All Tomorrow’s Parties
La mostra ripercorre con foto, video, grafica e opere originali di Warhol il periodo in cui i Velvet Underground collaborarono con Andy warhol.
Comunicato stampa
Giovedì 15 dicembre 2011 alle ore 18.00 verrà inaugurata a Bologna la mostra
“All Tomorrow’s Parties - Andy Warhol, la Factory e i Velvet Underground”
ideata, realizzata e promossa da ONO arte contemporanea.
Molte sono state le mostre su Andy Warhol e sul suo lavoro ma poche si sono
incentrate su di lui; è per questo che la mostra bolognese racconterà per la prima
volta in maniera intima e quotidiana il personaggio e l’uomo, non l’artista. Verrà
descritto attraverso più di 85 scatti a opera di fotografi di fama internazionale come
per esempio David McCabe, che sono allo stesso tempo amici, artisti e membri della
Factory, l’epicentro creativo della New York degli anni ‘60.
Oltre al materiale fotografico, arricchiranno l’esposizione video di repertorio,
documentari e materiali cartacei originali. Le opere, documentano la vita personale di
Andy Warhol, ma anche il suo rapporto di amicizia con i Velvet Underground, un
sodalizio intellettuale e creativo breve, ma intenso, che va dal 1965 al 1970 anno in
cui Lou Reed lascia il gruppo. Un viaggio elettrizzante nella storia dell’arte e del rock,
studiato appositamente per un pubblico preparato e non.
Andy Warhol è il “principe della pop art”, ma non solo: è noto anche come
creatore di opinioni, costume e spettacolo. Nel 1962 dà vita alla Factory, uno studio
permanente che è allo stesso tempo centro di cultura, arte e feste all’avanguardia, il
luogo in cui sperimentare le sue intuizioni e testarle sulla pelle dei suoi collaboratori,
dei suoi collezionisti e dei suoi ammiratori, creativi di ogni genere, pittori, fotografi,
musicisti, filmmakers. La mostra documenterà proprio quegli anni, il dietro le quinte, i
rapporti di amicizia, le confidenze di un mondo sfrenato e geniale, di un uomo che
ancora oggi risulta attuale e innovativo.
Il percorso espositivo documenta anche il primo incontro di Andy con i Velvet
Underground: siamo nel 1965, al “Cafè Bizarre” nel quartiere del Greenwich Village a
New York quando il gruppo, dopo l’esibizione, viene licenziato su due piedi perché
considerato scandaloso e volgare dagli organizzatori; al contrario, l’ Andy spettatore
ne rimane folgorato. Iniziano così gli anni di collaborazione alla Factory, che sarà
messa a disposizione da Warhol come sala di prova.
Warhol li lancerà in performances multimediali d’impatto devastante e farà loro
da supervisore estetico. Produrrà il primo LP dei Velvet Underground dal titolo “The
Velvet Underground and Nico”, (chiamato anche "banana album" per via
dell’immagine in copertina disegnata da Andy Warhol) registrato nella seconda metà
del ‘66 e pubblicato nel ‘67. Sarà Andy stesso a proporre ai Velvet la cantante tedesca
Nico, che apporterà al disco un’anima ancora più metropolitana.
“All Tomorrow’s parties”, scelto per rappresentare la mostra bolognese, è
una delle tracce di questo primo album e rappresenta già la frizione tra Nico e Lou
Reed, le due anime all’interno del gruppo, e l’incrinarsi di un fragile equilibri. Questo
brano era il preferito da Andy Warhol, che lo considerava la riscrittura della favola di
cenerentola, nonché, come avrebbe detto Lou Reed, la perfetta descrizione della
gente che frequentava la Factory in quel periodo, ed è proprio per questo che è stato
come titolo della mostra.
Andy Warhol seppe unire la sensibilità musicale dei Velvet alla sua sensibilità
visiva, la trasgressione dei testi a quella dell'immagine. I Velvet Underground, Nico e
Warhol, moderni come nessun altro loro contemporaneo, crearono uno stile. Il loro
album è considerato uno dei più importanti e influenti nella storia del rock.
Gli artisti presenti in mostra: Anton Perich, i suoi lavori, nella maggior parte
ritratti, mostrano tutto quel mondo di personaggi che orbitavano attorno a Warhol,
alcuni resi celebri solo grazie a lui, come nel caso delle sue Superstar, altri invece
artisti già affermati attirati comunque dalla sua magnetica personalità. Anton Perich
era anche pittore, video artista e fotografo per la rivista “Interview” di Andy Warhol e
fu colui che nel 1977 inventò la macchina per la pittura meccanizzata, il trait d'union
tra la Pop Art e l'arte digitale.
Fred McDarrah “documentarista ufficiale” dell’espressionismo astratto e di
tutta quell’avanguardia degli anni ’50 e ’60 che prese poi il nome di “New York
School”; i suoi lavori sono quelli che ritraggono con più oggettività i giorni, ma
soprattutto le notti della Factory di Andy. McDarrah documenterà anche lo spettacolo
“The Exploding Plastic Inevitabile” evento multimediale ante litteram che debuttò nel
1966 al Trip di New York.
David McCabe documenta per un anno, il 1964, la vita privata di Andy Warhol
su richiesta dell’artista; Ugo Mulas che frequenta anche lui la Factory e la riporta nei
suoi “click” e molti altri tra cui Ronn Spencer e Elliott Landy.
Saranno gli scatti di Lisa Law e Adam Ritchie ad immortalare quella che fu
molto di più di una collaborazione tra Andy Warhol e i Velvet Underground. Altro
importante contributo alla mostra è stato dato da materiale di archivio del critico
americano Johan Kugelber+g, autore del libro The Velvet Underground – musica
ed arte a New York.
La mostra sarà arricchita da alcune opere originali di Andy Warhol provenienti
dalla collezione Rosini Gutman tra le quali la serigrafia con la banana del 1966, i fiori
del 1964, le Campbell Soup del 1968, le copertine originali dei vinili dei Velvet
Underground and Nico e dei Rolling Stones e anche i Dress e le Shopping Bag con i
barattoli di Campbell Soup.