Jérémy Gobé – Terra di seta

Informazioni Evento

Luogo
FILATOIO DI CARAGLIO - MUSEO DEL SETIFICIO PIEMONTESE
Via Giacomo Matteotti, Caraglio, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

Giovedì-sabato 14.30-19.00 / domenica e festivi 10.00-19.00

Vernissage
29/10/2017

ore 17

Biglietti

ingresso libero

Artisti
Jérémy Gobé
Generi
arte contemporanea, personale

Il Filatoio, il più antico setificio in Europa ancora esistente, accoglie la prima personale italiana del poliedrico artista francese Jérémy Gobé la cui dirompente carica immaginifica contamina l’edificio con opere site specific emergendo sull’imponente facciata con i tentacoli di un organismo jacquard.

Comunicato stampa

Il Filatoio, il più antico setificio in Europa ancora esistente, accoglie la prima personale italiana del poliedrico artista francese Jérémy Gobé la cui dirompente carica immaginifica contamina l’edificio con opere site specific emergendo sull’imponente facciata con i tentacoli di un organismo jacquard.
Questa installazione permanente è un monumento al lavoro e alle aspirazioni umane, quelle degli operai e quelle dell’artista. La Liberté guidant la laine, immenso jacquard rosso la cui superficie sembra sollevarsi su pugni e mani levate, evoca infatti in modo istintivo e potente i gesti e le istanze del celebre quadro di Eugène Delacroix, richiamando le durissime condizioni di lavoro degli operai delle tessiture, ieri in quelle francesi e italiane, oggi nei paesi dell’Estremo Oriente.
L’artista tesse fili che si fanno metafora, simbolo e impegno, suscita riflessioni profonde sul tempo e sulla condizione umana attraverso opere di forte impatto e di una bellezza struggente. Così 400.000 fragili bozzoli, gli stessi bachi da seta che per tre secoli hanno fatto la fortuna del Filatoio, diventano Bombix, un’opera organica, viva che racchiude circa 400.000 chilometri di prezioso filo di seta. Un invito a immaginare, come odierni Jules Verne, la distanza che separa la Terra e la Luna, a intraprendere passo dopo passo, in delicato equilibrio, il fantastico viaggio.
La luna, da sempre fonte di ispirazione poetica e filosofica, oggetto di aspirazioni e sospiri, invito ad alzare gli occhi incantati verso il cielo notturno, torna nell’audio di una missione Apollo, inserito in un’installazione video che svela i dettagli della tessitura e del lavoro a telaio.
È invece l’aria a plasmare decine di metri di leggerissimo tessuto di seta, dando vita a Torsions che, a seconda della prospettiva, della luce, dei giochi di ombre, disegnano contrazioni muscolari, chiome fluttuanti o drappeggi carichi di richiami all’iconografia classica. Anche nella serie Extases il linguaggio tessile contamina un caposaldo della cultura e dell’arte occidentale, quello dei solidi platonici le cui simmetrie perfette sono esaltate dalla materia serica.
Il medium tessile è il filo narrativo dell’intera esposizione: installazioni e sculture progettate e realizzate da Jérémy Gobé per il Filatoio e che rappresentano la felice sintesi di un incontro ricco di affinità e stimoli.

Il Filatoio, è simbolo vivente del passato tessile industriale piemontese che tra Seicento e Ottocento collegava Italia e Francia attraverso scambi commerciali, tecnologici e culturali (nato nel Seicento da una felice intuizione dei Savoia per rispondere alla richiesta di seta pregiata della corte di Luigi XIV). Oggi il Filatoio è un centro culturale che affianca il “Museo del Setificio Piemontese” dedicato alla filiera produttiva del filo di seta dal baco al pregiato organzino, a un continuo dialogo con la creatività e coi linguaggi dell’arte contemporanea per costruire l’identità e il futuro del territorio.
Anche il percorso artistico di Gobé, scultore eclettico pluripremiato, ha origine dalla tradizione tessile, in particolare dall’osservazione dell’impatto che la crisi manifatturiera francese ha avuto sulle persone e dal desiderio dell’artista di raccontare le loro storie riscoprendo le loro straordinarie capacità tecniche e manuali. La sua ricerca artistica coniuga l’attenzione per l’aspetto umano con il desiderio di recuperare tecniche e materiali, dando loro nuova vita con la propria creatività.
Da questo incontro, dalla comune attenzione per la trasmissione di una storia fatta di tecnologie e materiali, ma anche di vite umane e di piccole storie, dalla conoscenza diretta del territorio e delle persone, Jérémy Gobé ha dato vista ad un percorso di sculture e installazioni di straordinaria bellezza e di forte impatto. Le sue opere hanno sempre molteplici chiavi di lettura, intensi significati artistici e culturali, sociali e filosofici, ma anche uno straordinario potere emozionale.
La mostra Terra di seta promossa da Fondazione Filatoio Rosso in collaborazione con Fondazione Artea e Regione Piemonte, col patrocinio del Comune di Caraglio, è sostenuta da Compagnia di San Paolo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo, BCC Caraglio.
Eventi collaterali a cura di Kalatà - progetti per fare cultura.

TERRA DI SETA. 400.000 CHILOMETRI DALLA LUNA. OPERE DI JÉRÉMY GOBÉ
Dal 29 ottobre 2017 al 7 gennaio 2018.
Giovedì-sabato 14.30-19.00 / domenica e festivi 10.00-19.00
Ingresso gratuito
Filatoio di Caraglio – Via Giacomo Matteotti, Caraglio (CN)
[email protected]

UFFICIO STAMPA
Francesca Evangelisti 347 1658586 [email protected]
Simonetta Carbone 335 6505656 [email protected]

PROROGATA FINO AL 19 NOVEMBRE 2017

Y KIMONO NOW
PERCHÉ KIMONO OGGI

Il Filatoio di Caraglio, il più antico setificio in Europa ancora esistente, l’unico ad essere stato recuperato come museo e spazio espositivo, ospita una mostra che, attraverso oltre 100 kimono originali, propone un viaggio nel mondo, nella cultura e nell’estetica del Sol Levante, ancora oggi fonte di suggestioni per arte, grafica, design e moda.
La scelta del luogo non è casuale: nel 1868, quando il Giappone si apre al mondo con la restaurazione Meiji, i setaioli italiani sono già nel paese da diversi anni per approvvigionarsi dei bachi giapponesi, gli unici a resistere alla pebrina, malattia che impedisce al baco di produrre il prezioso filo. Furono dunque i semai, i setaioli italiani in Giappone, i primi ad instaurare un importante rapporto di fiducia e conoscenza con il paese del Sol Levante e tra i semai piemontesi, uniti nella “Società Bacologica Torinese”, alcuni erano proprio di Caraglio.
Nel percorso di mostra – a cura di Nancy Stetson Martin con Fabiola Palmeri – emergono la vita, le tradizioni, le feste e i paesaggi giapponesi grazie ai motivi decorativi, ai colori, alle raffinate rappresentazioni di fiori e foglie, insetti e animali, montagne e onde impetuose. Dal linguaggio del decoro, parte integrante della cultura giapponese, emerge poi quel vasto “impero dei segni” che racchiude il pensiero poetico di una cultura visiva di origini antiche e significati profondi. “In Asia il decoro parla” afferma infatti Nancy Stetson Martin.
Attraverso 4 sezioni dedicate rispettivamente al succedersi delle stagioni, al paesaggio, all’acqua e all’arte, la mostra mette in luce la stimolante bellezza dei kimono e del Giappone, da sempre luogo di straordinaria potenza evocativa e da oltre un secolo punto di riferimento estetico per l’Occidente. Quella stessa estetica che conquistò e sconvolse il mondo artistico europeo di fine Ottocento, influenzando il linguaggio pittorico di Van Gogh, Monet, Degas e Klimt, continua a ispirare ancora oggi artisti, designer e grafici, ma anche registi, stilisti e creativi.
“Il linguaggio del decoro va studiato – sostiene Nancy Stetson Martin – il suo luogo di esposizione privilegiato è il kimono che ci fa intravedere un mondo ordinato e forse felice, raccontato in segni. Segni convenzionali che uniscono una civiltà millenaria. È questo mondo, attraverso i suoi motivi, i suoi pattern e i suoi colori, che vogliamo raccontare”.
I kimono esposti provengono da una preziosa collezione privata, composta da oltre 800 kimono quotidiani e destinati alle cerimonie familiari del periodo Meiji (1868-1912), del breve periodo di pace Taishō (1912/1926) e del primo ventennio del periodo Shōwa (1926/1945).