Omaggio a Chiara Fumai
A due anni dalla prematura scomparsa di Chiara Fumai (Roma 1978 – Bari 2017) la Regione Puglia e il Comune di Bari, insieme al Teatro Pubblico Pugliese e Puglia Circuito del Contemporaneo con organizzazione dell’associazione culturale Dafna, rendono pubblico omaggio all’artista barese nel Teatro Margherita.
Comunicato stampa
A due anni dalla prematura scomparsa di Chiara Fumai (Roma 1978 – Bari 2017) la Regione Puglia e il Comune di Bari, insieme al Teatro Pubblico Pugliese e Puglia Circuito del Contemporaneo con organizzazione dell’associazione culturale Dafna, rendono pubblico omaggio all’artista barese nel Teatro Margherita, dall’8 febbraio al 6 marzo 2020.
Una mostra molto attesa, che presenta la complessità del pensiero dell’artista e della sua opera nella formula dell’Omaggio a Chiara Fumai ideata da Anna Fresa e Paola Marino con la curatela di Antonella Marino e la consulenza scientifica di Francesco Urbano Ragazzi, direttore di The Church of Chiara Fumai, associazione presieduta da Liliana Chiari, madre dell’artista, che ne preserva l’opera.
Il pubblico omaggio di Bari a Chiara Fumai rende evidente l’attenzione delle istituzioni culturali pugliesi nel riconoscimento di un’eccellenza assoluta nel panorama dell’arte contemporanea.
Nella breve ma intensa carriera Chiara Fumai si è imposta all’attenzione del sistema dell’arte internazionale per il carattere innovativo della sua pratica performativa, che analizza il rapporto tra potere, linguaggio e sovversione attraversando con estrema libertà diversi saperi e ambiti disciplinari. Con una gamma di conoscenze ampissima: dalla musica sperimentale al femminismo radicale, dal pensiero anarchico a studi occultistici, tra teosofia, spiritismo, stregoneria.
Nelle sue azioni l’artista ha dato corpo e voce a numerose figure soprattutto femminili, personaggi ai margini del sistema patriarcale e appartenenti ai diversi ambiti della contro-cultura come fenomeni da baraccone, protagoniste da freak show di fine ‘800, medium, scrittrici, donne criminali.
Nel foyer sarà mostrato un compendio di questo particolare percorso artistico, dopo la Biennale di Venezia e prima della grande retrospettiva che dalla primavera 2020 partirà dal Centre d’Art Contemporain di Ginevra per un tour europeo, che in Italia farà tappa al Centro Pecci di Prato. Bari diventa così l’avamposto di questo momento di attenzione e riconoscimento internazionale. La mostra è stata appositamente disegnata per il Teatro Margherita, in un percorso espositivo immersivo ed esperienziale che propone un affondo nell'universo creativo dell'artista. Il teatro è popolato da una nuova iconografia femminista: figure paradigmatiche eppur marginalizzate della storia come Zalumma Agra, Eusapia Palladino, Annie Jones, Ulrike Meinhof, vengono portate alla ribalta sulla scena.
Lo spazio d’ingresso, totalmente oscurato, è trasfigurato dalla presenza monumentale della video performance Shut Up Actually Talk in cui Zalumma Agra, personaggio del Circo Barnum già evocato da Chiara Fumai nell’opera Moral Exhibition House (Kassel 2012), legge il Secondo Manifesto di Rivolta femminile “Io dico Io”, scritto da Carla Lonzi nel 1970. Al centro, sul pavimento, è collocato un grande sigillo con una stella a sette punte, simbolo di riconoscimento dell'artista per la prima volta esposto in una versione installativa. L’area sinistra del foyer accoglie invece la video-installazione The Book of Evil Spirits, presentata alla Contour Biennale nel 2016 (e vincitrice della VII edizione del Premio Fondazione VAF), dove Chiara Fumai riunisce in una seduta spiritica diverse figure incarnate nelle sue performance. Sul fondo del teatro torna poi in nuova versione l’installazione La donna delinquente, concepita proprio per il Teatro Margherita in occasione del Premio Lum nel 2011, che ha per protagonista la figura della medium di origini pugliesi Eusapia Palladino. Mentre nell’unica zona luminosa è ricostruita un’ambientazione inedita: The Church of Chiara Fumai, l’archivio che raccoglie quadri, manifesti, dischi, video, oggetti di scena, mobili appartenuti all’artista e riuniti a Bari presso la sede dell’omonima associazione. Tra i documenti esposti è presente un focus su Nicola Fumai, padre dell’artista recentemente scomparso. A lui è ispirata la serie di lavori Chiara Fumai Presents Nico Fumai, tema della sua prima apparizione pubblica alla Fondazione Sandretto Re Rebaudengo di Torino nel 2010.
NOTE BIOGRAFICHE/IL RAPPORTO CON BARI
Chiara Fumai ha vinto premi prestigiosi come il Premio Furla per l’Arte Contemporanea (2013) e il New York Prize (2017) e partecipato a numerose mostre all’estero e in Italia. Le sue performance sono state presentate in istituzioni importanti come la Galleria Nazionale di Arte Moderna di Roma, il Museion di Bolzano, la Fondazione Querini Stampalia a Venezia, David Roberts Foundation di Londra, Maison Rouge di Parigi, ISCP di New York. Nel 2011 ha partecipato alla XIII edizione di Documenta a Kassel, su invito della direttrice Carolyn Christov-Bakargiev, e nel 2019 alla 58° Biennale Arte di Venezia, tra i tre artisti scelti per il Padiglione Italia. Chiara Fumai ha vissuto a Bari sino al conseguimento del diploma liceale. Si è trasferita poi a Milano, dove si è laureata in architettura al Politecnico. Ha in seguito frequentato il XV Corso Superiore di Arti Visive della Fondazione Ratti di Como e ha studiato Teoria dell'Arte al Dutch Art Institute di Arnhem. Nonostante i riscontri internazionali il legame dell’artista con Bari resta costante. A Bari hanno sempre vissuto i suoi genitori, la madre attrice Liliana Chiari, da cui sembra aver ereditato l’attitudine performativa, e il padre Nicola Fumai.
Nella sua città ha esposto per la prima volta nel 2010, con una performance nella vetrina di Palazzo Mincuzzi per la rassegna nazionale “Gemine Muse”. Nel 2011 ha partecipato alla II edizione del Premio Lum, dentro il Teatro Margherita. Nello stesso anno ha tenuto la personale Valerie Solanas non è nata ieri presso la galleria Murat centoventidue.
La ricerca complessa e originale di Chiara Fumai ha però tanti aspetti ancora da approfondire. Al fine di tutelarla The Church of Chiara Fumai, diretta da Francesco Urbano Ragazzi, ha riunito e catalogato tutti i materiali per la costituzione di un archivio che è in parte custodito dal CRRI – Centro di Ricerca Castello di Rivoli. La mostra barese, oltre a costituire un primo e doveroso riconoscimento alla talentuosa artista nella sua città, segna dunque un primo e necessario momento di approfondimento e di riflessione sulla sua significativa e originale ricerca visiva.