Domenico Ruccia – Quel pazzo di Paolo Uccello

Informazioni Evento

Luogo
RENATA FABBRI ARTE CONTEMPORANEA
Via Antonio Stoppani 15/c, Milano, Italia
Date
Dal al

martedì – sabato

15.30 – 19.30
lunedì su appuntamento

+39 02 4244 9047

Vernissage
07/05/2024

ore 18.30

Artisti
Domenico Ruccia
Curatori
Lorenzo Madaro
Generi
arte contemporanea, personale
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Prima personale di Domenico Ruccia (Bari, 1986) ospitata presso la project room della galleria Sotto. Curata da Lorenzo Madaro, la mostra riunisce un nucleo di dipinti inediti ispirati all’opera del pittore rinascimentale fiorentino Paolo Uccello.

Comunicato stampa

Renata Fabbri è lieta di presentare Quel pazzo di Paolo Uccello, la prima personale di Domenico Ruccia (Bari, 1986) ospitata presso la project room della galleria Sotto. Curata da Lorenzo Madaro, la mostra riunisce un nucleo di dipinti inediti ispirati all’opera del pittore rinascimentale fiorentino Paolo Uccello.

 

“Quel pazzo di Paolo Uccello nel giro di qualche anno ci ha dato tutte le possibili ipotesi, ha affrontato tutte le questioni, il suo approccio era un modo nuovo di affrontare una situazione. Se ci spostiamo nei secoli, ci accorgiamo di come le cose, già prospettate da Paolo Uccello – accentuare la prospettiva, modificarne certi aspetti, continuando a cambiare – vengano assunte in profondità, fino a che arriviamo all’Arte moderna in cui non abbiamo più il punto centrale prospettico, ma i mille punti prospettici del Cubismo”, scrive Luciano Fabro (Lezioni 1983-1995, a cura di S. Fabro, Libri Scheiwiller, Milano 2022) a proposito dell’estrema persistenza della lezione di questo maestro, autore di capolavori come San Giorgio e il drago (1460 ca.) della National Gallery e Battaglia di San Romano degli Uffizi.

 

Domenico Ruccia lavora costantemente verso una ridefinizione di icone ed elementi visuali provenienti da differenti ambiti: storia dell’arte, folclore, kitsch, cinema e molto altro. In questo ciclo di opere dedicate a Paolo Uccello, Domenico Ruccia ci fa comprendere quanto il suo non sia soltanto un discorso dentro la pittura, ma anzitutto dentro la genesi e la persistenza di alcune immagini. Nella superficie apparentemente piatta delle sue tele dipinte ad olio appaiono così tante scene, brani di natura e draghi, ma anche maialini intenti ad accoppiarsi, mentre un paesaggio pre-metafisico con una luce ovattata eppure immaginifica costruisce un’architettura trasognante, impalpabile.

 

Niente di surreale, s’intende. Il lavoro di Domenico Ruccia è reale nella misura in cui è setacciato da una memoria plurisecolare capace di rigenerare immagini, di rielaborarle, di restituircele con un proprio sguardo che è spesso denso di stupore. La forza del lavoro di Domenico Ruccia risiede proprio in quella sua vocazione verso la convivenza di mondi che rientrano in un determinato clima estetico, culturale, visionario e insieme reale, concreto, palpabile. Perciò la sua pittura – lo ha dimostrato anche con un precedente ciclo dedicato al cinema e alla musica – è un grande viaggio in cui riconoscere le radici identitarie di una cultura italiana e internazionale, che è profondamente radicata nella sua stratificazione tra folclore e ricerca, alto e basso, pluralità sofisticata e semplicità assoluta di forme, impostazioni, costruzioni. Non a caso è egli stesso a sostenere: “Parto sempre da un dato reale, appartenente al passato, dal quale poi costruire con l’immaginazione e con l’immagine. L’immagine diventa anzi lo strumento giusto per fraintendere la storia, e per poi cambiarla”.

 

 

Domenico Ruccia (Bari, 1986) vive e lavora a Milano. Completati gli studi giuridici si dedica completamente alla ricerca artistica, frequentando l’Accademia di Belle Arti di belle arti di Brera, dove conclude gli studi in pittura nel 2021. Tra le mostre personali ricordiamo quelle presso la Fondazione Mario Moderni (Roma 2017), Chiostro del Bramante (Roma 2018), Il Crepaccio (Milano 2021), Collezione Pallavicini (Pavia 2023) e Iperstudio (Viareggio, 2023). Il suo lavoro è stato esposto anche in istituzioni pubbliche e private come Galleria Lorenzelli (Milano 2017), Museo d’Arte Grafica Marchionni (Cagliari 2017), ArtDate (Bergamo 2021), co_atto (Milano 2022), YAG/garage (Pescara 2023), Galleria Arrivada (Milano 2023), Osservatorio Futura (Torino 2023) e Galleria Civica Albani (Urbino 2023). È tra gli artisti presenti nella mappatura Panorama della Quadriennale di Roma, con una studio visit a firma di Lorenzo Madaro. Nel 2022 è stato in residenza presso VIR Viafarini-in-residence di Milano.