Enrico Baj – Segni e disegni
Verrà presentata al pubblico una selezione di 24 bozzetti realizzati su carta da ricalco, raccolti nel corso di decenni; alcuni sono studi preparatori di opere importanti, altri semplici “appunti” in forma di disegno che l’artista tracciava rapidamente sulla carta, quasi di getto, traducendo in forme e personaggi i suoi pensieri.
Comunicato stampa
Sono passati dieci anni dalla scomparsa di Enrico Baj.
Le sue opere sono presenti in molte prestigiose sedi espositive.
Una selezione di Dame è ospitata fino al 24 novembre 2013 alla Biennale di Venezia, nel Palazzo Enciclopedico, nell’ambito di una mostra ideata da Cindy Sherman.
Al museo CAMeC di La Spezia fino al 6 ottobre è in corso la mostra Ububaj con i teli di Ubu re.
La Fondazione Pomodoro dal 24 settembre fino al 20 dicembre ospiterà invece la rassegna dedicata all’artista e al suo ruolo da protagonista nel dibattito artistico negli anni Cinquanta e Sessanta dal titolo Enrico Baj. Bambini, ultracorpi & altre storie.
La scomparsa di Enrico Baj, protagonista dell’arte italiana della seconda metà del Novecento, ha lasciato un incolmabile vuoto nel panorama artistico contemporaneo. Il suo prolifico e multiforme percorso artistico è stato più volte indagato e approfondito nei suoi molteplici aspetti e periodi, tutti raccolti sotto il comune denominatore dell’ironia dissacratoria e del continuo rinnovarsi dell’espressività. Da un lato, il filone ludico e gioioso rappresentato dagli “specchi”, i “mobili”, i “meccani”, i “generali”, le “dame”, le “modificazioni”, i “d’après”; dall’altro la paura del nucleare con le prime figurazioni degli anni Cinquanta e l’impegno civile contro ogni tipo di violenza e aggressività sfociato in grandi opere come I funerali dell’anarchico Pinelli (1972), Nixon Parade (1972) e l’Apocalisse (1979). Sin dagli anni Sessanta, periodo cui risale l’amicizia tra Giorgio Marconi e l’artista milanese, prima lo Studio Marconi, poi la Fondazione Marconi hanno organizzato numerose esposizioni incentrate sull’opera di Baj, basti citare quelle degli ultimi anni dedicate alle Dame e Generali (2008), ai Mobili animati (2009) e alle Plastiche (2010).
In questa occasione, la Fondazione Marconi intende ricordarlo con una mostra di suoi disegni – tra i quali figurano alcuni inediti – ed esponendo un repertorio pressoché unico e diverso dagli altri per approfondire la conoscenza di Enrico Baj al di là della sua opera “maggiore”.
Verrà presentata al pubblico una selezione di 24 bozzetti realizzati su carta da ricalco; alcuni sono studi preparatori di opere importanti, altri semplici “appunti” in forma di disegno che l’artista tracciava rapidamente sulla carta, quasi di getto, traducendo in forme e personaggi i suoi pensieri. Questi studi preparatori, alcuni dei quali daranno vita a opere importanti, raffigurano stelle, ghirigori, volti stilizzati, forme “nucleari”, personaggi mostruosi, moltitudini di facce e corpi aggrovigliati.
Oltre a questa raccolta sono esposti tre teli: Famiglia Baj (1980), un grandissimo disegno eseguito a carboncino, Studio per Apocalisse (1978) e Ubu (1983), realizzati con dripping di vernice nera su tela.
Ubu è un evidente riferimento all’aspetto teatrale dell'opera di Baj e al suo legame con il Surrealismo di cui è anticipatore Alfred Jarry con il suo Ubu re. Per la messa in scena di quest’opera da parte di Massimo Schuster nel 1984, rappresentata per oltre dieci anni in tutto il mondo, Baj aveva realizzato una cinquantina di marionette in meccano (alcune delle quali sono esposte nella mostra del museo CAMeC di La Spezia).
Studio per Apocalisse fa parte di un grande ciclo pittorico, un work in progress iniziato verso la fine degli anni Settanta che durerà fino al 1982.
Infine, il Grande attrattore del 1990, un combinatoire composto di 27 pannelli, ideato e progettato nell’arco di sei mesi, è una delle tante opere dedicate alla folla, ed è stato realizzato con un collage di specchi e con l'impiego di acrilici e carboncini. Non mancheranno documenti e cataloghi che attestano la vasta e articolata opera di Baj e la proiezione di alcuni filmati inediti con spezzoni della vita privata e professionale di Enrico Baj.
La mostra di Baj proseguirà allo Studio Marconi ’65 con l’esposizione di grafiche e disegni.
Notizie biografiche
Nasce a Milano nel 1924 e, dopo gli studi all’Accademia di Brera, si impone come uno dei principali protagonisti dell’avanguardia italiana. Dopo la prima personale alla Galleria San Fedele di Milano nel 1951, fonda il Movimento di Pittura Nucleare. Nel 1954 promuove il Movimento Internazionale per un Bauhaus immaginista, e l’anno seguente fonda la rivista “Il Gesto”, a cui collaborano anche Manzoni e Fontana. Nel 1957 pubblica il manifesto Contro lo stile, sottoscritto da vari esponenti dell’avanguardia internazionale, e nel 1963 fonda l’Institutum Pataphysicum Mediolanense per promuovere la “scienza delle soluzioni immaginarie”.
Erede dello spirito surreal-dadaista, sperimentatore di tecniche e soluzioni stilistiche inedite, realizza collages e assemblages polimaterici avvalendosi dei materiali più diversi, come stoffe, tappezzerie e fodere di materassi, medaglie e frammenti metallici, specchi e vetri colorati. Dai Generali ai Mobili in stile, dalle Dame al Giardino delle delizie, la sua produzione mostra uno spirito dissacrante dalle sottili implicazioni politiche, che si fanno più evidenti in opere come I funerali dell’anarchico Pinelli. Ha un’intensa attività espositiva fin dalla seconda metà degli anni Cinquanta, con numerose personali organizzate in tutto il mondo. A partire dal 1967 espone regolarmente allo Studio Marconi, e negli anni Settanta ha le prime importanti retrospettive (Palazzo Reale, Milano; Museum Boymans van Beuningen, Rotterdam; Palais des Beaux-Arts, Bruxelles). Tra le mostre degli anni seguenti vanno ricordate l’ampia antologica allestita al Palazzo delle Esposizioni di Roma nel 2001-2002.
Dopo la morte dell’artista, avvenuta il 16 giugno 2003, una grande retrospettiva ha coinvolto diverse sedi milanesi (Spazio Oberdan, Accademia di Belle Arti di Brera, Galleria Giò Marconi, Fondazione Mudima). Nel maggio 2004 si è aperto a Pontedera “Cantiere Baj”, una serie di manifestazioni che si concludono con la realizzazione nel dicembre del 2006 di un grande mosaico lungo cento metri sul muro che costeggia la ferrovia. Il progetto per il Muro di Pontedera, costituito da dieci cartoni con collage di elementi di meccano, è l’ultima opera di Baj, portata a termine pochi giorni prima della morte. Nel maggio 2007 la Friedrich Petzel Gallery di New York presenta una selezione di opere di Baj dalla fine degli anni Cinquanta al 2002. Nel 2008 due mostre monografiche: da gennaio a marzo alla Fondazione Marconi di Milano Baj. Dame e Generali ripropone il tema più “classico” dell’artista; da marzo a maggio Baj. Apocalisse, nel Chiostro di Sant’Agostino a Pietrasanta presenta la più grande installazione realizzata da Baj. Nel 2009, La Fondazione Marconi ha allestito la mostra Baj. Mobili animati che prende il titolo dalla bella monografia che Germano Celant ha dedicato a questo ciclo di opere degli anni Sessanta. Nel 2010 nel Castello Pasquini di Castiglioncello, la mostra Baj. Dalla materia alla figura. Nel 2012 Palazzo Reale di Milano espone nella Sala delle Cariatidi I funerali dell’anarchico Pinelli.
Fino al 24 novembre 2013 la 55a Biennale di Venezia ospita nel percorso del Palazzo Enciclopedico una selezione di Dame, inserita in una mostra a cura di Cindy Sherman.