Caio Mario Garrubba – I cinesi nel 1959

Informazioni Evento

Luogo
MACOF - CENTRO DELLA FOTOGRAFIA ITALIANA
Via Moretto 78, Brescia, Italia
Date
Dal al

da martedì a domenica dalle 11:00 alle 19:00

Vernissage
07/03/2017

ore 10.30 su invito

Contatti
Sito web: http://bresciaphotofestival.it
Artisti
Caio Mario Garrubba
Curatori
Renato Corsini
Uffici stampa
STUDIO ESSECI
Generi
fotografia, personale
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La mostra, non ancora presentata né in Italia né all’estero, costituita per la maggior parte da fotografie inedite, è corredata da un catalogo in corso di produzione. L’importanza e l’esclusività del documento trattato (della Cina di quegli anni esistono solo foto di propaganda di regime) conferiscono alla mostra un profilo di interesse anche extranazionale ed un momento di approfondimento sulla realtà sociale cinese di quei tempi.

Comunicato stampa

Caio Mario Garrubba è sicuramente una delle personalità più rappresentative della storia della fotografia non solo nazionale. Ritenuto il “maestro” dalla maggior parte dei “maestri” italiani, nato a Napoli in una famiglia borghese di origini calabre, abbandona negli anni ’50 gli studi di storia e filosofia per dedicarsi alla fotografia. Sono del 1952 i suoi primi lavori di un reportage realizzato in Spagna, pubblicato sul il Mondo di Mario Pannunzio. Sposato con Alla Folomietov nel 1962, rivolge la sua professione di freelance soprattutto all’est europeo collaborando con le più importanti testate internazionali. Nel 1959 è uno dei pochissimi, insieme a Henri Cartier-Bressson, ad essere ammesso nella Cina di Mao per scattare fotografie.
Nel pieno svolgimento di quella che veniva definita “la rivoluzione culturale”, come ebbe a scrivere il grande Goffredo Parise: “Caio Garrubba ha fatto delle fotografie sulla Cina che sono la Cina. La Cina ha alcuni caratteri fondamentali, biologici, innanzitutto, poi culturali, estetici, formali; poi sociali e religioso-politici. Infine, forse il più importante, uno individuale. Garrubba li ha semplicemente, didascalicamente, dolcissimamente colti tutti. Ognuna di queste fotografie in qualche modo, in primo, secondo o ultimo piano, li comprende: se uno appare in evidenza non manca mai l’altro e nemmeno gli altri, come se l’oggetto o persona o paesaggio in primo piano fossero circondati da un alone di presenze che non appaiono ma ci sono”.
La mostra, non ancora presentata né in Italia né all’estero, costituita per la maggior parte da fotografie inedite, è corredata da un catalogo in corso di produzione. L’importanza e l’esclusività del documento trattato (della Cina di quegli anni esistono solo foto di propaganda di regime) conferiscono alla mostra un profilo di interesse anche extranazionale ed un momento di approfondimento sulla realtà sociale cinese di quei tempi.