Non in tinta con il divano

Informazioni Evento

Luogo
MONTRASIO ARTE
via di Porta Tenaglia, 1 - 20121 , Milano, Italia
Date
Dal al

mar • ven > 11.00 • 18.00

Vernissage
10/01/2018

ore 18,30

Generi
arte contemporanea, collettiva
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La mostra nasce con la volontà di indurre ad un momento di riflessione sulle ragioni che hanno visto prevalere le logiche di mercato invece dei valori storico artistici dell’opera d’arte.

Comunicato stampa

La mostra nasce con la volontà di indurre ad un momento di riflessione sulle ragioni che hanno visto prevalere le logiche di mercato invece dei valori storico artistici dell’opera d’arte. Già dal titolo si palesa una posizione critica nei confronti di un atteggiamento generalizzato che tende a relativizzare l'arte e lo spessore narrativo che in essa risiede. La selezione di artisti proposta, al di là della loro notorietà individuale, vuole infatti rimettere al centro il contenuto non solo estetico, ma di linguaggio espressivo e di comunicazione sociale affinché l'arte possa travalicare il mero valore economico ed ambire nuovamente al ruolo di decodificatore della realtà. L'invito a dibattere, che i curatori della mostra hanno proposto ad alcuni critici e storici dell'arte, si inserisce in quel tentativo di disegnare una diversa attualità attraverso un'esperienza che il passato ci può suggerire,affinché si possano restituire valore, contenuti non solo economici al sistema che regola il mondo delle arti contemporanee.

Gli artisti presi in esame nel progetto espositivo sono volutamente di provenienza Anglofona (Auerbach • Bacon • Petlin • Sutherland) e Italiana (Bellandi • Cremonini • Ferroni • Guerreschi • Recalcati • Romagnoni). La ragione di questo dialogo-confronto sono da rintracciarsi nella diversità di due sistemi artistici che sono agli antipodi per formazione e costituzione. Da un lato il mondo anglosassone che ha consentito una immediata storicizzazione degli artisti attraverso l’acquisizione e l’organizzazione, di opere e di mostre personali da parte di Musei ed Istituzioni pubbliche. Emblematico il caso di Auerbach che ha attraversato quasi un secolo di storia dell’arte, dall’Informale all’Arte ambientale, dal Minimalismo all’Arte Concettuale, sempre rimanendo fedele alla propria ricerca “figurativa”. Discorso completamente opposto se si osserva il panorama nazionale, laddove non si è stati in grado di creare rapporti di sinergia tra pubblico e privato, facendo si che si rincorresse di volta in volta l’ultima “avanguardia”, senza mai analizzare con attenzione gli
avvenimenti e senza discernere tra ricerche di qualità e adesione incondizionata alla “novità”.

Il percorso espositivo si articola attraverso la presentazione di dieci opere (una per ogni autore presentato),
partendo da una testa di Francis Bacon del 1948 (Untitled_Head), proseguendo con una monumentale opera del 1959 di Giuseppe Guerreschi (La Signora Grande) ed ancora un capolavoro del 1973 di Frank Auerbach (Head of Laurie Owen I) sino ad arrivare al Que Bien Resiste del 1974 di Giorgio Bellandi con il quale si chiude il periodo preso in esame.

A corredo dell’esposizione un ricco apparato bio-bibliografico. Il volume che accompagna la mostra a cura di
Lorenzo Fiorucci e Luca Pietro Nicoletti sarà presentato in occasione del finissage il 2 marzo 2018.