Un libro racconta la storia di Luisa Spagnoli. Autentica pioniera dell’imprenditoria femminile 

A quasi un secolo dalla fondazione della casa di moda, la sua eredità continua a vivere. Anzi, si rinnova oggi nel nuovo romanzo biografico Luisa che la celebra come pioniera dell’imprenditoria femminile italiana

Luisa Spagnoli era una donna che valorizzava le donne. In un’epoca ancora saldamente ancorata ai cliché sull’universo femminile, intravedeva la possibilità di conquistare uno spazio oltre le mura domestiche. Come Coco Chanel, era una pioniera: in anticipo sui tempi, animata dal desiderio di liberarsi da ruoli limitanti e costrittivi imposti dalla società. Un nuovo libro, scritto in forma di romanzo biografico da Paola Jacobbi ed edito da Sonzogno ne racconta la storia che ripercorriamo qui. 

Storia di un’imprenditrice moderna: Luisa Spagnoli   

Luisa Spagnoli, nata Sergentini nel 1877 a Perugia, si sposa giovanissima con Annibale Spagnoli, dal quale eredita un cognome destinato a entrare nella storia. Insieme rilevano una piccola drogheria nel centro della città, che nel 1909 si trasforma in un laboratorio artigianale pronto a segnare un’epoca. Parte di una famiglia con poche possibilità, Luisa non si accontenta. Non vuole solo produrre confetti, caramelle e cioccolatini: vuole che i suoi prodotti siano i migliori in circolazione. Nel 1922 nota che il cioccolato e la granella di nocciole avanzati a fine giornata vengono buttati e ha un’intuizione geniale: creare un cuore di gianduia e granella, un cioccolatino dalla forma curiosa, simile alla nocca di una mano, chiamato inizialmente “Cazzotto”. Sarà poi Giovanni Buitoni — nuovo compagno di lavoro e di vita — a ribattezzarlo con un nome destinato a diventare iconico: Bacio® Perugina.   

Il genio di Luisa Spagnoli 

L’intuizione di Spagnoli non si limita ai prodotti, ma si estende a chi li rende possibili: i dipendenti. Diventata ormai il vero perno dell’azienda, e sempre attenta alle loro esigenze, introduce strutture sociali capaci di migliorare concretamente la vita quotidiana. Fonda così l’asilo nido nello stabilimento di Fontivegge — considerato il più avanzato d’Europa nel settore dolciario — e apre numerosi spacci aziendali, permettendo alle donne di fare la spesa dopo il lavoro. Un’idea semplice e al tempo stesso rivoluzionaria, che anticipa di decenni il concetto di welfare aziendale. Mamma di quattro figli, donna indipendente e imprenditrice instancabile, Luisa sa che la buona riuscita di qualsiasi progetto passa prima di tutto dal prendersi cura delle persone: delle donne, dei lavoratori, della comunità. Ed è proprio da qui che prende avvio un percorso ancora più sorprendente.   

Luisa Spagnoli
Luisa Spagnoli

La lana soffice e il cinema 

Il successo dell’azienda dolciaria avrebbe potuto regalare a Luisa Spagnoli un senso di soddisfazione duraturo, eppure lei si lancia subito in un nuovo progetto, questa volta lontano dal settore alimentare, approdando in quello tessile. Nel 1928 avvia un allevamento di conigli d’angora e, con il loro morbido pelo, realizza i primi maglioni.  Nel quartiere di Santa Lucia la produzione di scialli e boleri di lana soffice cresce rapidamente e, come era già successo con la drogheria, il successo è immediato. Non solo l’eccellenza della materia prima conquista le clienti raffinate dell’epoca — tra cui stelle del cinema come Sofia Loren, Anna Magnani e Esther Williams — ma incontra anche le esigenze di un periodo post-bellico, in cui i capi devono essere sportivi ma chic. Il movimento, sempre più diffuso tra le donne, spazia da sci e nuoto a tennis, polo e golf, e il pelo d’angora, pettinato e filato dalle operaie della Perugina, si trasforma presto in maglieria alla moda.   

Il successo di Luisa Spagnoli 

Nonostante l’assoluta dedizione, Luisa Spagnoli non riuscirà a vedere il pieno successo delle sue creazioni: muore prematuramente nel 1935, a cinquantotto anni, a causa di una grave malattia. Il suo nome e la sua storia, però, restano un orgoglio dell’imprenditoria italiana e internazionale. Dopo la sua scomparsa, il figlio maggiore, Mario, non solo prende le redini dell’azienda, ma la trasforma nel principale produttore d’angora. A favorirne il successo contribuisce anche la politica autarchica del regime fascista, che impone la realizzazione di capi interamente con tessuti italiani.  Gli affari crescono rapidamente e, nel 1940, Mario apre il primo negozio a Perugia. Per le clienti straniere, attratte dalla soffice maglieria, ci pensano i grandi department store come Saks ad acquistare in esclusiva, o persino celebri brand internazionali come Schiaparelli e Lanvin Sport. Ancora una volta, la buona riuscita passa dalle mani sapienti dei dipendenti. Seguendo l’esempio della madre, Mario dedica al loro benessere interi spazi. Nasce così una comunità autosufficiente, chiamata Città dell’Angora, dotata di case per i dipendenti, botteghe artigiane, piscina, sala medica, pediatria e asilo nido.   

L’approccio di Luisa Spagnoli 

I servizi integrativi che Luisa Spagnoli riserva fin da subito ai suoi dipendenti testimoniano i valori profondi alla base della sua visione imprenditoriale. Ancora oggi, a più di novant’anni di distanza, è raro trovare condizioni di lavoro altrettanto favorevoli, soprattutto per le donne, chiamate a conciliare i molteplici impegni tra casa e lavoro. Da Lu­isa Spagnoli, le lavoratrici donne rappresen­tano circa il 76% dei dipendenti e l’azienda continua a investire su di loro, migliorando costantemente l’ambiente lavorativo. Viene, ad esempio, rimborsato l’asilo nido e vengono introdotti nuovi spazi, come la mensa gratuita con un menù wellness. L’idea di fondo, infatti, è la stessa di allora: offrire alle donne, siano esse impiegate o consumatrici, un senso di ap­partenenza, facendole sentire valorizzate e a pro­prio agio in ogni occasione. Luisa Spagnoli è stata una donna austera ma buona, determinata ma rispettosa, lungimirante ma umile. Con il suo impegno non ha soltanto costruito il successo personale e familiare, ma ha tracciato una strada: un modello di responsabilità e cura che — ancora oggi — invita a ripensare il mondo del lavoro, dimostrando che è possibile coniugare professionalità, umanità e inclusione. Tutti aspetti che rivivono nelle pagine di un nuovo libro, appena presentato.  

Copertina di "Luisa", Paola Jacobbi, Sonzogno, 2025
Copertina di “Luisa”, Paola Jacobbi, Sonzogno, 2025

“Luisa”: il nuovo libro sulla Spagnoli 

Il banco di legno e ottone ricoperto di vasi trasparenti e alzatine francesi piene di dolciumi, l’aroma di zucchero e mandorle, i confetti sublimi disposti per tonalità: è questo il piccolo laboratorio paradisiaco nel cuore della sua amata Perugia che Luisa Spagnoli scopre essere in vendita. Non ci pensa due volte. Poco importa se sta per partorire o se non conosce nulla di pasticceria: sa che nessun ostacolo è insormontabile quando si ha passione. Figlia di una casalinga e di un pescivendolo, ha conosciuto la povertà e sa bene che solo sacrifici e duro lavoro possono trasformare quella piccola drogheria in una grande industria. Inizia così Luisa, romanzo biografico scritto dalla giornalista e critica cinematografica Paola Jacobbi, che ripercorre l’ascesa di Luisa Spagnoli da giovane imprenditrice a icona dell’innovazione italiana. Il libro, fortemente voluto dai bisnipoti Nicoletta Spagnoli, AD e direttore creativo di Luisa Spagnoli, e Aldo Spagnoli, amministratore unico di Partecipazioni Mediterranee Srl, è stato presentato nella suggestiva cornice di Palazzo Verbania a Luino, dove i due hanno ribadito con affetto la forza umana e imprenditoriale della loro bisnonna. Un filo conduttore ha accompagnato la presentazione, lo stesso che attraversa le 320 pagine racchiuse in un’elegantissima copertina blu: quello di una donna volitiva e geniale, che con caparbietà e passione ha avverato non uno ma due sogni, scrollandosi di dosso giudizi e ipocrisie di provincia. E se oggi ancora entrambe le aziende, Perugina e Luisa Spagnoli, continuano a vivere e prosperare, lo si deve alla sua fondatrice, capace di incarnare un modello di indipendenza e innovazione che ancora ispira generazioni di donne e dimostra come credere nei propri sogni resti il primo passo verso il successo. 

Marta Melini

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Marta Melini

Marta Melini

Nata e cresciuta in provincia di Bologna, ma da sempre in viaggio per l’Italia. Dopo gli studi in Design e Ingegneria Industriale al Politecnico di Valencia, è tornata in Italia dove ha conseguito prima la laurea magistrale in Fashion Studies…

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