Massimo Zamboni si racconta
In occasione della Giornata Nazionale per la Promozione della Lettura presenta Massimo Zamboni si racconta attraverso la scrittura, la musica e la fotografia.
Comunicato stampa
Sabato 25 marzo alle ore 11.30, presso la Sala delle Colonne dell’Archivio-Museo CSAC, Paolo Barbaro, curatore della sezione fotografia dello CSAC, dialogherà con il musicista e scrittore Massimo Zamboni.
Massimo Zamboni è uno dei nomi storici della musica italiana: dopo l’incontro a Berlino con il cantante Giovanni Lindo Ferretti, i due fondano i CCCP (1982) e poi i CSI (1992), gruppi dei quali Zamboni è il chitarrista.
Alla fine degli anni Ottanta la band, che si ritrova suonare in un casale di campagna a Fellegara (Scandiano), stringe contatto con il fotografo Luigi Ghirri, nativo proprio di Fellegara.
Questa vicinanza si rivelerà preziosa: l’interdisciplinarietà tra le arti, quali la musica, la scrittura di canzoni e la fotografia, raggiunge in tale occasione un valore di estrema importanza.
Nel 1990, infatti, Ghirri realizza per l’album “Epica Etica Etnica Pathos” la copertina del disco e le immagini interne del libretto: un incontro, quello con il fotografo, che coinvolgerà profondamente Zamboni anche nelle sue fasi successive di scrittore.
Negli anni precedenti Ghirri scatta numerose immagini per copertine di album musicali, segno di un’attenzione costante verso quest’arte. La conversazione sarà anche l’occasione di ricordare l’importante fondo delle donazioni del fotografo reggiano, conservato presso la sezione fotografia dello CSAC.
Il sodalizio artistico tra Zamboni e Ferretti si interrompe nel 2000.
Zamboni continua la sua attività musicale e intensifica la sua attività di scrittore: tra il 2000 e il 2003 pubblica per NDA Press In Mongolia in retromarcia, diario del viaggio da cui nascerà l’album "Tabula rasa elettrificata" dei CSI.
Nel 2002 esce per Fandango Emilia parabolica: qua una volta era tutto mare, a cui seguirà nel 2005, per Mondadori, Il mio primo dopoguerra: cronache sulle macerie, libro che racconta le vicende tragiche di alcune città (Berlino-ovest, Beirut, Mostar) devastate dai conflitti negli ultimi decenni del Novecento.
Nel 2011 Zamboni pubblica per Donzelli la raccolta poetica Prove tecniche di resurrezione, mentre nel 2015 per Einaudi L’eco di uno sparo, in cui affronta la storia più dolorosa e rimossa della sua famiglia, ritrovandosi tra le mani il volto sfinito di un intero paese, dopo il secondo conflitto mondiale, col suo eterno ripetersi di soprusi e vendette: un memoir, un’indagine, ma soprattutto un canto appassionato in nome di tutte le creature.
Nel 2016, insieme a Vasco Brondi e al fotografo Piergiorgio Casotti, esce per La Nave di Teseo, Anime Galleggianti: il libro descrive il viaggiare lento, compiuto dai tre sopra una zattera, attraverso un canale del fiume Po, che li ha condotti da Mantova fino al mare.
La profondità e l’ampiezza dei temi affrontati nei libri di Massimo Zamboni, (il viaggio, la lotta partigiana, l’amore per la famiglia e per la propria terra, le cicatrici e le rovine di recenti scontri bellici), renderanno la conversazione particolarmente ricca di suggestioni e riflessioni.
Zamboni scrive anche frequentemente per La Lettura, inserto domenicale del Corriere della Sera.
È inoltre autore di numerose colonne sonore per lungometraggi, corti sperimentali, documentari e spettacoli teatrali. Continua con passione inesausta la propria personale ricerca artistica tra musica e scrittura.