’60 Muri Dipinti

Informazioni Evento

Luogo
ROCCA SFORZESCA - PINACOTECA
Piazzale Rocca , Dozza, Italia
Date
Dal al
Vernissage
14/09/2013

ore 18,30

Contatti
Email: ufficiostampamambo@comune.bologna.it
Generi
documentaria
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La mostra si presenta nella Pinacoteca della Rocca come una passeggiata fra gli affreschi realizzati durante il primo decennio della manifestazione. Il percorso delle sale segue quello delle vie e delle piazze di Dozza, sulle pareti si susseguono i bozzetti dei dipinti che nel tempo si sono affiancati o avvicendati sui muri delle case.

Comunicato stampa

Di grande interesse si preannuncia la mostra ’60 MURI DIPINTI. Alle origini del Muro Dipinto, che rivisita gli Anni Sessanta, cioè il primo decennio della rassegna e sarà inaugurata sabato 14 settembre, alle ore 18,30 nella rocca. La mostra nasce da un lavoro di analisi del materiale fotografico del Fondo Pro Loco – ultimo appassionato depositario il Presidente Alessandro Favron – posto in relazione con i bozzetti conservati nel Centro Studi e Documentazione del Muro Dipinto. Curata da Patrizia Grandi con la collaborazione di Fabiola Naldi, si tratta di una mostra documentaria e artistica al tempo stesso, che unitamente alle foto degli artisti al lavoro presenta anche le opere, fra le quali ci sono i due grandi strappi di Matta e Licata, il bozzetto di dimensioni reali dell'opera di Saetti, poi i dipinti di Zigaina, Sassu, Sarri, Benedini, Bedeschi, Pini, Chiti, De Filippi e tanti altri. La mostra si presenta nella Pinacoteca della Rocca come una passeggiata fra gli affreschi realizzati durante il primo decennio della manifestazione. Il percorso delle sale segue quello delle vie e delle piazze di Dozza, sulle pareti si susseguono i bozzetti dei dipinti che nel tempo si sono affiancati o avvicendati sui muri delle case. Negli anni Sessanta si tennero 8 edizioni del Muro Dipinto, con cadenza annuale dal 1960 al 1964 e biennale dal 1965 in poi e furono realizzati 112 murales, di cui 16 tuttora sulle pareti, 4 strappati e 63 documentati dai bozzetti conservati nel Museo della Rocca. L’esposizione presenta la mappatura di 54 opere, cui si è pervenuti analizzando il materiale fotografico del Fondo Proloco di Dozza e raccogliendo le preziose testimonianze dei cittadini dozzesi.
“I documenti fotografici non hanno solo valore topografico. Funzionano come istantanee che rendono particolarmente viva la ricostruzione storica di quegli anni – spiega Patrizia Grandi -. Gli artisti sono lì a presentarci il loro lavoro sul muro, attorno ad essi la gente li segue incuriosita, il contesto cittadino, immutato nell’impianto, presenta le quinte architettoniche, a tratti irriconoscibili, di un borgo agricolo in cui la cultura del decoro urbano non si è ancora affermata”. “Al tempo stesso compaiono i segni della modernità negli oggetti e nei modi di vestire delle persone, una vespa e una Citroën Ami 6 vicino al dipinto di Sebastian Matta, gli occhiali “alla Pasolini” di due giovani spettatori, i pantaloni e le infradito indossati dalla pittrice Romanelli testimoniano cambiamenti di costume, sintomi della “modernità” che caratterizza quegli anni” conclude Patrizia Grandi.
Da parte sua, Fabiola Naldi nella scheda critica evidenzia come “i primi dieci anni della Biennale del Muro Dipinto sembrano, senza volerlo, un piccolo quanto dettagliato manuale della storia dell’arte italiana contemporanea”. I segni del dualismo fra stili tradizionali e aperture ai linguaggi di rottura connotano anche la manifestazione di Dozza. “I Sessanta sono tuttora considerati dieci anni più proficui di quella violenta trasformazione culturale, sociale, economica, ideologica e antropologica che ci avrebbe condotti ai decenni successivi, e l’affascinante recupero fotografico portato avanti da Patrizia Grandi lo dimostra” sottolinea Fabiola Naldi. “Il capovolgimento quotidiano di esperienza e di attitudine era in corso e coinvolgeva, nessuno escluso, ogni ambito della società. Dozza non è da meno e ancora oggi i suoi muri fanno trasparire l’eterna “lotta” tra tradizione ed innovazione che strutturò il decennio in questione - conclude Fabiola Naldi - . Anche i 120 artisti invitati a dipingere in quegli anni lavorano tutti in questa dimensione”.

Dozza, 10 settembre 2013