le baracche, gli orti addossati a stanzoni e fabbriche, cogliendo attraverso l’uso della fotografia le periferie pratesi con lo sguardo trasognato che poteva avere un fotografo di inizio secolo, oppure con scatti dove una luce impietosa evidenzia le brutture che abitano il territorio. Mentre alcuni scatti fotografici fatti negli stessi anni da Andrea Fiesoli (1974) focalizzano l’attenzione sulla spontaneità con cui oggetti e materiali di scarto vengono usati per la coltivazione dei terreni lungo il fiume Bisenzio oppure in spazi attigui alle fabbriche mostrando come l'accumulo, la massa di elementi impropri, depositati, accatastati all'interno degli orti faccia sorgere inaspettati aspetti pittoreschi.

La mostra continua nello spazio Sedici con le opere di Robert Pettena (1970), un’indagine sul valore compositivo dell'architettura industriale intorno al volgere del XX secolo in Toscana. In particolare sono esposte alcune foto del ciclo Nobel Explosion dove è presente un’ampia ricognizione fotografica sui siti SIPE Nobel presenti sul territorio toscano, non solo in relazione ad un paesaggio in trasformazione, ma per evidenziare un rapporto stretto che Alfred Nobel aveva con gli spazi industriali, da lui creati, in cui la piantumazione era studiata in relazione ad un camouflage sulle strutture architettoniche a protezione dei bombardamenti. Angela Paine in occasione della mostra alla Galleria Civica di Modena descrive perfettamente gli spazi ritratti dall’artista: “qua e là rovi, cespugli e alberi, cresciuti su entrambi i lati del recinto, coprendo per metà gli edifici raccolti all’interno. Un vecchio cartello con la scritta fabbrica in disuso, vietato l’ingresso, giace abbandonato a terra. Costruzioni di metallo arrugginito s’inclinano ubriache, mentre da squarci dai tetti degli edifici si affacciano piante (…) Rami d’alberi spuntano fra le finestre rotte e alte ciminiere s’innalzano in mezzo a spettrali strutture scheletriche.”
Nella serie La conquista dell’Inutile lo scenario che fa da sfondo al gesto dell’artista, ci rivela un preciso momento in cui il lago artificiale della centrale termoelettrica di Santa Barbara è stato svuotato. L’edificio della centrale è considerato uno dei più interessanti esempi di architettura industriale in Toscana. Oggi è stato avviato un progetto di bonifica e di recupero ambientale dell’area, in cui sono previsti interventi sulla vegetazione per favorire l’incremento e lo sviluppo della biodiversità.

All’interno dello spazio Artforms/Interno8 coabitano gli artisti Loris Cecchini, Luca Pancrazzi e Alessio de Girolamo.
Luca Pancrazzi (1961) ci rivela una serie di chine industriali su carta, realizzate dal 2014 al 2016. I disegni rappresentano costruzioni di orizzonti in cui l’artista si proietta attraverso il pensiero, restituendo costantemente nuove visioni di paesaggi visti o immaginati.
Loris Cecchini (1969) espone un disegno preparatorio di un’opera permanente realizzata recentemente presso il Polo Campolmi di Prato. All’interno del bozzetto Cecchini ha unito i suoi moduli d’acciaio che come nell’istallazione danno l’idea di piante rampicanti, coralli o strutture di cristalli che si organizzano organicamente sul disegno. L’istallazione, derivata da questo studio preparatorio, assume il valore simbolico della rigenerazione e trasformazione nella memoria dell'antica fabbrica tessile, recuperata a nuova vita culturale. Nello stesso spazio troviamo un walldrawing e un’immagine acquisita tramite scatola con foro stenopeico di Alessio de Girolamo (1980) che si collega all’installazione sonora che l’artista ha realizzato direttamente in loco nel mese di settembre, nel campo momentaneamente assente, confinante con gli spazi della corte. L'opera sonora di Alessio de Girolamo, è una partitura basata sul metodo Nn da lui concepito: l'accostamento del modello atomico di Bohr alla struttura del pianoforte austriaco Bosendorfer 290 lega, in un’ipotesi per assurdo, le note agli elementi, creando composizioni concettualmente modellate intorno a formule chimiche o a presupposti solitamente scientifici. Nel lavoro presentato dall'artista per il progetto TAI, la melodia suonata dal pianoforte è scritta sulla struttura delle formule della fotosintesi clorofilliana e filtrata da un ambiente di programmazione che genera sistemi L (ossia algoritmi che regolano la crescita delle piante); mentre in sottofondo il suono dell'attigua fabbrica, inserito come tappeto sonoro crea un dialogo perfetto tra natura e industria.

Grazie ad un Atelier condotto dall’artista Emanuele Becheri (1973) nel proprio studio di Vaiano, in collaborazione con gli utenti della Cooperativa Humanitas, sono state installate delle opere permanenti in terracotta sul muro esterno della Corte, completando così il percorso della mostra e mostrando attraverso una video documentazione il laboratorio svolto. La Cooperativa Humanitas, che da anni opera nel sociale, ha aderito a quest'idea di villaggio culturale e alcuni utenti si sono occupati di ampliare e manutenere l'orto/giardino, in accordo e sinergia con lo spirito del luogo e la fisionomia estetica del già esistente.

Intrecciato al percorso della mostra che vede l’inserimento di questi otto artisti all’interno della Corte, Chiara Bettazzi ha ampliato, per TAI - Tuscan Art Industry, il progetto Orto in Fabbrica, una sorta di giardino industriale, realizzato a partire dal 2016, ricavato all’interno di casse da filato, provenienti dalle fabbriche del territorio, e svariati oggetti di uso quotidiano che diventano contenitori per la natura, sculture di oggetti organici e inorganici appoggiati su carrelli industriali. In quest’occasione il giardino industriale invade totalmente la Corte e lo spazio interno di SC17, creando una fusione tra natura e industria a favore di una vera e propria oasi per la biodiversità, orticola e selvatica.

L’interno 17/6 (spazio momentaneamente assente) è dedicato ad un percorso in cui attraverso materiali d’archivio quali interviste, elaborati e video, si ripercorrono le varie edizioni del progetto TAI fino a quest’anno, insieme ad un tavolo in cui sono allestiti materiali d'archivio appartenenti all'ex Lanificio Bini, oggi Corte di via Genova, messi in relazione con alcune fotografie, di proprietà dell’Archivio Fotografico Toscano, che mostrano le rovine di alcuni siti industriali della città di Prato in seguito ai bombardamenti durante la Seconda Guerra Mondiale. Un itinerario dunque dedicato alla memoria di questi luoghi che si conclude con le documentazioni che raccontano attraverso le immagini, il progetto di ricerca di questa edizione TAI 2018. All’interno dell’ultima sala, che precede il passaggio verso il campo verde, ancora in stato di abbandono, sono proiettate alcune video documentazioni realizzate da Elena Mannocci. Le riprese video mostrano rovine industriali (Ex Fabbrica Banci e Cementizia) come microcosmi dove la natura si riappropria dello spazio architettonico, dando vita a scenari in cui artificiale e naturale si incontrano, orti operai come spazi verdi attigui alle fabbriche e luoghi di aggregazione sociale.
Alle porte del campo attiguo alla Corte sarà esposta la fanzine Rovine industriali / Orti operai, realizzata dalla fotografa Claudia Gori che racconta, attraverso l’immagine fotografica e contributi testuali editati da Margherita Nuti, il progetto di ricerca di Chiara Bettazzi. Il lettore è guidato attraverso un itinerario che ripercorre le tematiche principali della manifestazione, dove i paesaggi industriali della città di Prato diventano scoperta e opportunità. Un percorso che rivaluta e sostiene la spontaneità delle relazioni tra industria, natura e uomo. In questa stessa direzione si inserisce la riapertura momentanea del terreno confinate alla Corte e alle industrie attive, con l’obiettivo di coinvolgere nel tempo il quartiere della zona di via Genova. Questo primo passo, verso la bonifica di un terreno abbandonato, significa restituire alla cittadinanza un luogo, un nuovo giardino, dove sostare o un orto permanente legato alle biodiversità.