Adriano Annino – Un pellegrino colpito da una campana
In mostra quattro grandi tele, un video e una installazione sonora.
Comunicato stampa
Mercoledì 18 maggio Circoloquadro inaugura la mostra personale di Adriano Annino, Un pellegrino colpito da una campana, realizzata appositamente per l’occasione e lo spazio milanese. In mostra quattro grandi tele, un video e una installazione sonora.
Adriano Annino dà alla sua personale milanese un titolo curioso, Un pellegrino colpito da una campana. Lo spunto viene dalla visione di un affresco della fine del XIV secolo visto nel Duomo di Bolzano che porta alla realizzazione di una mostra assai particolare per il tema trattato, i lavori esposti e l’allestimento complessivo.
Annino presenta quattro grandi tele dalle dimensioni importanti, 270x210 cm, che vanno a riempire completamente lo spazio e la cui iconografia riprende la struttura di grandi artisti del passato, con una predilezione qui per Rembradt. L’artista continua così, con grande coerenza, la sua ricerca artistica e formale che va a studiare e approfondire il linguaggio dei maestri del passato su cui innesta con un gesto pittorico veloce e sincopato temi che raccontano il presente.
L’allestimento, oltre alle quattro grandi tele, comprende un video e una installazione sonora. La pittura sincopata di Annino viene così potenziata e amplificata dalla installazione sonora: la musica infatti è uno dei linguaggi che l’artista utilizza già da tempo per le sue mostre, essendo lui stesso un musicista. Il risultato è quello di un ibrido tra tra teatro dei misteri e sacre rappresentazioni e display di insegne pubblicitarie.
In questo progetto Annino riflette sul tema dell’insicurezza, dell’imprevedibilità degli eventi, che non possiamo controllare e che spesso rappresentano occasioni, favorevoli o avverse, con cui confrontarsi e da cui possono nascere esperienze che ci mettono alla prova.
Un tema che l’artista sente anche riguardo il proprio lavoro: “Il tema sotteso al momento mi sembra possa essere l’insicurezza, non in un’accezione negativa ma neutra, intesa come la consapevolezza, nella creazione di un mio linguaggio, di espormi a possibilità, e in momenti sia simultanei che diversi, favorevoli e anche avverse.”
Adriano Annino (Napoli, 1983) vive e lavora a Milano. Dopo la laurea in filosofia della musica e il diploma in tromba al conservatorio, sviluppa una ricerca artistica in ambito pittorico sperimentando la contaminazione con linguaggi eterogenei, che spaziano dalla musica all’immagine in movimento, indagando la contemporaneità nelle dinamiche relazionali all’interno della comunicazione post-digitale. Negli ultimi anni è stato protagonista di diverse mostre personali, Marco, Tom, Moll, Microba, Bari e Termoclino Guidarello, Casa Vuota, Roma nel 2018; Centers Thermocline, Ateliermultimedia Galerie, Vienna, e Termoclino Marinella, Nuvole Arte Contemporanea di Montesarchio (BN) nel 2017; Walls have mouths to tell, Villa Rusconi, Milano 2015; A day in the life, Lem, Sassari 2014. Finalista nel 2017 per la città di Torino al T.I.N.A Prize e vincitore nel 2014 del premio ArteCa di Arte Rugabella, ha preso parte a svariate collettive tra cui, nel 2022, Corpi Eloquenti, Villa Contemporanea, Monza; nel 2019 Pendason de Crémaillère, CampoBase, Torino, e Drawing Storage Assonances, Bologna; nel 2018, Condizione, presso Eléphant Paname a Parigi e Angry Boys, al Det Ny Kastet Museum di Thisted in Danimarca; nel 2017, Linea Inquieta, dall’Espressionismo alla Nuova Oggettività, presso Palazzo Ceschi di Valsugana (TN); nel 2015, Some Velvet Drawings, ArtVerona; nel 2014, Third, presso la Robert Kananaj Gallery di Toronto; nel 2012, Dall’alto e dal basso, Palazzo Chianini-Vincenzi di Arezzo.