Gianluca Vassallo – Celebrities

Informazioni Evento

Luogo
KENZO MAISON
Piazza del Principe Porto Cervo, Porto Cervo, Italia
Date
Dal al
Vernissage
11/08/2011

ore 19

Contatti
Email: info@gianllucavassallo.com
Sito web: http://www.gianlucavasallo.com
Artisti
Gianluca Vassallo
Curatori
Maria D’Ambrosio
Generi
arte contemporanea, personale
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La Mostra è un viaggio tra le icone del potere contemporaneo, volti e mani dei potenti a cui l’artista restituisce significati inusuali, con l’occhio cinico e irriverente di chi cerca di fuggire il dominio, leggerlo criticamente.

Comunicato stampa

IL GIORNO 11 AGOSTO ALLE ORE 19.00, A PORTO CERVO, INAUGURA:
CELEBRITIES, DISCORSI VISIVI SUL POTERE.
La Mostra è un viaggio tra le icone del potere contemporaneo, volti e mani dei
potenti a cui l’artista restituisce signi!cati inusuali, con l’occhio cinico e
irriverente di chi cerca di fuggire il dominio, leggerlo criticamente. L’artista,
Gianluca Vassallo, nato a Napoli ma sardo d’adozione, eperienze artistiche
maturate tra Sassari e New York, utilizza una pluralità di media per arrivare ad
un risultato estetico complesso in cui parola, suono e immagine sono corpo
unico leggibile in ogni prodotto d’arte. Anche dove apparentemente assenti.
La mostra, allestita da Armadillo - Portocervo, apre alla Stampa e ai
Collezionisti il giorno 11 Agosto alle ore 19 presso lo Showroom KENZO
MAISON - Piazza del Principe, Porto Cervo. Il giorno successivo avrà luogo un
vernissage aperto al pubblico dalle ore 20.00 La cura è di Maria D’Ambrosio
Professore Associato presso l’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di
Napoli, dove attraverso lo studio dei linguaggi delle arti visive crea percorsi
d’innovazione nella ricerca pedagogica.
E’ gradita e auspicabile la presenza della stampa. Seguirà buffet.
UNA MOSTRA DI
Gianluca Vassallo
A CURA DI
Maria D’Ambrosio
UN EVENTO
KENZO MAISON
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NOTE DI CURA
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Il volto innanzitutto.
di Maria D'Ambrosio
E tutti i rotocalchi lo praticano: il culto del volto per ‘adorare’ la celebrità come
icona e quindi come ‘modello’ di riferimento, oggetto speculare dentro cui far
ri$ettere e risuonare, o piuttosto far ribaltare e rovesciare, il senso del potere e
di chi lo esercita.
Le icone del presente, scelte da Gianluca Vassallo per un possibile discorso sul
potere politico e spirituale, sono i volti, e le mani, gli occhi, il sorriso, di Papa
Benedetto XVI, di Silvio Berlusconi, di Barack Obama, di Ruhollah Komeyni.
Quattro volti ma anche tanti punti di vista differenti sulla politica, un modo di
incarnare la forza, la volontà, la responsabilità, o la mera seduzione del ‘capo’.
In ogni caso sono facce esibite e costruite per inquietare, oltre che per sedurre.
Perché tra le pieghe, le rughe o le crepe del sorriso e della pelle, si apre o
traspare dell’altro, annunciando o solo lasciando intuire legami e nessi fuori
dall’ordinario e dall’ufficiale. Produrre ed esibire queste opere ha dunque il
senso di mettere in mostra i ‘meccanismi’ istituzionali del potere, la loro forma,
e pure il loro contrario. Complice un uso dell’immagine che ne viola la statica
bidimensionalità e prova ad aprire alla multidimensionalità e alla profondità
che è dei volti, che è delle parole, che è del loro reciproco contaminarsi in un
gioco di sovrascritture che rendono ciascuna opera !tta come la trama di una
tela e risonante come la scena di un teatro antico.
Il volto, ciascuno dei quattro volti, è dunque esso stesso opera, prosa, icona,
simulacro e oggetto totemico, ‘ritratto’ da occhio e da mano d’artista digitale la
cui prosa sul mondo non può che ricorrere a un linguaggio sincretico e
irriverente, per sottrarre lo sguardo all’ovvio e al banale. Ed è proprio l’occhio e
lo sguardo dell’artista a farsi presente e ad offrirsi esso stesso in quanto ‘opera’:
l’occhio e lo sguardo dell’artista artigiano narratore del mondo e delle sue molte
facce, l’occhio e lo sguardo che moltiplicano e rendono plurale la necessaria
carica poetica ed estetica dello stare a questo mondo. Il volto dell’artista e i volti
dei potenti.Una relazione che parte dagli sguardi e che produce un’eco
assordante che smuove l’uno e gli altri a farsi interpreti di una più rarefatta e di
una mai perduta (ma spesso perdutamente dimenticata) Bellezza. Ecco le opere
cantare a noi e a se stesse un’ode – dirompente – che fanno dell’arte una
continua e viva performance attraverso la quale ri!utare il senso mortifero del
potere e scoprirne quello più ‘magico’ della creazione e della variazione del
Bello.