Antoine Zgraggen – Il peso fa paura

Informazioni Evento

Luogo
GALLERIA L'AFFICHE
Via Dell'unione 6, Milano, Italia
(Clicca qui per la mappa)
Date
Dal al

da martedì a sabato ore 16-19

Vernissage
01/03/2012

ore 18.30

Artisti
Antoine Zgraggen
Curatori
Adriano Mei Gentilucci
Generi
arte contemporanea, personale

Fusioni in ghisa, alluminio, acciaio. Da qualche grammo a qualche quintale. Sculture astratte pensate per essere toccate e accarezzate, oltre che guardate.

Comunicato stampa

Particolarissima mostra quella di Antoine Zgraggen alla Galleria l’Affiche il primo marzo.
Scultore svizzero ormai presente nel panorama artistico elvetico e tedesco, Zgraggen è alla terza mostra all’Affiche (la prima, lui sconosciuto, era del 1999). In questi anni ha esposto, tra l’altro, alla Kunsthalle Schirn di Francoforte (2007), al Museo Tinguely di Basilea (2008), alla Flower East Gallery di Londra (2008) e al Museum der Dinge di Berlino (2009-2010).

Nel piccolo catalogo pubblicato in occasione di questa mostra, Heinz Stahlut, curatore della sezione Fine Art della Berlinische Galerie, definisce le opere presentate all’Affiche come “sculture metalliche astratte che a prima vista ricordano quelle amorfe in pietra o piatte dell’artista dadaista e surrealista Hans Arp”.

Dice invece Zgraggen: “questi oggetti, di forma generalmente amorfa, sono stati creati al solo e unico scopo di essere percepiti – consapevolmente o inconsciamente – come materiale comunicante una sensazione o uno stimolo tattile. In quanto tali, devono incuriosire e risultare piacevoli al tatto. Dal punto di vista estetico, l’aspetto visivo è chiaramente subordinato a questa funzione primaria. Sul piano tecnico i Touchers nascono dalla fusione di metalli come l’alluminio, il bronzo o l’acciaio inox, e sono pensati per essere installati in luoghi di passaggio, su muri o pilastri”.

Meno di cento “fusioni”, quindi, di peso da qualche grammo a qualche quintale (sic!), sono presentate nei piccoli spazi della galleria, a volte inserite in cornici tridimensionali in ferro.

Scrive il dottor Urs Argast, psichiatra: “è davvero un’esperienza diversa toccare, accarezzare, far scivolare le mani sulla superficie di queste sculture. Zgraggen le chiama Handscmeichers, cioè oggetti che carezzano le mani, ed è proprio questo che fanno. Colpisce la sensazione fresca e perfino fredda che lasciano sulla pelle. La mano cerca qualcosa che la guidi in questo deserto di lucentezza, e trova realmente dei luoghi che hanno conservato parte della loro rugosità, sporgenze che suggeriscono ricordi di altre protuberanze, quelle che una volta erano sostegno e nutririmento e che ancora oggi ci invitano al gioco. La percezione oscilla tra il tatto, la ricerca e lo sguardo, nei giochi di luce che percorrono la superficie liscia e brillante di questi corpi.”