Nalini Malani – The Rebellion of the Dead

Informazioni Evento

Luogo
CASTELLO DI RIVOLI - MUSEO D'ARTE CONTEMPORANEA
Piazza Mafalda Di Savoia , Rivoli, Italia
Date
Dal al

mar - ven / tue - fri: 10.00 – 17.00
sab - dom / sat - sun: 10.00 – 19.00

Vernissage
17/09/2018

ore 19

Artisti
Nalini Malani
Curatori
Marcella Beccaria
Generi
arte contemporanea, personale
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Nell’ambito di un programma di collaborazioni museali internazionali, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e il Centre Pompidou, Parigi, presentano la prima retrospettiva di Nalini Malani in Italia e in Francia. La mostra è accompagnata da un ciclo di incontri curato da Nalini Malani e Carolyn Christov-Bakargiev sul tema della violenza contro le donne.

Comunicato stampa

Nell’ambito di un programma di collaborazioni museali internazionali, il Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea e il Centre Pompidou, Parigi, presentano la prima retrospettiva di Nalini Malani in Italia e in Francia. La mostra, che copre quasi cinquant’anni di carriera artistica, è articolata in due parti, ciascuna delle quali comprende una differente selezione di opere. Dopo la prima parte, allestita al Centre Pompidou nell’autunno del 2017, la seconda parte della retrospettiva esordisce al Castello dal 18 settembre 2018 al 6 gennaio 2019.

Riconosciuta pioniera dell’arte contemporanea in India, l’artista Nalini Malani (Karachi, 1946) vive e lavora a Mumbai, città che l’artista preferisce continuare a chiamare Bombay. Malani esplora attraverso il disegno, la pittura, l’installazione e numerose altre forme sperimentali d’arte la ciclicità della violenza nella storia, in particolare quella sulle donne, nel contesto dell’inarrestabile globalizzazione. Profondamente politica, l’arte di Malani prende ispirazione da archetipi presenti nella cultura orientale, nei miti greci, in un dialogo di ampio respiro che include il teatro e la letteratura contemporanea. Coinvolgendo gli osservatori in ambienti immersivi e multisensoriali, l’artista riflette sulle conseguenze devastanti delle guerre, dei fanatismi religiosi e dello sfruttamento dell’ambiente naturale.

Afferma Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli: “Il lavoro di Malani riguarda la possibilità di rendere visibile l’invisibile, di mettere in primo piano le ombre, di combinare ciò che è documentabile e urgente con una visione mitica e universale. Nata a Karachi nel 1946 da madre sikh e padre teosofo, Nalini Malani ha conosciuto un mondo in crisi, tormentato dalle conseguenze del colonialismo, delle guerre mondiali e dei loro postumi con enormi masse di popolazione in movimento forzato. Ma ha anche avuto accesso alle conoscenze cosmopolite e mondane, emancipatrici e transnazionali di teosofi come Annie Besant, le cui visioni di un universo interconnesso di forme-pensiero prefiguravano in qualche modo la futura fisica quantistica. La famiglia di Malani, come molte altre, fu costretta a fuggire durante la Partizione, e la piccola Nalini fu segnata a tal punto da quel periodo che il suo immaginario affiora come ritorno di materiale psichico represso, che ricompare come se fosse vomitato dalla profondità di un subconscio pieno di orrori e traumi”.

Sviluppate in dialogo con l’artista, le due parti della retrospettiva Nalini Malani: La rivolta dei morti sono ordinate in sequenza non cronologica, che invece privilegia i grandi temi che ricorrono nelle opere di Malani a partire dal 1969. In contrasto con il significato tradizionale del termine retrospettiva, per il Castello, come già per il Centre Pompidou, Malani ha creato un nuovo Wall Drawing/Erasure Performance (Disegno a muro/Performance di cancellazione), nel quale spiccano personaggi e rimandi iconografici e letterari che spaziano dall’arte indiana, ai miti greci, da citazioni letterarie tra cui Italo Calvino (1923-1985) e il poeta Attipat Krishnaswami Ramanujan (1929-1993), a storie di violenza e discriminazione contemporanea.

La mostra al Castello di Rivoli si articola nelle cinque sale al terzo piano del Museo, seguendo un ritmo che presenta in ogni stanza uno specifico corpus di opere. Nella sala 34 il nuovo Wall Drawing/Erasure Performance intitolato City of Desires – Global Parasites (Città dei desideri – Parassiti globali), 1992-2019, accoglie al suo interno le immagini in movimento di Dream Houses (Case da sogno), uno tra i primi film sperimentali realizzati da Malani nel 1969 con la tecnica stop-motion. La sala presenta inoltre The Tables Have Turned (La situazione si è rovesciata), 2008, installazione/gioco di ombre recentemente acquisita per la Collezione permanente del Castello. Opera immersiva che parla di morte e devastazione, l’installazione si ispira al romanzo Cassandra (1983) della scrittrice tedesca Christa Wolf (1929-2011) che racconta la drammatica storia dell’indovina, dotata del dono della profezia, ma destinata a rimanere inascoltata.

Nella sala 35 campeggia Twice Upon a Time (C’era due volte), 2014, dipinto composto da undici pannelli. L’opera è ispirata alla storia di Sita, dall’antico poema epico Ramayana, dove si racconta di una donna che, invece di sottostare alle prove impostele dal marito, il re Rama, decide di tornare alla Madre Terra da cui è nata. Nella versione di Malani il ritorno è interpretato quale simbolo di resistenza e l’intera vicenda diventa un messaggio sulla contemporaneità, nella quale, secondo l’artista femminista, “patriarcato e capitalismo soffocano la libertà delle donne”.

Oltre ai tre tondi realizzati nel 2009 Listen I (Ascolta I), Listen II (Ascolta II) e Angel III (Angelo III), la sala ospita Cassandra, 2009, importante dipinto formato da trenta pannelli. Queste opere amplificano in ambito contemporaneo la figura epica di Cassandra che più volte ricorre nell’opera dell’artista. Come in un’animazione stop-motion, nel polittico è riconoscibile la forma di un lombrico, piccolo essere di grande importanza per l’ecosistema terrestre, mentre la protagonista è ritratta come corpo malato o addirittura smembrato, nell’ambito di un mondo in stato di putrefazione.

Nella sala 36 Mother India: Transactions in the Construction of Pain (Madre India: transazioni nella costruzione del dolore), 2005, avvolge i visitatori in un’installazione a cinque canali che comprende pareti e pavimento. Il lavoro si basa su due sanguinosi eventi storici avvenuti in India nel 1946 e nel 2002, in cui la violenza raggiunse i massimi livelli e le donne furono le principali vittime, condannate a portare sul proprio corpo i segni del possesso da parte degli oppressori. La proiezione inizia con spezzoni di film d’archivio del 1947 che mostrano bandiere cerimoniali e fuochi d’artificio nei giorni della nascita della nazione indiana, evento che comportò la “Partition”, la dolorosa scissione tra l’India e il Pakistan.

La sala 37 è dedicata a Listening to the Shades (Ascoltare le ombre), 2008. Articolata in quarantadue pannelli realizzati dipingendo al rovescio su fogli di acrilico, secondo una tecnica che ricorre nel lavoro di Malani, l’opera estende l’attenzione dell’artista nei confronti della sfortunata profetessa Cassandra. Malani afferma: “Per me Cassandra rappresenta oggi le premonizioni che le persone hanno, ma con cui è difficile confrontarsi e poi agire. Premonizioni profonde che gli individui hanno che possono aiutare il futuro dell’umanità non sono ascoltate continuando così nella direzione della morte e della distruzione, senza alcun pensiero nei confronti di un futuro più umano e progredito”.

Il percorso espositivo culmina nella sala 38 con In Search of Vanished Blood (Alla ricerca del sangue scomparso), 2012. La video installazione/gioco di ombre inizia con uno spaventoso cielo post-apocalittico di un colore giallo tossico, mentre una voce drammatica afferma: “È Cassandra che parla. Nel cuore dell’oscurità. Sotto il sole della tortura. Alle capitali del mondo. In nome delle vittime”. Nell’opera, le sue profezie prendono la forma di animazioni in cui sono riconoscibili riferimenti a I disastri della guerra di Goya (1810-1820), ma anche a situazioni di conflitto contemporanee, con i combattenti talebani e i ribelli maoisti dell’India nord-orientale.

“Raccontando la pervasività della violenza, dall’accanimento contro il genere femminile al continuo attacco nei confronti della Terra sulla quale viviamo - afferma Marcella Beccaria, Capo Curatore del Castello di Rivoli - l’arte di Malani lancia un messaggio potente, talvolta scomodo. Come Cassandra, a cui spesso fa riferimento, Malani traccia visioni che alludono al mondo che verrà. A chi le incontra è lasciata la facoltà di interpretarle, forse per costruire un futuro migliore”.

In occasione della mostra, il Castello di Rivoli pubblica in collaborazione con Hatje Cantz Verlag un catalogo scientifico in lingua inglese e italiana, completando un importante progetto editoriale iniziato in occasione della mostra al Centre Pompidou e il relativo catalogo in inglese e francese.

La pubblicazione del Castello di Rivoli include, oltre a uno scritto di Nalini Malani, un nuovo testo di Carolyn Christov-Bakargiev, Direttore del Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, una conversazione tra l’artista e il curatore della mostra Marcella Beccaria, saggi inediti di Mieke Bal e Livia Monnet, schede sulle opere in mostra e cronologia espositiva sull’artista ricercata in collaborazione con Johan Pijnappel. Inoltre la pubblicazione presenta un’ampia selezione di immagini e un’antologia di testi con scritti, oltreché dell’artista, di S. V. Vasudev, Adil Jussawalla, Geeta Kapur, Uma Mahadevan, Arundhathi Subramaniam, Shanta Gokhale, Pat Hoffie, Dan Cameron, Yashodhara Dalmia, Thomas McEvilley, Carolyn Christov-Bakargiev, Andreas Huyssen e Avni Doshi.

In accompagnamento alla mostra, il Castello di Rivoli organizza un ciclo di incontri e conversazioni con storici dell’arte, studiosi ed artisti dedicati ad alcuni tra i principali temi del lavoro di Malani, con particolare attenzione alla reiterata violenza contro il genere femminile.

Curato da Nalini Malani e Carolyn Christov-Bakargiev, il programma prevede i contributi di Mieke Bal (17 settembre 2018), Coco Fusco (20 ottobre 2018), Cauleen Smith (17 novembre 2018), Milovan Farronato (8 dicembre 2018).

Il programma è realizzato con il sostegno di Nicoletta Fiorucci.

Note biografiche

Nalini Malani (Karachi, 1946) vive e lavora a Bombay e in Europa.

In seguito della Partizione dell’India, nel 1947 si trasferisce con la famiglia a Bombay, in una realtà culturale e linguistica diversa da quella di origine. Il lavoro del padre presso una compagnia aerea indiana consente a Malani e a sua madre di viaggiare e scoprire la cultura giapponese e francese. La visita alla sezione egizia e copta del Musée du Louvre a Parigi la influenzerà in maniera profonda.

Dopo il diploma in Belle Arti, nel 1970, riceve dal Governo francese una borsa di studio in Belle Arti che le permette di studiare per due anni a Parigi. Nel 1973 fa ritorno in India decisa a collaborare attivamente alla ricostruzione della nazione. Nel 1984 le viene assegnata una borsa di studio dal Governo indiano. Alla morte del padre, avvenuta nel 1984, la compagnia Air India le mette a disposizione un ultimo biglietto gratuito che sfrutta per volare a New York dove, grazie all’incontro con altre artiste presso l’A.I.R. Gallery, trova ispirazione per organizzare una grande mostra dedicata alle artiste indiane.

Tra le principali mostre personali ricordiamo: The Rebellion of the Dead / La rébellion des morts. Rétrospective 1969-2018. Part I, Centre Pompidou, Parigi (2017); Transgressions, Stedelijk Museum, Amsterdam (2017); Nalini Malani: In Search of Vanished Blood, Institute of Contemporary Art, Boston (2016); Nalini Malani: Stories Retold, Institute of Contemporary Art Indian Ocean, Port-Louis, Mauritius (2015); Nalini Malani: You Can’t Keep Acid in a Paper Bag, Kiran Nadar Museum of Art, Nuova Delhi (2014); Fukuoka Asian Art Museum, Fukuoka (2013); Mother India: Videoplays by Nalini Malani, Art Gallery of New South Wales, Sydney (2012); Splitting the Other, Musée cantonal des Beaux-Arts, Losanna (2010); Nalini Malani, Govett-Brewster Art Gallery, New Plymouth, Nuova Zelanda (2009); Nalini Malani, Irish Museum of Modern Art, Dublino (2007); Hamletmachine, New Museum of Contemporary Art, New York (2002); Remembering Toba Tek Singh, Prince of Wales Museum, Mumbai (1999). Tra le rassegne collettive alle quali è invitata a partecipare segnaliamo: Imaginary Asia, Nam June Paik Art Center, Yongin, Corea del Sud (2017); Contemporary Stories: Re-visisting Indian Narratives, Princeton University Art Museum, Princeton, New Jersey (2016); All Men Become Sisters, Museum Sztuki, Lodz (2015); Scenes for a New Heritage: Contemporary Art from the Collection, Museum of Modern Art, New York (2015); Infinite Challenge, National Museum of Modern and Contemporary Art, Seoul (2014); Artist File 2013, The National Art Center, Tokyo (2013); dOCUMENTA (13), Kassel (2012); Asia X Women X Art, Fukuoka Asian Art Museum, Fukuoka (2012); Paris-Delhi-Bombay…, Centre Pompidou, Parigi (2011); Alice in Wonderland, Tate Liverpool, Liverpool (2011); In the Seeds of Time, National Gallery of Modern Art, Nuova Delhi, Bangalore e Mumbai (2009); Emotional Drawing, The National Museum of Modern Art, Tokyo e Kyoto (2009); Taswir, Pictorial Mapping of Islam and Modernity, Martin-Gropius-Bau, Berlino (2009); Indian Highway, Serpentine Gallery, Londra; Astrup Fearnley Museum, Oslo; Herning Museum of Contemporary Art, Herning; MAC, Lione e MAXXI, Roma (2008); 16th Biennale of Sydney: Revolutions – Forms That Turn, Cockatoo Island, Sydney (2008); 52. Biennale di Venezia. Pensa con i sensi – Senti con la mente, Venezia (2007); Horn Please: Narratives in Contemporary Indian Art, Kunstmuseum Bern (2007); 5th Taipei Biennale: Dirty Yoga, Taipei Fine Arts Museum, Taipei (2006); Cinema of Prayoga, Tate Modern, Londra (2006); T1. La sindrome di Pantagruel, Castello di Rivoli Museo d’Arte Contemporanea, Rivoli; Fondazione Sandretto Re Rebaudengo, Torino; GAM Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino, Torino; Fondazione Merz, Torino; Casa del Conte Verde e Chiesa di Santa Croce, Rivoli (2005); 51. Biennale di Venezia, Venezia (2005); 7th Sharjah Biennale: Belonging, Sharjah, UAE (2005); Edge of Desire: Recent Art in India, Art Gallery of Western Australia, Perth; Asia Society Museum, New York; Queens Museum of Art, New York; Tamayo Museum, Città del Messico; Museum of Contemporary Art, Monterrey; National Gallery of Modern Art, Nuova Delhi (2005); 3rd Seoul International Media Art Biennale, Seoul Museum of Art, Seoul (2004); 8th Istanbul Biennial: Poetic Justice, Yereban Cistern, Istanbul (2003); 4th Asia-Pacific Triennial, Queensland Art Gallery, Brisbane (2002); Secular Practice: Recent Art from India, Contemporary Art Gallery, Vancouver (2002); Century City: Art and Culture in the Modern Metropolis, Tate Modern, Londra (2001); Unpacking Europe, Museum Boijmans Van Beuningen, Rotterdam (2001); 7th Havana Biennial, L’Avana (2000); 3rd Gwangju Biennial: Man + Space, Gwangju (2000); Voiceovers, Art Gallery of New South Wales, Sydney (1999); Traditions/Tensions, Art Gallery of Western Australia, Perth (1998); Diaspora, Queens Art Museum, New York (1998); Fifty Years of Contemporary Indian Art, National Gallery of Modern Art, Nuova Delhi (1997); 2nd Asia-Pacific Triennial, Queensland Art Gallery, Brisbane (1996); 1st Johannesburg Biennale: Africus, Johannesburg (1995); India Songs, Art Gallery of New South Wales, Sydney (1993); Through the Looking Glass, Centre or Contemporary Art, Nuova Delhi ( 1989); 2nd Havana Biennial, L’Avana (1987); Contemporary Indian Art, Royal Academy of Art, Londra (1982); Myth and Reality, Museum of Modern Art, Oxford (1982); Place for People, Jehangir Art Gallery, Mumbai (1980).

CICLO DI INCONTRI / PUBLIC PROGRAM

"Dobbiamo imparare ad ascoltare le donne che ci hanno preceduto"

"We have to learn to listen to the women who lived before us"

La mostra è accompagnata da un ciclo di incontri curato da Nalini Malani e Carolyn Christov-Bakargiev sul tema della violenza contro le donne.

In parallel to the exhibition, the Castello di Rivoli is organizing a series of lectures and conversations, curated by Nalini Malani and Carolyn Christov-Bakargiev, regarding violence against women.

Il programma prevede i contributi di
The program features events with

Mieke Bal
17 settembre / September, 2018

Coco Fusco
27 ottobre / October, 2018

Cauleen Smith
17 novembre / November, 2018

Milovan Farronato su / on Chiara Fumai
Carolyn Christov-Bakargiev
8 dicembre / December, 2018

Il programma è realizzato con il sostegno di
The public program is supported by
Nicoletta Fiorucci