Internation-ART / Masaaki Hasegawa

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA360
Via il Prato 11/r 50123, Firenze, Italia
Date
Dal al

da martedì a sabato compresi con orario continuato dalle 10:00 alle 19:00, domenica dalle 15:00 alle 19:00

Vernissage
04/04/2014

ore 19

Artisti
Masaaki Hasegawa
Generi
arte contemporanea, personale, collettiva
Loading…

La Galleria360, galleria d’arte moderna e contemporanea, nel mese di Aprile propone un imperdibile doppio appuntamento: la mostra personale dell’artista giapponese Masaaki Hasegawa e Internation-ART, mostra di artisti internazionali.

Comunicato stampa

“Non c'è via più sicura per evadere dal mondo, che l'arte; ma non c'è legame più sicuro con esso che l'arte.” (Johann Wolfgang Goethe, Le affinità elettive, 1809)

La Galleria360, galleria d’arte moderna e contemporanea, nel mese di Aprile propone un imperdibile doppio appuntamento: la mostra personale dell’artista giapponese Masaaki Hasegawa e Internation-ART, mostra di artisti internazionali.

L’inaugurazione delle due mostre si terrà Venerdì 4 Aprile 2014 a partire dalle ore 19.00 presso la Galleria360, via il Prato 11r Firenze. Durante il Vernissage suoneranno dal vivo animando la serata i musicisti Jazz del gruppo “Ipnotize”: Renato Cantini e Michele Staino.

La mostra personale di Masaaki Hasegawa “ Dipinti per dar voce al subconscio e permettere la libera associazione di pensieri” è un’interessante occasione per osservare dal vivo la raffinata tecnica con la quale l’artista giapponese esegue le proprie opere. Dopo aver lavorato come architetto in Giappone, sua terra natale, Masaaki Hasegawa rimane affascinato dalla suggestiva bellezza del monte Fuji e, subendone la magia dei suoi colori, intraprende una ricerca pittorica innovativa incentrata sulla definizione e scoperta del “senso del colore”: ovvero la capacità dei colori di generare libere associazioni mentali e processi creativi sollecitando il sub-conscio di chi l’osserva.
Da qui la scelta di concentrarsi di volta in volta su un singolo colore, che viene associato e contrapposto al tempo stesso, al nero, espressione per eccellenza della totale assenza di ogni cromatismo.
I dipinti di Hasegawa sono caratterizzati da forme semplici ed eleganti, individuate da linee sinuose ed ondulate che tra continui giochi di complementarietà, unione ed opposizione, mostrano come alle volte gli opposti non rappresentano necessariamente esperienze assolute e distinte, ma possono anche essere visti come i punti estremi di una stessa realtà.
Nella audace sintesi degli opposti portata avanti da Masaaki Hasegawa sembra dunque di scorgere, pur a distanza di tanti secoli, l’eco delle parole di Eraclito, filosofo greco antico e presocratico, il quale sosteneva che “ciò che è opposto si concilia e l’armonia più bella nasce sempre dalle cose in contrasto”.

Internation-ART offre invece uno spunto di riflessione sulla condizione attuale dell’arte e, sul ruolo e valore degli artisti nella società attuale. Oggi la straordinaria mobilità di persone, la facilità e istantaneità di comunicazione grazie alla rivoluzione digitale e la sempre maggiore globalizzazione, hanno infranto i confini fisici e culturali; ciò ha portato alla creazione di un’arte e di una società senza confini. Questo pluralismo multiculturale e artistico è sicuramente fonte di arricchimento, ma al tempo stesso impone all’artista una nuova sfida: ovvero quello di non farsi e di non fare fagocitare la propria arte dal processo di omologazione e globalizzazione.
Nella mostra Internation-ART, presentata alla Galleria360, artisti di diverse nazionalità hanno fatto tesoro dei molteplici stimoli culturali, ma al tempo stesso hanno difeso l’arte dal processo di standardizzazione ed omologazione, anteponendo la singolarità delle proprie idee ed espressioni artistiche. Artisti dunque, che si pongono non solo come sperimentatori coraggiosi, sempre in bilico tra territori fisici e simbolici, ma anche come veri e propri viaggiatori instancabili, che si avventurano attraverso sconfinate lande di emozioni e sconosciuti dedali sensoriali. Del resto come sosteneva Marcel Proust nella sua opera “Alla ricerca del tempo perduto”: “il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell’avere nuovi occhi.”
Virginia Bazzechi Ganucci Cancellieri