#01. Marco Secondin

Informazioni Evento

Luogo
SPAZIO O'
Via Pastrengo 12, Milano, Italia
Date
Dal al

da lunedì 20 a venerdì 24 giugno 2016 ore 11.30 > 19.30

Vernissage
20/06/2016
Artisti
Marco Secondin
Generi
arte contemporanea, personale
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Qualcuno mi ha chiesto che ci faccio qui. Prima di divenire un ‘oggetto’, cioè una presenza inerte dinanzi ai nostri occhi, ogni libro è sostanzialmente il tramite per il nostro esserci.

Comunicato stampa

Qualcuno mi ha chiesto che ci faccio qui.
Prima di divenire un ‘oggetto’, cioè una presenza inerte dinanzi ai nostri occhi, ogni libro è sostanzialmente il tramite per il nostro esserci.

É in primo luogo un mezzo che utilizziamo in base ai nostri desideri, il con-che di una possibile pratica e il verso-che della nostra intenzionalità. Allo stesso modo, in senso inverso, ogni libro può ricevere la chiave di accesso al proprio contenuto: infatti attraverso lo sguardo, il gesto, il collegamento all'esterno, l’allontanamento o l’avvicinamento, in una parola l'uso da parte del lettore, esso smette di essere l'esperienza conclusa di qualcuno e si apre.
Questo movimento duplice tra il libro e il suo lettore é una sorta di andirivieni tra l'incontro e l'abbandono reciproci, nel quale ciascun elemento a un certo punto scompare dalla vista dell'altro e in cui l'esserci emerge nell'essere una scelta, una possibilità, un'apertura di orizzonti.

Inizia qui per Folder un'attività ginnica: come bookshop si mette in movimento, crea spostamenti, attrazioni, risultati imprevisti; vuole fare esercizio per dimostrarsi realtà mobile, capace di accogliere il visitatore e costruire il suo spazio.
A partire da adesso inaugura una serie di appuntamenti cadenzati per il pubblico di O', il quale conoscerà senza fretta l'abitudine di trovare un attraversamento che nel bookshop lo aspetta, scoprendo nell'intervento di volta in volta presentato una chiave d'accesso diversa per Folder.

un progetto di O' per Folder, curato da Gaia Martino

#01. MARCO SECONDIN

‘Improvising Sculpture As Delayed Fictions’ by Felicia Atkinson
Shelter Press, 2014
200 pages
13,5 x 20 cm
black & white

first edition of 1000 copies

It is the first monograph dedicated to the work of the French artist and musician Félicia Atkinson.
This books articulates her unique way of working through images and fiction: the painting and drawings will discuss the codes of improvisation with objects, sculptures, persons, landscapes. It’s this very space hosted by the book that talks, the space of the studio, the space of the gallery, of the music or the page, physical or digital. One inside the other, as some kind of surrealistic russian doll.
As a statement disguised in a poetic novel, everybody is a foreigner, camping on some perishable and transitory spaces. The fiction allows the inner voices to become images and the archives of the pieces to shift into characters. Loops, distortions of the reality, imaginary meanings are playing together.

The books becomes a proper and new territory where art forms stand up and speak for themselves, where genres are shifting in a joyous revolution.

Marco Secondin (Vicenza, 1986) si diploma all'Accademia di Belle Arti di Brera a Milano dove vive e lavora.
La sua attenzione è rivolta al "celato", a quello che c'è ma non si vede. Per sondare questo territorio, oltre che nutrirsi di tutto ciò che è "naturale", si serve del "linguaggio" come metodologia di analisi per evidenziare le contraddizioni capaci di generare immagini. Prima o poi, gli piacerebbe poter raccontare una Storia dell'Arte attraverso la logica binaria. Prossimamente parteciperà al Congresso di Estetica Empirica a Vienna (IAEA), selezionato nella categoria Arte e Scienza con un progetto di Epistemologia della Fotografia.
L'anno scorso è stato ospite in residenza a Hotel Pupik, in Austria mentre nel 2014 ha inaugurato lo Space Project nella nuova sede della Galleria Artericambi di Verona. Partecipa a diverse mostre collettive sopratutto a Milano tra cui: (2016-2015) Festival Studi Undo; (2012) Coordinate Ellittiche, Careof Docva; (2012), Academy Awards: L'intimità dell'immagine come luogo in comune, Viafarini Docva; (2012) Videozero, Careof Docva. Nel 2013 vince il primo premio del Officine Green Festival di Villa Caldogno a Vicenza.

INFO: [email protected]
evento fb:

N E X T (more to come...)

June
23 Maria Chavez (PE/USA) abstract turntable concert, hr.20.00
27>02/7 qualcuno mi ha chiesto che ci faccio qui. #02. elena radice
intervento installativo/performativo per Folder bookshop, a cura di Gaia Martino; hr.11.00-22.00

July
04 Isamit Morales intervento permanente per O’.

O’ via pastrengo 12 | 20159 milano - i
[email protected] | www.on-o.org | t. +39 02 66823357
https://www.facebook.com/Oartspace

Le attività di O’ sono promosse in collaborazione con
Die Schachtel e Soundohm Milano
Hotel Pupik Artists in Residence in der Schwarzenberg’schen Meierei in Schrattenberg, A
LIZIERES Centre de Cultures et de Ressources, Epaux-Bezu, F.
Case Sparse, Malonno (BS)
Associazione Culturale SINCRONIE, Milano; Il Laboratorio dell’Imperfetto, Gambettola; NEOMA Associazione Culturale, Milano
MI LAND Liberi suoni. Liberi pensieri. Libere terre, Milano. GRAZIE a Angelo Colombo.