Are You An Icon Too?

Informazioni Evento

Luogo
THE POOL NYC
Palazzo Fagnani, Via Santa Maria Fulcorina, 20 20123 , Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al
Vernissage
11/05/2023
Curatori
Luigi Franchin, Viola Romoli
Generi
arte contemporanea, collettiva

Comunicato stampa

Claudio Abate, Berenice Abbott, Nobuyoshi Araki, Peter Beard, Bill Brandt, Henri Cartier-Bresson, Gregory Crewdson, Mario De Biasi, Robert Doisneau, Alfred Eisenstadt, Elliott Erwitt, Ron Galella, Luigi Ghirri, Mario Giacomelli, Gianfranco Gorgoni, Jacques-Henri Lartigue, Yousuf Karsh, André Kertész, Alberto Korda, Richard Misrach, Vik Muniz, Tazio Secchiaroli, Elio Sorci, Wolfgang Tillmans, Oliviero Toscani, Inez Van Lamsweerde & Vinoodh Matadin, Minor White, Joel-Peter Witkin

Bombardati sempre più da immagini di esseri umani, celebri e anonimi, in ambiti pubblici e privati, non possiamo al giorno d’oggi non chiederci se anche noi stessi siamo diventati iconici per qualcuno, o potremmo esserlo se fotografati in una determinata maniera.
Occhi languidi, labbra semiaperte, piedi feticcio, gambe accavallate, mani parlanti: potremmo divenire un’icona, ma come si fa ad esserlo per davvero?

Nel XXI secolo la tataki di tonno con avocado a fettine di un noto cuoco ruba lo spazio al volto di grandi filosofi o pensatori, perché?

Dobbiamo porci tale domanda prima di visitare la mostra e trovare la risposta dopo aver osservato attentamente le fotografie dei grandi maestri, che non usavano il telefonino in maniera compulsiva immortalando qualsiasi immagine, ma guardavano attraverso un obiettivo incerto e coglievano in un solo istante qualcosa di unico ed irripetibile.

L’ Icona nasce come immagine sacra dipinta su legno o tavoletta che successivamente viene impreziosita con oro, argento o pietre preziose, quindi qualcosa di unico; si passa in un batter d’occhio dal sacro al profano con l’avvento dell’informatica: l’icona diventa una piccola immagine che rappresenta in modo simbolico un comando, una funzione o anche un documento o un programma operativo, che appare sullo schermo di un computer.

Una trentina di maestri della FotoArte selezionati tra i quasi 500 presenti in mostre di genere a Milano negli ultimi 40 anni vengono esposti in città dal 12 maggio al 30 settembre da THE POOL NYC.

Da Jacques-Henri Lartigue a Gregory Crewdson, i pionieri dell’immagine racontano l’epopea di un’arte che ha trovato nel novecento il suo massimo fulgore. Infatti è del 1912 la piú antica fotografia di Lartigue e del 1999 quella di Crewdson, per l’appunto, a scandire la fine di un periodo storico. Ciascuno degli artisti in mostra offre immagini che hanno influito sulla storia e la percezione dell’arte visiva contemporanea. Inquadrature che hanno influenzato generazioni successive, partecipando a quello che definiremo il “trionfo dell’immagine nella società del nuovo millennio”. Tra i piú conosciuti Vik Muniz, Nobuyoshi Araki, Oliviero Toscani, Henri Cartier-Bresson e tanti altri, tra cui il reporter milanese d’adozione Mario De Biasi. Impossibile perdersi le immagini iconiche del bacio all’Hotel de Ville di Doisneau, il ritratto del Che fatto dal cubano Korda, oppure la Bardot sul WC di Secchiaroli. Due dittici vintage per gli italiani piú importanti del secolo scorso: Mario Giacomelli e Luigi Ghirri. Alcune immagini aprono a innovative sperimentazioni per il mondo dell’arte come le ricostruzioni macabre di Witkin o le ambigue digitalizzazioni di Inez Van Lamsweerde. L’obiettivo fissa il confine tra teatro e realtà, disturbando il conformismo di un mondo generalmente conservatore. La mostra introduce anche un focus particolare su alcuni generi del collezionismo contemporaneo: il feticismo del reperto vintage con una serie di opere uniche di Mario Giacomelli, la fotografia “costruita” con rare opere di Vik Muniz e il rapporto tra arte e documentazione con una serie di lavori di Claudio Abate recentemente scomparso dopo una vita passata con gli artisti, da De Chirico a Jannis Kounellis.