Art Hate Milan: storm of defence 2

Informazioni Evento

Luogo
PAOLO CURTI / ANNAMARIA GAMBUZZI & CO.
Via Pontaccio 19, Milano, Italia
Date
Dal al

da lunedì a venerdì 11–19, escluso festivi,

sabato su appuntamento

Vernissage
05/10/2012

ore 18.30

Contatti
Email: info@paolocurti.com
Generi
arte contemporanea, collettiva, disegno e grafica
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Art Hate è un’organizzazione di opposizione, fondata dal Dr. Albirt Umber e da Mr. Harold Rosenbloom (pseudonimi per Billy Childish, Steve Lowe e Adam Wood), specializzata in un corpo a corpo unico di invenzioni di alto spirito, idee selvagge e polemiche confuse. In occasione della mostra milanese, il Dr Albirt Umber e Mr Harold Rosenbloom (Billy Childish, Steve Lowe e Adam Wood), in quanto custodi dell’archivio storico di Art Hate, porteranno a Milano un ambiente/laboratorio dove saranno esposti sia i poster propagandistici di ispirazione attivista, sia le macchine che li producono.

Comunicato stampa

La galleria Paolo Curti / Annamaria Gambuzzi & Co. è lieta di annunciare la prima mostra italiana del progetto Art Hate che si aprirà giovedì 4 ottobre prossimo, in Via Pontaccio 19, a Milano.

Art Hate è un’organizzazione di opposizione, fondata dal Dr. Albirt Umber e da Mr. Harold Rosenbloom (pseudonimi per Billy Childish, Steve Lowe e Adam Wood), specializzata in un corpo a corpo unico di invenzioni di alto spirito, idee selvagge e polemiche confuse.

Un movimento mosso dalla necessità di rivalutare il ruolo e la funzione dell’arte contemporanea, che viene accusata di ricoprire troppo spesso una mera funzione di spettacolarità e intrattenimento. Una tendenza questa che causa una rincorsa dell’arte verso spazi museali e istituzioni che chiamano a sè un pubblico troppo elitario e poco riflessivo, e che deve essere contrastata a favore di un ritorno verso una dimensione demiurgica dell’arte.

Ispirandosi alla metodologia comunicativa ideata dai partiti di massa, come il nazismo, il fascismo e il comunismo, Billy Childish ha coordinato dal 2010 la nascita di un vero e proprio partito politico dell’arte. Partendo dall’analisi e dalla libera associazione delle parole odio e arte, spesso accompagnate a simboli come la svastica appesa ad una forca, il collettivo ha creato poster-manifesti, studiato slogan, istituito archivi fotografici, per educare il pubblico all “odio dell’ arte”.

I manifesti firmati Art Hate sono intrisi di un sapore antico. Per rispettare le intenzioni propagandistiche del gruppo, riprendono lo stile grafico utilizzato durante il realismo socialista della Russia degli anni ‘30, e nell’iconografia ricordano i caratteri utilizzati durante il periodo nazista in Germania e in Italia.

Il simbolo della svastica appesa ad una forca, che durante la rivolta di Varsavia nella Seconda Guerra Mondiale appariva sui muri come un atto di sfida anti-fascista, viene adottato dal movimento come rappresentazione della Resistenza. Art Hate presenta questa metafora all’infinito, nella piena consapevolezza dell’incomprensione dell’utilizzo della svastica, di cui si vuole invece ricordare il significato primario: un antico simbolo di amore, luce e vita.

In occasione della mostra milanese, il Dr Albirt Umber e Mr Harold Rosenbloom (Billy Childish, Steve Lowe e Adam Wood), in quanto custodi dell’archivio storico di Art Hate, porteranno a Milano un ambiente/laboratorio dove saranno esposti sia i poster propagandistici di ispirazione attivista, sia le macchine che li producono. L’insegna in ferro battuto che accoglie i visitatori sulla porta e recita : “L’arte rende liberi” si rifà nella forma e nello stile alle scritte poste all'ingresso di numerosi campi di concentramento tedeschi: “Kunst Macht frei”. Un vecchio grammofono che riproduce musiche dal sapore storico patriottico accompagna lo spettatore di Art Hate nell’esposizione di vecchie cartoline, di documenti informativi e di oggetti che spaziano dal dadaismo al punk.

Galleria Paolo Curti / Annamaria Gambuzzi & Co. is proud to announce the first Italian exhibition of the project Art Hate, opening on Thursday 4 October, at Via Pontaccio 19, Milan.

Art Hate is an organization of opposition founded by Dr. Albirt Umber and Mr. Harold Rosenbloom (pseudonyms for Billy Childish, Steve Lowe and Adam Wood) specializing in a unique struggle of inventions of lofty humor, savage ideas, confused debates.

A movement driven by the need to reassess the role and function of contemporary art, which is accused of all too often operating as mere spectacle and entertainment. A tendency that causes the convergence of art on museum spaces and institutions that attract an elitist audience not bent on reflection, a trend that should be fought against to encourage a return to a demiurgic art dimension.

Based on the communicative methods of repressive movements like Nazism, Fascism and Communism, Billy Childish, since 2010, has coordinated the birth of a veritable political party of art. Starting with analysis and free association of the words hate and art, often accompanied by symbols like the swastika hanging on a gallows, the collective has created posters, slogans and photographic archives to educate the public about “art hate”.

The Art Hate posters are steeped in retro imagery. To comply with the propagandistic intentions of the group, they reflect the graphic style utilized during Socialist Realism in Russia in the 1930s, the lettering used during the Nazi period in Germany and Italy.

The symbol of the swastika hanging on a gallows, which during the Warsaw revolt in World War II appeared on walls as an act of anti-Nazi rebellion, is used by the movement as a representation of Resistance. Art Hate displays this metaphor in an infinity of ways, fully aware of incomprehension of the use of the swastika, with the sole aim of creating a reminder of its primary meaning: an ancient symbol of love, light and life.

For the show in Milan Dr. Albirt Umber and Mr. Harold Rosenbloom (Billy Childish, Steve Lowe and Adam Wood), as the custodians of the historical archive of Art Hate, will bring an environment/workshop to Milan in which to display both propaganda posters with an activist approach, and the machines that make them. The wrought iron sign that greets visitors at the door reads: “Art Makes Us Free”, reprising the form and style of the messages placed at the entrances of many German concentration camps: “Kunst Macht Frei”. An old gramophone that produces patriotic sounding music accompanies the viewer of Art Hate through the exhibits of old postcards, informative documents and objects, ranging from Dada to Punk.