Lumen Ray

Informazioni Evento

Luogo
JEROME ZODO CONTEMPORARY
Via Lambro 7, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da lunedì a venerdì, 10.00 – 19.00

Vernissage
12/02/2013

ore 18

Artisti
Tony Oursler, Matteo Fato, Yari Miele, Raul Gabriel, James Clar, Lori Hersberger, Guillaume Leingre, Alistair McClymont, Ivano Sossella, Morgane Tschiember, United Visual Artists
Generi
arte contemporanea, performance - happening, collettiva

Il percorso è un cammino attraverso la luce, naturale, autentica, riflessa, metaforica o reale – lume della ragione, risveglio di coscienze. Prendendo spunto dalla riflessione di Hans Sedlmayr (La luce nelle sue manifestazioni artistiche, 1960,“Studium Generale”) in cui riconsidera storiograficamente l’arte come una sub specie lucis, la mostra accoglie una dialettica ed un impegno alla multiformità del medium luminoso secondo l’eterogeneità di pratiche artistiche e generazionali.

Comunicato stampa

La galleria Jerome Zodo Contemporary è lieta presentare Lumen Ray, progetto curatoriale che vede per la prima volta insieme: James Clar, Matteo Fato, Raul Gabriel, Lori Hersberger, Guillaume Leingre, Alistair McClymont, Yari Miele, Tony Oursler, Ivano Sossella, Morgane Tschiember e United Visual Artists.

La mostra inaugura martedì 12 febbraio 2013 alle ore 18.00 presso lo spazio di via Lambro 7 a Milano.
Why Be Blue (2012) performance di Guillaume Leingre, ore 20:00.

Il percorso è un cammino attraverso la luce, naturale, autentica, riflessa, metaforica o reale – lume della ragione, risveglio di coscienze. Prendendo spunto dalla riflessione di Hans Sedlmayr (La luce nelle sue manifestazioni artistiche, 1960,“Studium Generale”) in cui riconsidera storiograficamente l'arte come una sub specie lucis, la mostra accoglie una dialettica ed un impegno alla multiformità del medium luminoso secondo l'eterogeneità di pratiche artistiche e generazionali.

L'interpretazione di quell’energia che consente di riconoscere come nostra la realtà che ci circonda, crea nuove ed infinite prospettive, definendosi Lumen come lo splendore che nasce da cose lucenti ed insieme misura del flusso materico; e Ray come l'aspetto tecnologico che muta l’opera, da rappresentazione sulla luce naturale a sorgente di emissione fotonica. Lumen Ray è un racconto atemporale e libero, sovversivo e mutante, un confronto tra scienza e coscienza, ove le varie considerazioni artistiche che lo esprimono generano multiformi rapporti di luce/spazio, luce/oggetto, luce/materia.

L'andamento assimila diverse letture: dall’universale di Alistair McClymont nella descrizione “astronomica” di Eclipse (2012), una sequenza bianco/nero del reale rapporto di luce tra sole-terra-luna e ancora luce-tempo di Unix Time, come alternativa al calendario gregoriano in versione i-pad fino al divertissement di riflessioni “riflettenti” in cui l’energia a volte “trattenuta” viene in seguito “rilasciata” dalle fluorescenze di Yari Miele ed accostata alla pittura istantanea di Matteo Fato. Dal materiale all’immateriale, il raggio filtra con movimento elegante attraverso le aperture virtuali di Grey Area (2013) del collettivo inglese United Visual Artists per poi ampliarsi in spettro di cielo e solidificarsi nel Light (2013) di Raul Gabriel invadendo con il proprio peso lo spazio espositivo, sino all'autonegazione che infine lo cancellerà con un semplice gesto di alchemica pittura nei makeitpossible (2013) di Ivano Sossella. Dal bidimensionale al tridimensionale, una goccia di luce solidifica nelle Bubbles (2012) di Morgane Tschiember, mentre le porzioni neon di Lori Hersberger divengono effetti esplosivi attraverso l’ironia della Bomb di Tony Oursler. Tra tocchi fluo gli sguardi seguono curiosi la scena offuscarsi durante la performance Why Be Blue (2012) dell'artista francese Guillaume Leingre che imprime il proprio segno come in una camera oscura, lasciando nella penombra il messaggio di duplice riflesso nel The End (2012) dell'americano James Clar.

Jerome Zodo Contemporary ringrazia Alessandro Turci per il contributo curatoriale.

James Clar (1979, Wisconsin, USA) vive e lavora fra New York e Dubai. Artista mediale, pone al centro della propria ricerca artistica il medium luminoso, mezzo e soggetto di un’indagine oltre le potenzialità tecnologiche alterate verso la cultura popolare. Le sue opere sono presenti in diversi musei e collezioni pubbliche e private: il Museum On The Seam a Gerusalemme, il MOMA, il Chelsea Art Museum e il New Museum of Contemporary Arts di New York, il Museum of Science and Innovation a Tokyo, la Triennale di Milano, la Susan e Michael Hort Collection a New York, la Borusan Contemporary Art Collection a Istanbul, la Salsali Collection in Germania e la Farook Collection a Dubai. Ha partecipato a diversi festival, tra cui il Japan Media Arts Festival e il NHK Digital Arts Festival a Tokyo, il Seoul Design Festival a Seoul e il Festival of Light a Lyon. Ha partecipato a importanti residenze d’artista: Technology Research Institute, FedEx Insitute of Technology, Memphis; Fabrica Research Facility, Benetton’s Design Research Facility, New Media Art Institution, Eyebeam Atelier, New York.
Matteo Fato è nato a Pescara, (Italia), nel 1979, dove attualmente vive e lavora. Recentemente, ha concluso la residenza presso la Dena Foundation for Contemporary Art con la mostra Vidéos_Dessins curata da Daniele Capra. Nel 2011 ha ricevuto diversi riconoscimenti tra cui la partecipazione alla 54° Biennale di Venezia nel Padiglione Accademie, e il Premio Treviglio 2012. Tra le mostre personali più importanti si ricordano: (2012) Impersonale, Istituto Italiano di Cultura, Strasburgo, Francia; COSE NATURALI, Jerome Zodo Contemporary, Milano, Italia; (2011) Matteo Fato (osservando la parola), curata da Umberto Palestini, Casa natale di Raffaello/Bottega Giovanni Santi, Urbino, Italia; (2010) Il senso dell’ordine, AB23, Vicenza, Italia; (2009) [!m’a:t?t”e(o)f;a.t,o‽], Galleria Cesare Manzo, Roma/Pescara. Recentemente ha preso parte alle seguenti esposizioni collettive: (2012) Ishmael «uno è pittore», curata da Alberto Zanchetta, Museo d'Arte Contemporanea, Lissone, Italia; (2012) Premio Francesco Fabbri, curata da Carlo Sala, Villa Brandolini, Pieve di Soligo (Tv), Italia; (2012) Fender Rewind, curata da Luca Beatrice, Museo Internazionale, Biblioteca della Musica Bologna, Italia; (2012) Minima Marginalia, curata da Alberto Zanchetta, Dolomiti Contemporanee - Ex Fabbrica Visibilia, Taibon, Italia; (2012) Fuori Uso in Opera, curata da Giacinto Di Pietrantonio, cantiere Caldora "Opera" Pescara, Italia; (2011) Difetto come indizio del desiderio, curata da Andrea Bruciati, NEON>CAMPOBASE, Bologna, Italia; CECI N'EST PAS DU CINEMA! curata da Marcella Beccaria, Castello di Rivoli, Museo del Cinema, Torino; (2010) Libri d’Artista dalla collezione Consolandi 1919-2009, curata da Angela Vettese e Giorgio Maffei, Palazzo Reale, Italia. Nel 2008 è stato invitato in residenza presso la Fondazione Spinola Banna con Adrian Paci come Visiting professor. Nel 2010 è stato selezionato dalla Dena Foundation come artista Italiano in residenza presso Art Omi, New York. Dal 2009 al 2012 ha insegnato Tecniche dell’incisione all’Accademia di Belle Arti di Urbino, Italia.
Raul Gabriel (1966, Buenos Aires, Argentina) vive e lavora fra Milano e Londra. Pittore di forme e scultore di differenti universi linguistici, l'artista è attivo principalmente sulla scena europea con diversi ed importanti progetti, fra i più noti il suo CUBE a Perugia; seguono: Auditorium Conciliazione, Roma; Fondazione Umbra Architettura; Festival dei Due Mondi, Spoleto; Palazzo Collicola Museo Carandente Arti Visive, Spoleto; Bow Arts Trust, Londra; Fondazione Ca’ La Ghironda, Bologna; Fondazione Mudima, Milano, Shangai Expo 2010, e GM TRAFFIC LIGHTS, Spazio Oberdan, Milano. Le sue opere sono presenti in diverse collezioni pubbliche e private: Museo fondazione Ca la Ghironda, Bologna; Museo Collezione Civica di Arte Contemporanea, Palazzo Reale, Monza; Museo Carandente Palazzo Collicola Arte Contemporanea, Spoleto; Schellekens Collection, London; Davenport Collection London; Richards Collection London; Boughart Mougins Colection London; Hambro Collection London; Muller Collection, Svizzera; Collezione Amparo Madrid; Collezione Colombo Milano;Collezione Stramezzi, Milano; Fondazione Mudima, Milano.
Lori Hersberger (1964 in Basilea, Svizzera) vive e lavora a Zurigo. Il suo lavoro combina diversi mezzi, scultura, pittura e lightwork. Ha riscosso l'attenzione internazionale con Archaic Modern Suite presentata alla Biennale di Venezia del 1999. Dopo aver ricevuto diversi premi e riconoscimenti, Swiss Art Award (1999 – 2001) è divenuto un' artista di fama internazionale, con diversi ed importanti progetti museali, tra cui: Kunsthalle Giessen (Germania); MAC Musée d’Art Contemporain Lyon, Lione (Francia); Kunsthaus di Zurigo (Svizzera); Kunsthalle di Basilea (Svizzera); Museum zu Allerheiligen, Schaffhausen (Svizzera); Cobra Museum, Amsterdam (NL), Centre d'Art Contemporain di Ginevra, Ginevra (Svizzera); Badischer Kunstverein Karlsruhe (Germania); Kunsthalle di Vienna (Austria); Museum Schloss Belvedere, Vienna (Austria); Stedeliik Museum of Contemporary Art (Belgio). E' principalmente rappresentato dalle galleria Thaddaeus Ropac di Parigie Salisburgo (Francia, Austria) e Nicola Von Senger, di Zurigo (Svizzera).
Guillaume Leingre (1971, Parigi, Francia) vive e lavora a Parigi (Francia). «Mi muovo attraverso diversi modelli di produzione: l'apparenza e la ricezione dell'immagine» dichiara Guillaume Leingre. Questa affermazione indica una direzione radicale nell'uso del materiale fotografico, ampliandola superficie tradizionale delle immagini. Nel corso degli ultimi anni Leingre ha trasformato il ruolo del fotografo così come anche l'immaginario fotografico come nella serie Portraitiste de France (2003-2007), azioni e testi. Lentamente e coscientemente ha scardinato tutte le regole: allentando i legami con le foto di famiglia e mostrando le nudi radici della generosa eredità dei Dadisti, Concettualisti, Minimalisti e del gruppo Fluxus. Egli cerca di creare opere usando concezioni e tecniche di produzione insieme ad una profonda consapevolezza sia del contesto storico che di quello contemporaneo. Il 12 febbraio 2013 Guillaume Leingre eseguirà una nuova versione dell'opera performativa Why Be Blu. Guillaume Leingre ha frequentato la residenza presso l'Kujoyama Villa (Kyoto) nel 2008. Dal 2011, collabora con France Culture e l'Atelier de Création radiophonique, per la produzione di pezzi sonori (Le Musée radiophonique, Est / Ouest, d'après Sur le Chemin des Glaces). Critico d'arte e autore per 20/27, Particules o MAMCO (Ginevra), Guillaume Leingre lancia nel 2013, Bloom, una piattaforma per cataloghi di mostre, libri e libri d'artista, e tutti i tipi di documentazione delle avanguardie dagli anni 60' - 80' . Guillaume Leingre è rappresentato dalla galleria Super Window Project.

Alistair McClymont (1978, in Harlow, UK) vive e lavora a Londra, nel Regno Unito. Dopo essersi diplomato presso il Royal College of Art di Londra, si è reso noto sulla scena artistica europea per le sue sperimentazioni scientifiche, famosa la sua Limitations of Logic and the Absence of Absolute Certainty, una riproduzione in scala di un vero tornado. Alistair McClymont ha partecipato a diverse manifestazioni artistiche in gallerie e istituzioni tra cui: l'Art Foundation di Londra, al Dundee Contemporary Arts a Dundee (Scozia), al Laboratoires Le di Parigi e al Centro de Arte Dos de Mayo di Madrid. Le sue opere sono presenti in collezioni pubbliche, tra cui il Giardino Gibberd di Harlow (UK). Nei mesi di febbraio e aprile 2013 presenterà una grande personale al CAM Contemporary Art Museum di Raleigh, North Carolina, USA.
Yari Miele (1977, Cantù, Italia). Tra le figure più interessanti della nuova generazione italiana, Yari Miele vive e lavora a Milano. Interessato all'etorogeneità della materia luminosa, l'artista spazia e contestualizza in forme, elementi e strutture, l'universo fotonico dalla fosforescenza e fluorescenza ad un'oscurità interrotta da linee catarifrangenti. Tra i progetti più importanti: Tate Modern, NO SOUL FOR SALE, Londra; Le Dictateur, We are not Ready, Milano; Superfluo Project, Le Dictateur, Three sparks in the eyes, curated by Marco Tagliafierro, Milano; Galleria Civica d'Arte Contemporanea, Imago, curated by Miriam Mirolla, Termoli; Palazzo Barberini, Roma. The Road to Contemporary Art, Cose mai viste II, Achille Bonito Oliva, Roma; Rabat (Marocco), Casa Italiana New York, GAMeC Bergamo; Sala Dogana, Palazzo Ducale, Dà fuoco al fuoco / acqua all’acqua / e ciò ti basti, Genova; Palazzo delle Esposizioni, 54° Biennale Venezia, Lo Stato dell’Arte, Torino; Fondazione Mudima, Ideators, curated by Moreno Gentili, Milano. Museo Comunale d’Arte Moderna, Premio Antonio Santinelli, Senigallia (Ancona); Museo dell’Immagine Postale, Duplex: dall’identico al molteplice, curated by Antonio d’Avossa, Ancona; Palazzo Stella, Premio Stella, curated by Silvia Evangelisti, Crespellano (Bologna).
Tony Oursler (1957, New York) ive e lavora a New York.Ha ricevuto un BFA presso il California Institute of the Arts nel 1979. Oursler è principalmente conosciuto per la sue innovative combinazioni di video, scultura e performance, esplorando con grottesca ironia la relazione tra gli individui e la cultura mediatica. Nel 2014 sarà presentata una mostra personale alla National Gallery of Korea, Seoul. Mostre recenti in musei: ARoS Kunstmuseum, Aarhus, Danimarca; The Museum of Art and Design, New York; PAC – Padiglione d’Arte Contemporanea, Milano, Italia; Cincinnati Art Museum, Cincinnati, USA; Kunsthaus Bregenz, Austria; MAXXI-Museo Nazionale delle Arti del XXI Secolo, Roma, Italia; MOMA, New York; Paul Getty Museum, Los Angeles; Metropolitan Museum of Art, New York; Musee D’Orsay, Parigi, Francia; Stockholm Konsthall, Stoccolma, Svezia; The Whitney Museum, New York; Tel Aviv Museum of Art, Israele; Contemporary Arts Museum, Houston; Los Angeles Museum of Contemporary Art, Los Angeles; Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, Italia. Importanti esposizioni presso gallerie: 313 Gallery, Seoul, Corea del Sud; JMG Galerie, Parigi, Francia; Lehmann Maupin, New York; Faurschou Gallery, Beijing, Cina; Galerie Steinek, Vienna, Austria; Baronian-Francey gallery, Brussels, Belgio; Lisson Gallery, Londra; Paul Aglim Gallery, San Francisco. Nel 2011 ha partecipato alla 54th Biennale di Venezia. Le sue opere sono presenti in numerose collezioni pubbliche e private, tra cui la Carnegie Museum of Art, Pittsburgh, Fondation Cartier pour l'art contemporain, Parigi, Eli Broad Family Foundation, Los Angeles; Goetz Collection, Monaco di Baviera, Hammer Museum, Los Angeles, Milwaukee Art Museum, Wisconsin, Modern Art Museum di Fort Worth, Texas, Museum of Modern Art di New York, Saatchi Collection di Londra, Tate Modern, Londra, Whitney Museum of American Art di New York.
Ivano Sossella usw (1963, Genova) è presente dal 1987 sulla scena dell’arte contemporanea con un lavoro portato sempre ai confini della stessa riconoscibilità dell'arte: su questa linea di confine tra esperienza artistica e la sua dubbia e sospettosa riconoscibilità il gesto poetico ha da sempre, radice e origine. A decretare la sua presenza sono state diverse ed importanti manifestazioni artistiche internazionali, la sua partecipazione ad Aperto 93, memorabile mostra ideata da Helena Kontova e Giancarlo Politi per l'edizione del '93 della Biennale di Venezia diretta da Achille Bonito Oliva; Documenta IX, Orangerie, Kassel, curated by Pierluigi Tazzi, Jan Hoet, Dennis Zazharoupulos (1991); Marathongespraech, Goethe Museum, Weimar, curated by Pierluigi Tazzi, Jan Hoet, Dennis Zazharoupulos; Ottovolante (con Maurizio Cattelan, Luca Vitone, Stefano Marco Formento, …), Accademia Carrara, Bergamo curated by Angela Vettese; Una scena Emergente, Museo Luigi Pecci, Prato, curated by Elio Grazioli e Amnon Barzel; Yuppara (con Luca Vitone, Marco Formento, Claudio Costa, Ben Vautier, Art & language), Osp. Psichiatrico, Genova, curated by Enrico Pedrini, Gabriele Perretta (1989). Tra gli ultimi progetti: Meridiani dʼOriente, Biennale di Venezia, Venezia, curated by Gabriele Perretta; Metessi 2 (con Maurizio Arcangeli, Tommaso Tozzi, Maurizio Cattelan, Luca Vitone), Fondazione Noesi, Martina Franca.
Morgane Tschiember (1976, Parigi, Francia) vive e lavora a Parigi. Il lavoro di Morgane Tschiember (1976, Parigi, Francia) parte sempre dalla plasticità. Di conseguenza, la diversità e la molteplicità di tecniche, protocolli e processi scandiscono il suo percorso artistico e testimoniano un polimorfo e proteiforme corpo di lavoro, in continua espansione. Tschiember considera la sua pratica artistica come un parco giochi dove può sperimentare ed estendere le possibilità dei materiali, esplorarando i confini tra pittura e scultura, oggetto e architettura, forma e contesto. Il vocabolario visivo di Morgane Tschiember sviluppa le proprie forme archetipiche e azioni / reazioni, come: crescere / tagliare, costruire / rompere, dipingere / bruciare. A seconda del contesto dei progetti, delle specificità del sito, della posizione geografica, e dei materiali disponibili, delle tecniche e metodologie, ogni serie può essere riprodotta, reinterpretata e riattivata offrendo all'artista l'occasione di aprire fisicità del lavoro verso la flessibilità, la volatilità, permeabilità e invisibili e complesse influenze l'aspetto politico, sociale ed economico. Le Bubbles e le Polaroid fanno parte della sua ultima serie. Il suo lavoro è stato esposto alla Fondation d'Entreprise Ricard, Parigi (Francia), Musée des Beaux-Arts, Rennes (Francia), il Museo di Permm, Permm, (Russia), CRAC Sète (Francia), Biennale de Beleville, Parigi (Francia), MOCA Tucson, Arizona (USA). Le collezioni permanenti: CNAP, Parigi (Francia), Design Center of the Americas, Dania Beach, Florida (USA), 21C Museum, Louisville, Kentucky (USA), Centre de Développement Chorégraphique, Tolosa (Francia), Société Générale Collection, Parigi (Francia), ARTOTEC Collection, Musée des Beaux-Arts de Brest (Francia). Morgane Tschiember ha ricevuto il Paul Ricard Prize (Fondation d'Entreprise Ricard) nel 2002, ed è statoaresidente presso l'ISCP, New York, nel 2009. E' rappresentata dalle gallerie Super Window Project (Kyoto) e la Galerie Loevenbruck di Parigi.
United Visual Artists (UVA, 2003, Londra, UK) sono un anima collettiva nata da diverse personalità e formazioni: arti visive, architettura, design, comunicazione, informatica ed ingegneria. La loro pratica artistica combina infatti diverse metodologie, sempre di carattere performativo e scultoreo, ai limiti con la più alte ed innovative tecnologie architettoniche, interattive e quindi digitali. Conosciuti su scala mondiale per le loro monumentali installazioni luminose, presenteranno per la prima volta in Italia, Grey Area una nuova installazione capace di concedersi ad uno spazio più intimo, senza tralasciare l'aspetto più coinvolgente della loro ricerca artistica. Il lavoro degli UVA è stato presentato in diverse e note istituzioni internazionali: Victoria and Albert Museum, Londra; la Tate Modern, Turbine Hall, alla Serpentine Gallery, Madison Square Garden di New York. la Royal Academy of Art, il South Bank Centre, la Collezione Wellcome, Opera North di Leeds, Durham Cathedral e The British Library; National Maritime Museum, Londra. Sono inoltre presenti con diverse opere pubbliche tra le città di Londra, Bristol, Toronto e Istanbul.Nel 2007, l'installazione di luce interattiva Volume ha ricevuto il noto premio Matita Gialla del D&AD Awards, successivamente hanno riscontrato il riconoscimento del London Design Museum come ‘Design of the Year’ nel 2008 e nel 2010. Nel 2010 sono stati inoltre premiati con l'installazione cinetica Chorus all'edizione del 2010 del Prix Arts Electronica. Gli UVA hanno collaborato alle performance dei live tour dei Massive Attack, di Jay Z, degli U2, dei Chemical Brothers e dei Battles.
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