Avanguardia ceca
La mostra presenta tre figure dell’avanguardia ceca del Novecento, legate da un comune esordio in ambito letterario e poetico.
Comunicato stampa
La mostra presenta tre figure dell’avanguardia ceca del Novecento, legate da un comune esordio in ambito letterario e poetico. La loro ricerca, legata al surrealismo, si realizza attraverso una forte sperimentazione e una varietà di tecniche esecutive. Con oltre una trentina di lavori la mostra approfondisce gli esiti raggiunti dai tre artisti nell’ambito del collage.
Il più noto dei tre artisti è Jiří Kolář (Protivín 1914 - Praga 2002). Figura complessa e versatile, fu poeta, scrittore, traduttore e artista visivo. L’incontro col surrealismo lo portò a sperimentare le più audaci innovazioni formali. Prosa, poesia e immagini si fondono nel suo lavoro a creare un linguaggio nuovo. Fulcro della sua indagine tecnica è il collage: arriverà a classificare, all’interno del suo Dizionario dei metodi, oltre 108 varianti, di cui alcune di sua invenzione. Lettere, parole, testi, riferibili a una moltitudine di lingue diverse, ma anche vecchie incisioni, o immagini tratte da riviste, vengono scomposti, destrutturati, per mescolarsi e ricomporsi ad animare i suoi fogli in un gioco dinamico e vitale. «Attraverso le sue forbici l’alfabeto ha trovato il suo delirio e il suo paradiso», ha detto di lui Claudio Parmiggiani.
La riflessione letteraria di Ladislav Novák (Turnov 1925 - Třebič 1999) si accompagna ad uno studio figurativo di grande originalità, basato sull’utilizzo libero e svincolato dalla tradizione di materie e metodologie pittoriche. Frottages, collage e in una fase più tarda froissages e alchimages, ottenuti questi ultimi attraverso l’uso di sostanze chimiche, sono gli strumenti con cui ci proietta nel suo immaginario di sogni e visioni.
Figura singolare ed eclettica, Adolf Hoffmeister (Praga 1902 – Říčky 1973) fu scrittore, pittore, caricaturista e giornalista dalla ricca produzione. I suoi lavori danno vita ad un universo suggestivo ed inquieto, spesso caratterizzato da una forte denuncia politica e da un’ironia sferzante. Fu autore col compositore Hans Krása di un'opera musicale per bambini, Brundibár, messa in scena dai deportati del campo di concentramento di Terezin tra il 1943 e il 1944.