NoStrano. Cartoline dalla provincia

Informazioni Evento

Luogo
FOTOGALLERIA PAOLETTI
Strada Maggiore, 14, Bologna, Italia
Date
Dal al
Vernissage
24/01/2014

ore 19.00 presso Voltone del Podestà, Bologna opening/proiezione

Artisti
Veronica Daltri, Ilaria Di Biagio
Curatori
Stefania Reccia, Yulia Tikhomirova
Generi
fotografia, doppia personale
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Un viaggio fisico e mentale fatto di luoghi ed emozioni legate all’infanzia delle due giovani artiste, e la fotografia si trasforma in poesia del ricordo, nella “ricerca del tempo perduto”, dove anche l’ordinario affascina, rapisce e coinvolge.

Comunicato stampa

Saper cogliere gesti consueti, catturare al volo le azioni fugaci, fermando il semplice scorrere della vita. Ecco cosa accomuna Ilaria Di Biagio e Veronica Daltri. Così come la capacità di rendere surreale scene quotidiane, esaltando luoghi di provincia, congelando l'attimo e nobilitando le semplici attività di ogni giorno.

Un viaggio fisico e mentale fatto di luoghi ed emozioni legate all'infanzia delle due giovani artiste, e la fotografia si trasforma in poesia del ricordo, nella "ricerca del tempo perduto", dove anche l'ordinario affascina, rapisce e coinvolge.

Gli scatti rivelano infatti la delicata fragilità della memoria, ricreando scenari onirici che non solo raccontano gli aspetti più profondi, ma stimolano anche l'immaginazione, lasciando al pubblico lacune da colmare.

Così come il ricordo necessita dell'umana capacità di fantasticare, queste fotografie sembrano travalicare il confine tra sogno e realtà, richiedendo al fruitore di viaggiare con la mente. Una magica atmosfera avvolge gli sguardi sospesi e i luoghi di periferia, suscitando un'intima sensazione che seduce e allo stesso tempo deborda.

Nel suo progetto Grand Hotel Carezza Ilaria Di Biagio mostra i flash di vita vissuta, fabbricando memorie attraverso la ri-creazione di ciò che ormai è svanito, con l'obiettivo di plasmare il mondo per rivivere le stesse emozioni di un tempo.

Veronica Daltri nel Amore mio di provincia ha un approccio più analitico. Il suo è un viaggio fisico (ma anche sentimentale) che indaga la provincia italiana, ritrovando in essa la stessa sensazione del vivere "a Marsala come a Ivrea, a Barletta come a Udine".

Entrambe lavorano con la macchina fotografica analogica, ottenendo tonalità di colore affini a quelle delle pellicole usate negli anni '80 dalle famiglie italiane, per riproporre il dolce e amaro sentimento NoStrano. Il sentimento che ci fa pensare a un'Italia "minore", un'Italia ai margini del cambiamento sia nel paesaggio che nel suo modo di vivere, un'Italia che – come un sogno - rischia di svanire all'alba.

testo di Stefania Reccia e Yulia Tikhomirova

©YarT Photography. All rights reserved.

Veronica Daltri nasce a Cesena nel 1985. Durante gli anni dell'università, scopre la passione per la fotografia. Dopo la laurea in Tecniche Erboristiche e a seguito della vincita di due borse di studio frequenta i corsi alla Scuola Romana di Fotografia presso la quale si diploma nel 2011. Il progetto Amore Mio di Provincia viene pubblicato per la prima volta dalla rivista italiana Rearviewmirror nel giugno 2011. Nello stesso anno entra a fare parte dell'agenzia Luz di Milano nella sezione giovanile "Avantguarde". Nel 2012 espone Amore Mio di Provincia presso la sede di Officine Fotografiche di Roma in occasione della manifestazione "Obiettivo Donna", all' "Umbria World Fest" di Foligno e a "Foiano Fotografia". Il lavoro viene segnalato su BurnMagazine e sarà di prossima pubblicazione presso la casa editrice Postcart. La sua ricerca fotografica è intimamente legata al territorio e trova il suo minimo comune denominatore nell'Italia odierna e nella possibilità di raccontare tematiche contemporanee attraverso il quotidiano.

Amore Mio di Provincia "Questo progetto focalizza la sua attenzione sulla provincia italiana come una categoria del sentire. Non c'è interesse infatti nel creare una riconducibilità alla specificità fisica del territorio; quello che si vuole trasmettere è la sensazione della provincia e del vivere in provincia. Durante il mio viaggiare in tutta la penisola, mi sono mossa orientata verso la quotidianità della vita delle persone; non ho fatto altro che uscire con la macchina fotografica al collo, camminando per quella che potrebbe essere la città che ognuno di noi attraversa ogni giorno. Il lavoro è stato eseguito in diapositiva, con il tiraggio della pellicola. Questa scelta è stata dettata dalla considerazione che, a volte, in provincia il tempo sembra essersi fermato davvero e in tal modo nelle immagini è come se fosse così realmente".

Ilaria Di Biagio, nata a Firenze nel 1984, è cresciuta in una vecchia casa di campagna, dove vive tuttora. Il suo interesse per la fotografia inizia ad 11 anni, quando riceve una Yashica in regalo. Nel 1998 frequenta il corso base presso la Scuola Marangoni di Firenze. Dal 2007 al 2010 studia Antropologia Visuale e Giornalismo d'inchiesta a Roma, focalizzando la sua attenzione su temi sociali di natura fotogiornalistica. Questo la porta a lavorare a La Maddalena, Haiti, Ecuador. Ha vissuto per un periodo a Roma, Berlino e Panama. Durante il corso in Advanced Visual Storytelling presso la Danish School of Media and Journalism ad Aarhus (2011), approfondisce uno sguardo più personale, che la porterà a produrre The thin line e cominciare il lavoro a lungo termine Fragile (esposto al Chobi Mela VII in Bangladesh e pubblicato su CNN PhotoBlog). Attualmente lavora a progetti in Italia, interessata a rappresentare il proprio punto di vista su persone e luoghi a cui è legata.

Grand Hotel Carezza "Carezza è un paesino delle Dolomiti vicino a Bolzano. Il villaggio è dominato da un enorme albergo storico di fine ottocento, il Grand Hotel Carezza, che richiama alla mente quello del film "Shining". Negli ultimi 100 anni ha visto soggiornare nelle sue stanze la Principessa Sissi, Agatha Christie, Winston Churchill. Trascorro le mie vacanze tra i corridoi di tappeti rossi da quando ho due mesi, mio nonno ne è stato l'amministratore per tanti anni ed ogni volta che ci torno è come se ritrovassi una parte di me che rimane li quando scendo dalle montagne. Il passato ed il presente si mescolano, interagiscono, spesso si confondono. La vita scorre, ma quando torno a Carezza, sembra che qui si sia fermata, o che ripeta il suo gioco all'infinito con il cambio delle stagioni".