Manuel Scrima – Disembody

Informazioni Evento

Luogo
FABBRICA EOS
Piazzale Baiamonti 2 -20154 , Milano, Italia
Date
Dal al
Vernissage
24/09/2020

ore 18,30

Artisti
Manuel Scrima
Curatori
Chiara Canali
Generi
fotografia, personale
Loading…

La galleria Fabbrica Eos è lieta di presentare la mostra fotografica dell’autore Manuel Scrima, dal titolo Disembody, primo appuntamento della rassegna New Post Human in programma per la stagione 2020/21.

Comunicato stampa

La galleria Fabbrica Eos è lieta di presentare la mostra fotografica dell’autore Manuel Scrima, dal titolo Disembody, primo appuntamento della rassegna New Post Human in programma per la stagione 2020/21, iniziativa che rientra nella rassegna DAAM in programma dal 1 al 4 Ottobre presso Fabbrica Eos – Piazzale Baiamonti 2 -20154 Milano.

L’esposizione, a cura di Chiara Canali, raccoglie un corpus di lavori inediti di grande formato (100x100 e 50x50 cm) stampati su lastre di vetro e plexiglass montate assieme, in una sovrapposizione di più livelli che ricreano la complessità dell’immagine finale. Sarà presente, inoltre, un pavimento a mosaico di 200x200 cm, costituito da un puzzle di 400 mattonelle di pietra tagliate a mano, che riportano le stampe fotografiche con i soggetti creati dall’artista. Le mattonelle sono composte da materiali a base quarzo, prodotte da Stone Italiana, una delle aziende più all'avanguardia nella produzione di quarzo e marmo ricomposto.

Il titolo Disembody allude al processo della fotografia di Manuel Scrima che parte dallo studio del corpo umano, maschile e femminile, per arrivare a una fotografia disincarnata, incorporea, astratta, separata dal corpo di partenza.

Negli scatti di Scrima si rivela una profonda passione per la cultura classica e umanistica: la perfezione formale della scultura classica e il sensuale edonismo delle ombre dei corpi sono il punto di partenza di una fotografia che punta alla sintetizzazione formale e stilistica, in cui si fondono sagome astratte con linee geometriche attraverso un drammatico contrasto di chiari-scuri.

Manuel Scrima è interessato a una fotografia del dettaglio, ottenuta solamente grazie alla tecnica fotografica senza alcun intervento in postproduzione, dove la composizione e la simmetria delle forme non è dettata dalla duplicazione e specularità delle immagini ma dalla associazione maniacale di corrispondenze formali ed equilibri corporei. Una sorta di purismo fotografico riconducibile agli insegnamenti del teorico e artista Jaromír Funke, perché appartengono alla sua fotografia due componenti sostanziali: “il sentimento e la composizione”.

Un sentimento adamantino verso lo statuto dell’immagine in continua mutazione, evoluzione e trasformazione, che determina un senso di sospensione e alterità. A partire dalla frattura operata dalla Body Art, i corpi subiscono una modificazione iconica e culturale, dive­nendo dei corpi mutanti nati dalla contaminazione di pratiche espressive, mediali e tecnologiche. I corpi di Manuel Scrima, seppur mantenendo una forte carica sessuale e organica, sono ridotti a una forma fondamentale. L’indiscutibile evidenza della composizione formale serve a indirizzare l’attenzione sulla bellezza e la verità del soggetto.

Una composizione fotografica legata all’idea di astrazione ma che si confronta con tutta la storia dell’arte moderna più che con la storia della fotografia. Robert Adams nel suo libro La bellezza in fotografia suggeriva che la fotografia è nuova “perché è per natura costretta a ripetere l’antico mestiere dell’arte: sco­prire e rivelare il senso della confusa materia della vita. Paradossalmente, si può capire questa novità considerando, ad esempio, che le fotogra­fie di Nick Nixon sono più vicine a Piero della Francesca che a Franz Kline, quelle di Robert Frank a Bruegel più che a Robert Motherwell, quelle di Mark Cohen più a Goya che a Frank Stella, e così via”.

Così la fotografia di Manuel Scrima rilegge preferibilmente le silhouette ritmate e astratte dei “Nudi Blu” di Henry Matisse piuttosto che i corpi scultorei di Robert Mapplethorpe; guarda alle voluttuose ed essenziali impronte blu di Klein più che le rayografie di Man Ray; studia le campiture a losanghe marroni di Rothko piuttosto che i fotogrammi astratti di Luigi Veronesi; riscopre le strutture geometrizzanti delle maschere cubiste piuttosto che le polaroid di Paolo Gioli.

RASSEGNA NEW POST HUMAN

Il periodo di emergenza sanitaria che ha investito non solo il nostro paese, ma il mondo intero, ha posto tutti in una condizione di stasi che ha provocato indubbiamente molte riflessioni, sulla condizione dell’essere umano, sul suo modo di stare al mondo e di farne esperienza, sulle relazioni. Non sappiamo se da questo scaturirà un vero e proprio cambio di paradigma ma abbiamo immaginato questo momento come una sorta di stand-by dopo il quale si deve ripartire, sapendo che nulla sarà più come prima, anche se in fondo nulla è mai stato come prima. Fabbrica Eos con questa rassegna fa un apparente passo indietro a quella che è sempre stata la sua peculiarità, la proposta di artisti sempre nuovi e spesso al loro esordio; nel corso dell’anno presenteremo una serie di mostre i cui protagonisti sono autori “nuovi” per la galleria o per il mercato dell’arte. Ma è un passo indietro per prendere la rincorsa verso il nuovo, verso quel Post-Umano che crediamo sia scaturito da questa situazione.

MANUEL SCRIMA BIOGRAFIA

Manuel Scrima è un artista e fotografo/regista nato a Cremona da padre arbëreshë e madre belga che fin dagli esordi ha lavorato su più continenti. Nel suo lavoro sono sempre riconoscibili ispirazioni classiche e neoclassiche, parte della sua educazione visiva, che spesso ama rapportare a culture distanti ed esotiche. Nel 2006 inizia il suo periodo Africano (Afrika Awakes la sua mostra più celebre ha girato gallerie e musei con 10 repliche tra Francia, Inghilterra, Irlanda, Finlandia, Italia e Kenya). Le sue immagini restituiscono dignità e bellezza a un continente distorto dai racconti dei media e per questo vengono sostenute da realtà internazionali come: UNESCO, Medici senza Frontiere, Care International. In particolare nel luglio del 2009 espone al Ramoma, Museo d'Arte Moderna di Nairobi. Nel 2010 l'UNESCO lo sceglie come artista per una personale a Parigi che celebra la cultura del Kenya. Sempre nel 2010 alcune sue foto più rappresentative sono esposte ad Art Basel Miami. In quegli anni torna a vivere a Milano e decide di mettersi alla prova con la fotografia di moda e comunicazione. Collabora con molti brand tra i quali: Levi's, Iceberg, Gucci, Les Hommes, Yamamay, Carlo Pignatelli, Romeo Gigli, Silvian Heach, Lancetti, IKEA, Malloni. Nel 2010 inizia la sua avventura asiatica e la collaborazione con l’artista e stilista Angelo Cruciani. Con lui realizza diversi progetti a cavallo tra Arte, Comunicazione e Moda, (i.e. Made in China, She’s Not A Man). Nel 2012 la sua mostra AfreakA, curata da Alessandro Turci, fa parte del Festival Fotografico Italiano. Sue sono le immagini delle recenti performance e flash mob sull'amore promosse da Angelo Cruciani (2014-2020) e diverse opere fotografiche-pittoriche esposte in LOVVISM (2015). Nel 2018 si dedica a fotografare artisti, in particolari giovani cantanti di successo. Nel 2019 esce il suo short film ICEBERG, un video musicale legato ad una breve storia ambientata in un immaginario sobborgo italiano. E' il primo video italiano ad approdare sulla piattaforma World Star Hip Hop, bibbia della musica americana. Successivamente il film è premiato a Los Angeles e ad Atlanta. Sempre nel 2019 arriva anche un premio alla regia a Milano per il fashion film WHOMAN e il premio Alfa alla fotografia ad Aci Reale per la sua carriera. Nel 2020 è in corso la preparazione per Prosopon 2030: la mostra ufficiale per il cinquantesimo Giffoni Film Festival. L'artista incontra 2030 ragazzi della generazione Z e parla con loro di futuro e sostenibilità. Da questo percorso nasceranno 2030 ritratti, 2030 voci registrate, 2030 video di occhi che sognano e un collage di 2030 tessuti, ognuno con un desiderio destinato a realizzarsi in un prossimo futuro.