Arspolis

Informazioni Evento

Luogo
VILLA CIANI - PARCO CIANI
Via Giacomo E Filippo Ciani , Lugano, Switzerland
Date
Il
Vernissage
15/09/2012

ore 15

Contatti
Email: info@arspolis.ch
Sito web: http://www.arspolis.ch
Curatori
Jean-Marie Reynier, Ermanno Cristini
Generi
serata - evento
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«Saremo come dei principi, sottoterra»

Comunicato stampa

ARSPOLIS EVENTO 2 – Lugano – 15 settembre 2012
« Saremo come dei principi, sottoterra »

A cura di Ermanno Cristini e Jean-Marie Reynier

Artisti invitati:
Sergio Breviario, Rebecca Bowring, Umberto Cavenago, Ermanno Cristini, Oppy De Bernardo, Collectif indigène (Andréanne Oberson & Jean-Marie Reynier), Baptiste Lefebvre, Michele Lombardelli, Microcollection, Yari Miele, Manuel Müller, Andrea Nacciarriti, Giancarlo Norese, Silvano Repetto, Nicolas Savary, Laure Schwarz, Tilo Steireif, Temporary Black Space, François Wavre, Virginia Zanetti.

In seguito all’esposizione « C’est la nuit qu’il est beau de croire à la lumière » svoltasi nel misterioso Forte militare di Chillon, i due curatori hanno deciso di continuare il viaggio. Un viaggio dal centro della terra alla strada. In quest’ottica gli artisti che hanno vissuto l’esperienza del Forte saranno presenti ad Arspolis evento 2 come portatori sani di memoria, accompagnati da nuovi viandanti che li guideranno verso le future mostre. Per l’occasione sarà presentato il catalogo dell’esposizione di Chillon, con i testi di Jean-Marie Reynier, Ermanno Cristini e Marco Costantini.

PROGRAMMA DELLA GIORNATA

15.00-16.00
CERIMONIA DI APERTURA, scalinata Villa Ciani (Parco Ciani).
« Elegir », azione teatrale di Daniele Bianco e Diego Stephani.

16.00-18.00
PREMIO DEL PUBBLICO 2011, Lab_Comacina, viale Cassarate 4.
« BEEEEEEE », esposizione di Laura Solari e Plinio-Natale Cemento-Müller, special guest: Joëlle Flumet.
A cura di Michele Balmelli.

18.00-23.00
ARSPOLIS EVENTO #2 , Via Luigi Lavizzari, via Luigi Canonica.
« Saremo come dei principi, sottoterra », esposizione di Sergio Breviario, Rebecca Bowring, Umberto Cavenago, Ermanno Cristini, Oppy De Bernardo, Collectif indigène (Andréanne Oberson & Jean-Marie Reynier), Baptiste Lefebvre, Michele Lombardelli, Microcollection, Yari Miele, Manuel Müller, Andrea Nacciarriti, Giancarlo Norese, Silvano Repetto, Nicolas Savary, Laure Schwarz, Tilo Steireif, Temporary Black Space, François Wavre, Virginia Zanetti.
A cura di Ermanno Cristini e Jean-Marie Reynier.

Aspettando Arspolis
venerdì 14 settembre, ore 21:00 allo Studio Foce.
« Quantum », performance / danza contemporanea di e con Margarita Kennedy e Filippo Armati.

Arspolis è un evento in collaborazione con:
Arte Urbana Lugano, Dicastero Giovani ed Eventi Lugano, Lugano Level,
Ego Gallery, PURO design Locarno, Clement Project Zugo, Artribune.

L'accesso alla manifestazione è libero. Per maggiori informazioni: www.arspolis.ch

« Saremo come dei principi, sottoterra »

ERMANNO CRISTINI
A: JEAN MARIE REYNIER

Caro Jean Marie,

la conclusione della mia lecture a Chillon stava in una frase di Po Chang, a cui Virginia ha dato corpo con la sua performance: “Non ditemi che è una brocca ma ditemi che cos’è”. E’ un invito a parlare il linguaggio a “bocca chiusa”, nutrendolo dei silenzi che soli gli consentono non già di nominare la realtà ma di essere la realtà. E in fondo di questo si tratta, la nostra “immersione” è diventata la condizione di un’interrogazione sull’essere. L’essere dei nostri ruoli, l’essere del nostro fare, l’essere dell’opera. Il “teatro delle coppie” a cui abbiamo dato vita, alla fine, dissolvendosi, si è sviluppato intorno a questa interrogazione, abbordata con levità, condotta con il piacere del gioco, come si conviene in queste cose, lasciandosi guidare dai camminamenti labirintici di un andare sempre più sotto, sempre più in profondità, sempre più al cuore. Il viaggio all’interno della collina che contiene il forte di Chillon si è sempre più rivelato un viaggio all’interno della collina che ci contiene e che noi conteniamo. Di “Metronomo agogico” mi piaceva parlare a proposito del tuo fare in questo caso, dove la necessità del “ritmo” si è costantemente misurata con la necessità della sua alterazione nella declinazione personale di tutti i partecipanti, ognuno con il proprio passo, con il proprio affanno. Ne è uscita una narrazione collettiva che esplicitando il processo del suo farsi e percorrendo il tempo del suo sviluppo attraverso i due giorni che ci hanno visto lavorare laggiù, si è data anche, perché no, nella forma di un “intrattenimento”. Siamo stati bene nel fortino; intrattenere ha qualche cosa a che fare con il dimorare e il suo etimo comprende l’indugiare, il trattenersi e il ritardare, come nella dimora, la casa. Dunque l’interrogazione sull’essere ci ha portato ad indugiare, ovvero a consumare un ritardo nello spazio e nel tempo che se vogliamo è uno sperpero. Un grande privilegio quello di poter sperperare, lo sappiamo bene noi perditempo, perché sappiamo che è nello sperpero che le cose si rivelano emancipandosi dalla loro dimensione utilitaristica. Ci siamo persi nel forte e questo perdersi lasciando la superficie ci ha fatto vivere la deriva dello spazio entro un ansimare della linea del tempo. Forse è proprio in quell’ ansimare che possiamo rinunciare a nominare le cose per sentirle invece cantare, ovvero per averne esperienza. Proprio così, ci siamo disposti all’ascolto della voce delle cose. Abbiamo iniziato senza una “missione” eppure ci siamo ritrovati tra le mani questioni sostanziali. Abbiamo riso eppure ci siamo scoperti al cospetto di temi tutt’altro che risibili. Ci siamo “nascosti” eppure abbiamo esibito le nostre “nudità” senza pudori, per cogliere senza pudori le nudità delle cose. Là sotto non abbiamo trovato risposte e tantomeno le abbiamo date, così se non altro non possiamo scrivere la parola fine ma, forse, ne siamo usciti avendo accresciuto la consapevolezza del fatto che l’adesso è già in corso e che la meta è il cammino, perché la perdita è anche perdita di inizio e fine e durante; questa è la verità di ogni viaggio. Ora aspettiamo.

Ermanno Cristini

“Non sapersi orientare in una città non significa molto.
Ci vuole invece una certa pratica per smarrirsi in essa
come ci si smarrisce in una foresta.”
(Walter Benjamin, Infanzia berlinese)