Baldo Diodato / Antonio Caggiano – Tappeto Sonoro

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA PAOLA VERRENGIA
Via Fieravecchia 34, Salerno, Italia
Date
Dal al

lunedì/venerdì: 16:30 – 20:30; sabato: 10:30 – 13:00; 17:00 – 21:00

Vernissage
09/10/2019

ore 19,30

Artisti
Baldo Diodato, Antonio Caggiano
Generi
arte contemporanea, doppia personale
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Mostra doppia personale.

Comunicato stampa

La Galleria Paola Verrengia in occasione della Quindicesima Giornata del Contemporaneo, promossa da AMACI, è lieta di presentare mercoledì 9 ottobre alle ore 19.30 la performance dell’artista Baldo Diodato accompagnata da un intervento musicale del Maestro Antonio Caggiano.

Il progetto pensato appositamente per gli spazi della Galleria sarà diviso in due momenti: alle 19.00 si aprirà la mostra che “raccoglie una selezione ragionata di opere - soprattutto di piccolo formato - che dagli anni Settanta hanno contrassegnato un percorso, tra USA e Italia, tra New York e Roma, che sono poi i veri teatri di riferimento dell’artista napoletano.” (L. Madaro); alle 19.30 inizierà la performance dal titolo “Tappeto sonoro”, durante la quale delle lastre di alluminio saranno posizionate sull’area pedonale prospiciente la Galleria in via Fieravecchia, sulle quali l’artista, coinvolgendo anche i passanti, realizzerà un particolare bassorilievo catturando impronte e segni a colpi di martello.
Nel suo lavoro Diodato, attraverso l’utilizzo di vari materiali, soprattutto metalli, carta e tela, intende cristallizzare – seguendo complessi frottagee scegliendo pavimentazioni antiche - le tracce inenarrabili della storia dell’uomo.
A caratterizzare l’opera di Baldo Diodato, la tecnica del frottage, pratica già conosciuta nell’antichità ma riscoperta nel Novecento grazie all’artista surrealista Max Ernst; consistente nella sovrapposizione di un supporto su una superficie non liscia che permette in questo modo di far affiorare la propria morfologia attraverso il reciproco sfregamento.

Durante gli anni Duemila l’artista forte delle nuove esperienze tecniche inizierà a sviluppare lavori di grande formato che sconfineranno nell’uso dello spazio pubblico. È in questo periodo che inizierà la collaborazione con il percussionista Antonio Caggiano, che compone e sperimenta ritmi sui lavori metallici dell'artista, modulando e riproducendo i suoni delle lamine durante i colpi del martello di Diodato.
L’intensa cooperazione tra i due porta alle performance di “Tappeto in musica”, realizzata sulla terrazza del Museo Hermann Nitsch della Fondazione Morra a Napoli nel 2010 curata da Achille Bonito Oliva, e successivamente di “Tappeto Sonoro” che nel 2012 in occasione del centenario della nascita di John Cage vede la trasformazione di Piazza San Francesco a Lucca in un suggestivo palcoscenico da cui scaturisce una originale fusione visiva e musicale che vanno a costituire un unico corpus scultoreo. “La scultura è un genere che vuole essere perdonato, in quanto occupazione di spazio pubblico, e per una sua lampante invadenza, frutto di un gesto creativo dell’artista che attraverso materiali diversi fra loro realizza un volume, un ingombro, un inciampo non solo nello sguardo dello spettatore ma anche per il suo corpo” (A. Bonito Oliva)

Baldo Diodato (Napoli, 1938). Vive e lavora a Roma. Si forma all’Accademia di Torino e all’Accademia di Belle Arti di Napoli, dove studia scultura con Emilio Greco e Augusto Perez. Espone il proprio lavoro alla Modern Art Agency di Lucio Amelio nel 1966, partecipando attivamente al dibattito culturale che prevede la scultura artistica partenopea, lasciandosi coinvolgere dai fermenti neodadaisti, espressione della rivista “Linea Sud”, fondata nel 1963 e diretta da Luigi Castellano. Con altri artisti forma “L’operativo 64”, insieme anche ad Achille Bonito Oliva come teorico del gruppo. Dal 1966 si trasferisce negli Stati Uniti, a New York, città che in quegli anni è piena di stimoli e la vita artistica è straordinariamente attiva: qui l’artista trova nuovi riferimenti estetici da utilizzare come punto di partenza per sperimentazioni personali. Nel 1992 torna in Italia e si trasferisce a Roma, proseguendo la sua ricerca coniugando le radici europee con la venticinquennale partecipazione alle avanguardie newyorkesi. La sua opera è caratterizzata dalla tecnica del Frottage, con cui imprime in uno specifico supporto la morfologia di un determinato “oggetto”, prediligendo le pavimentazioni antiche (ciottolati, lastricati, sampietrini) che rimandano all’idea di storia dell’uomo.

Antonio Caggiano intraprende la sua formazione di percussionista al Conservatorio dell’Aquila con il M° Striano, perfezionandosi in seguito con G. Burton e D. Friedman, e di compositore a S. Cecilia in Roma con i Maestri Bianchini e Nottoli. Docente di strumenti a percussione presso il conservatorio Santa Cecilia di Roma, si interessa da sempre alla commistione di linguaggi artistici diversi. Attento alle esperienze più innovative della scena musicale internazionale, nel 1987 dà vita con Ruggeri all’Ensemble Ars Ludicon cui partecipa a importanti festival e rassegne nazionali e internazionali, intrecciando rapporti di collaborazione con alcuni fra i maggiori compositori contemporanei con i quali si esibisce in Europa, Stati Uniti, Cina, Canada, Mexico, Sud America, Africa. Nella sua esperienza di professore d’orchestra ha collaborato con importanti direttori quali: L. Bernstein, G. Sinopoli, R. Chailly, E. Morricone, Z. Mehta, ecc. Collabora in qualità di solista con diversi gruppi da camera ed è da segnalare l’attività con il PMCE, Ensemble in residence dell’Auditorium Parco della Musica di Roma, finalizzata alla realizzazione di progetti con compositori tra I più importanti della scena internazionale. Scrive musiche per il teatro, la danza e collabora con artisti visivi qualiC. Accardi, F. Mauri, B. Diodato ecc.Partecipa inoltre alla mostra “Le opere e i giorni” presso la Certosa di Padula su invito di A. Bonito Oliva con il quale collabora inoltre in qualità di performer al ciclo di trasmissioni “A.B.O.RDO DELLE ARTI” rubrica di arte contemporanea, ed al progetto: ”Il Ribelle imminente” presentato alla X edizione del “Festivaletteratura di Mantova” .Nel 2006 riceve l’ABO d’argento-sezione musica- per essersi distinto nella ricerca compositiva contemporanea.