Corinna Gosmaro – Delusional beliefs

Informazioni Evento

Luogo
THE GALLERY APART
via Francesco Negri 43, Roma, Italia
Date
Dal al

dal martedì al venerdì 15,00 - 19,00 e su appuntamento

Vernissage
15/02/2023

ore 17

Artisti
Corinna Gosmaro
Generi
arte contemporanea, personale
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L’artista prosegue la sua ricerca nei meandri dell’elaborazione della realtà e gioca ancora una volta con lo scarto inevitabile che si interpone tra il reale e la nostra percezione.

Comunicato stampa

The Gallery Apart è orgogliosa di annunciare la terza personale in galleria di Corinna Gosmaro. In continuità con le precedenti esposizioni, in particolare nelle mostre Chutzpah! del 2020 e Conversation Piece Part VI dello stesso anno presso la Fondazione Memmo, l’artista prosegue la sua ricerca nei meandri dell’elaborazione della realtà e gioca ancora una volta con lo scarto inevitabile che si interpone tra il reale e la nostra percezione.
Gosmaro trova una corrispondenza, quasi una coincidenza, tra la sua recente produzione e la vicenda che vede protagonisti gli unici due scienziati al mondo in grado di vedere canali su Marte: Percival Lowell, letterato, matematico e astronomo americano, e l’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli, primo ad ipotizzare e disegnare i cosiddetti Canali di Marte. Lowell, consapevole del declino della vista di Schiaparelli si incarica di proseguire l’osservazione del pianeta.
Oggi sappiamo con certezza che non esistono canali su Marte, così come non esiste una forma di vita intelligente capace di crearli, ma all’epoca l’ardore di Lowell, spinto anche da un fatale e semplice errore di traduzione, lo portò alla convinzione della presenza di una civiltà sul Pianeta rosso. Leggendo nel testo italiano di Schiaparelli la parola canali, Lowell la tradusse con canals che in inglese prevede un’origine artificiale e non channel, che ha significato più generale. Un errore di traduzione gravido di conseguenze: «I Marziani costruiscono due immensi canali in due anni. Immensi lavori di ingegneria fatti in un tempo incredibilmente breve dai nostri vicini planetari» è il titolo dell’intervista a Lowell sul New York Times del 27 agosto 1911.
Dietro l’errore di traduzione e la spinta inebriante di una possibile scoperta, si nasconde un errore ancora più sorprendente: gli strumenti di osservazione utilizzati da Lowell e Schiaparelli funzionavano anche da dispositivo ottico, proiettando le strutture neurovascolari dei loro stessi occhi. I due scienziati non mappavano altro che le ombre dei propri vasi sanguigni e l’architettura della loro stessa retina. Non solo, osservavano ignari la loro stessa visione, erano in balia della loro percezione. Ed ecco che luci e ombre diventano punti, che si uniscono in linee, che si strutturano in diramazioni, che danno adito a teorie che ispirano romanzi come "La guerra dei mondi”, capaci di muovere masse di migliaia di americani, che nel 1938 ascoltando la trasmissione radiofonica di Halloween di Orson Welles temono davvero che i marziani siano sbarcati nel New Jersey.
Gosmaro si interroga da una parte sul rapporto e sulla distanza tra ciò che si percepisce visivamente e ciò che si vuole percepire e vedere, dall’altra sul valore assoluto dell’anelito alla ricerca e dunque alla visione. Le due possibili prospettive di sviluppo intellettuale potrebbero riassumersi nella differenza tra le espressioni inglesi bias for, che attesta una propensione o una predilezione, e bias against, che indica pregiudizio e preconcetto. Da qui l’importanza della percezione e dello studio dei suoi meccanismi, giacché la percezione è il primo passo nel processo cognitivo e, a seconda della direzione intrapresa, si può dare spazio all’immaginazione finalizzandola alla formulazione di teorie fantasmagoriche, comunque sorrette da sincero afflato verso la ricerca della verità, oppure farsi condizionare dal pregiudizio che conduce inevitabilmente verso l’antiscienza e il complottismo.
Le interpretazioni sui Canali di Marte sono per Gosmaro una metafora dello sforzo che la nostra specie compie nel tentativo di dare un’organizzazione strutturata a realtà confuse. Come evidenziato da Gombrich in ambito artistico e dallo stesso Lowell sul piano scientifico, è facile che si veda ciò che ci si aspetta di vedere. L’esperienza visuale affonda le radici nei condizionamenti (mode, pregiudizi, paure, precetti religiosi e politici), ma il processo cognitivo non può prescindere da tale esperienza nel percorso che sfocia, a livello individuale, nell’esercizio della propria capacità di giudizio i cui i risultati sono tendenzialmente sopravvalutati e non esaminati in merito alla loro effettiva aderenza alla realtà.
Il passaggio dall’esperienza visuale alla formazione di un convincimento, sia esso vera conoscenza o adesione a credenze, è fortemente influenzato dalle fonti di percezione (esperienze dirette, relazioni personali, media, studi, meditazioni e persino sogni) e si concretizza in un flusso di coscienza dall’interiore al mondo esterno che ciascuno infine risciacqua nei ricordi individuali, in quello che si è convinti essere il proprio vissuto ma che spesso è influenzato da errori, dimenticanze e distorsioni. A volte non è possibile distinguere ciò che si è percepito da ciò che è stato artificiosamente creato. Gosmaro questa volta gioca a ritroso e va alla ricerca di coincidenze forzate e sorprese cercate.
L’artista presenta in mostra più serie di opere che invitano lo spettatore ad abbandonarsi a questo flusso percettivo senza orientamento nell’esperienza visuale personale.
Nei nuovi filtri Nesting (annidamento) l’immagine si compone, anche qui senza orientamento, tra le maglie del filtro di poliestere con olio e pittura a spray, cercando di aumentare le potenzialità interpretative sintonizzandosi con l’immaginazione dello spettatore che viene richiamato nella profondità del materiale a intravedere e a leggere liberamente.
In ciò riemerge l’interesse di Gosmaro per le immagini archetipiche con cui dà forma al precetto di Gombrich secondo cui “La riproduzione delle figure più semplici non costituisce affatto un processo in sé psicologicamente semplice”.
Un’ulteriore serie di opere consente a Gosmaro di formalizzare il fenomeno delle mosche volanti, corpuscoli neri e mobili che invadono la vista senza mai consentire una loro messa a fuoco. Un esempio comune della distanza tra realtà e visione che l’artista traduce in opere bidimensionali che si rivelano con il movimento e altre che lo spettatore può prendere in mano e muoverle sotto la fonte di luce in modo da aumentarne la percezione.
Infine, due sculture in metallo, due sedie che paiono inginocchiate quasi a inscenare o un inchino all’ardore dei due scienziati o l’arresa all’impossibilità di andare oltre le nostre stesse illusioni, sulle quali è incisa la scritta Imagination both helps and hurts memory che ben racchiude il senso profondo della mostra.
Delusional Beliefs, opera che da il titolo alla mostra, è l'elemento di congiunzione tra i due piani della galleria e, attraverso l'esposizione di una serie di coincidenze (in)attese, diventa il perno concettuale che suggerisce il paradosso di una realtà che, quanto più ci appare immobile, tanto più esibisce le imprevedibili oscillazioni fra i momenti della percezione.
CORINNA GOSMARO:
Corinna Gosmaro (Savigliano, 1987) è un'artista italiana che vive e lavora a Parigi. Il suo lavoro riflette sulle caratteristiche atemporali dell'essere umano inteso come entità culturale e globale. Le interessa sottolineare come la maggior parte delle lacune legate alla nostra comprensione siano dovute alla difficoltà di uscire dal paradigma cognitivo e come quest'ultimo ci spinga costantemente a fare esperienza attraverso una sorta di narrazione che non necessariamente coincide con la realtà stessa.
Corinna Gosmaro, alla sua terza mostra negli spazi di The Gallery Apart, ha esposto in molti spazi istituzionali, tra cui Fondazione Memmo Roma, American Academy in Rome, – Fondation Fiminco Romainville, GAMeC Bergamo, Fondazione Pastificio Cerere Roma, Schafhof Künstlerhaus Oberbayern Freisung, Museo Nazionale della Montagna Torino, Museo Michetti Francavilla a Mare. Ha preso parte a numerosi programmi di residenza: POUSH Parigi (2022), Fonderia artistica Battaglia Milano (2022), Fondation Fiminco Romainville (2021), Cité Internationale des Arts di Parigi (da cui è stata selezionata attraverso il programma principale Les lauréats). Nel 2018 è stata premiata con il Talent Prize e nel 2019 con l'Italian Fellowship for Visual Art presso l'American Academy in Rome.