
Dal dietro-le-quinte della Puglia da cartolina alle rovine di Homs ricostruite “in coro”, dai meme neri che sorreggono il web alle macrofotografie di semi e conchiglie, questa raccolta di dodici titoli offre traiettorie molto diverse – viaggio, arte, politica, natura, infanzia – ma unite da una stessa promessa: tenere la mente in movimento mentre il corpo si riposa. Scegliete la rotta che più vi attira, infilate il libro nello zaino: ogni pagina è un varco per superare la linea dell’orizzonte (o la noia da ombrellone).
Dario Moalli

L’overtourism in Puglia
Estate 2025: voli pieni per Bari e Brindisi, masserie in overbooking. Proprio mentre la regione si vende come icona mediterranea glamour, questo numero di The Passenger mette a fuoco ciò che la cartolina non mostra. Sedici voci – da Nicola Lagioia a Sarah Gainsforth – cuciono il racconto fra due approdi-simbolo: la nave Vlora carica di albanesi (1991) e il summit dei grandi al Borgo Egnazia (2024). In mezzo scorrono ulivi malati di Xylella, caporalato, quarta mafia, ma anche festival, trulli recuperati e un nuovo orgoglio identitario. Le foto di Caimi & Piccinni evitano il tramonto da brochure; i testi, brevi e incisivi, offrono lenti diverse per chi parte e vuole capire la terra che ha davanti. Da tenere nello zaino: suggerisce itinerari, ma soprattutto domande.
The Passanger – Puglia
Iperoborea, 2025
pag. 192, 22 €
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L’autodistruzione secondo Irmgard Emmelhainz
Che fine ha fatto l’immagine “che apre ferite”, capace di incrinare l’ordine visivo dominante? Irmgard Emmelhainz – critica d’arte e studiosa dei media – parte da qui per attraversare film, fotografie, performance e installazioni degli ultimi decenni. L’itinerario non è antologico ma sintomatologico: ogni lavoro diventa un indizio di come la violenza globale abbia metabolizzato il linguaggio iconico, trasformandolo in merce e, insieme, in narrazione di catastrofi. La tesi centrale è spiazzante: l’autodistruzione non è soltanto l’esito terminale della modernità̀ capitalista, ma anche l’ultima leva politica per i “corpi ridondanti” – popolazioni rese superflue e sacrificabili dal progresso occidentale. Da qui l’invito a riconoscere, dietro l’apparente saturazione di immagini, quei vuoti, quelle “scorie visive” dove la critica può ancora agire.
Dell’autodistruzione
Irmgard Emmelhainz
a cura di Valeria Burgio, Francesco D’Abbraccio e Andrea Facchetti
Krisis Publishing, 2025
pag 104, 13 €
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Paesaggi e Macerie secondo Raul Pantaleo
Che cosa può fare l’architettura quando il paesaggio è ridotto in macerie? Raul Pantaleo – co-fondatore di TAMassociati e progettista per Emergency – parte dalle rovine di Homs per sostenere che proprio nei “gradi zero” dell’umanità costruire non è un gesto superfluo ma terapeutico. Il libro intreccia cantieri in Siria, Sudan o Sierra Leone con una proposta teorica chiara: nell’Antropocene serve un modello corale che rimpiazzi la “architettura dell’io” con una “architettura del noi”, centrata su partecipazione, dono e bellezza accessibile.
Pantaleo alterna appunti di viaggio, disegni di Marta Gerardi e casi studio: piccoli ospedali, spazi comunitari, scuole nate dalla cooperazione locale anziché da investimenti speculativi. Una cassetta degli attrezzi leggera ma pungente: più che manuale tecnico, un invito a ripensare il progetto come atto di cura collettiva – utile a chi costruisce, ma anche a chi semplicemente abita (e si interroga sul senso di farlo).
Architetture del noi
Raul Pantaleo
elèuthera, 2025
pag. 136, € 14
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Le immagini della nerezza nel racconto di Legacy Russell
Dopo Glitch Feminism, Legacy Russell torna a indagare il vero “motore” della cultura online: le immagini della nerezza. Dal linciaggio-cartolina di inizio ’900 al loop infinito dei video virali, l’autrice mostra come la visibilità nera abbia plasmato – e continui a sostenere – l’ecologia dei meme. La tesi è nitida: finché questi frammenti circolano senza credito né controllo, la rete resta coloniale. Rilegge Emmett Till, Rodney King, i funerali di Michael Jackson e la Black Lives Matter feed, invitando a rinegoziare autorialità e proprietà dei dati. Con la sua prosa svelta e puntuta, Russell trasforma storia visuale in critica del presente: un pamphlet che si legge d’un fiato ma lascia domande aperte su viralità, memoria e giustizia. Per chi scrolla, ma vuole capire cosa scorre davvero nello stream.
Black Meme. Decolonizzare il digitale
Legacy Russell
Wetlands books, 2025
pag. 184, € 20
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La liturgia del vivere civile in García Calvo
Trentasette brevi “saluti” che il filosofo castigliano pubblicò sul quotidiano La Razón a inizio millennio: ora arrivano in traduzione integrale, e suonano più attuali che mai. Con ironia tagliente García Calvo smonta la liturgia del vivere civile – banche, fisco, schermi – e oppone alla “Realtà” la gioia anarchica di chi sceglie di tirarsi fuori dal gioco. Ogni testo è un colpo di scalpello: due pagine scarse, un’immagine fulminante, una risata amara. Ideale da leggere a spizzichi sotto l’ombrellone, quando la burocrazia sembra lontana ma continua a dettarci i tempi, il momento ideale per diventare finalmente anarchici.
37 addii al mondo
Agustín García Calvo
Ortica Editrice, 2025
pag. 130, € 12,00
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Il lato militante di Berenson
Per chi conosce Berenson come critico sol del Rinascimento, questo libro sposta il punto di vista. Michele Dantini ricostruisce il lato “militante” dello storico lettone-americano: i saggi su Cézanne e Matisse, i rapporti con la letteratura d’avanguardia, l’idea che il dialogo fra antico e moderno fosse una barriera al totalitarismo. Ne esce un ritratto che scavalca la lettura, un po’ riduttiva, arrivata fino a noi. Affianca al testo critico un piccolo archivio: pagine di Berenson, ma anche testimonianze di artisti e storici finora inedite in italiano. Il volume ricuce fili lasciati in sospeso – dalla stagione antifascista alla ricostruzione del dopoguerra – e mostra quanto il gusto modernista in Italia debba al suo primo promotore internazionale. Per chi studia storia dell’arte, ma anche per chi vuole capire come nascono (e si deformano) i canoni.
Bernard Berenson e l’arte contemporanea
Michele Dantini
Electa, 2025
pag. 176, € 28,00
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I Semi e le Conchiglie di Butor e Senders
Due volumi gemelli – stesso formato quadrato, 196 macrofotografie a colori, testi poetico-scientifici di Michel Butor (Semi) e Jacques Senders (Conchiglie) – che trasformano il tavolo da coffee-table in un piccolo cabinet de curiosités. Starosta ingrandisce l’invisibile: semi grandi quanto granelli di sabbia si rivelano sculture barocche; conchiglie da spiaggia diventano architetture futuriste. Luci radenti, fondali neutri e dettaglio chirurgico spostano la natura dal piano botanico-zoologico a quello estetico, suggerendo perché artisti e designer continuino a rubarle forme. Le schede finali, sobrie ma puntuali, ancorano lo stupore allo studio: famiglia, habitat, strategie di sopravvivenza. Risultato: due libri-lente da sfogliare insieme, ideali per chi cerca ispirazione visiva o vuole ricordarsi, con un colpo d’occhio, quanto l’immaginazione umana resti figlia della biodiversità
Conchiglie – Testo di Jacques Senders, fotografie di Paul Starosta
5 Continents Editions, 2025
pag. 240, € 40,00
Semi – Testi di Michel Butor, fotografie di Paul Starosta
5 Continents Editions, 2025
pag. 240, € 40,00
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I racconti sull’Arte Povera e le mostre di Celant
Dal Centre Pompidou di Identité italienne (1981) al Guggenheim di The Italian Metamorphosis (1994), Germano Celant rimappa l’Arte Povera per il pubblico internazionale, trasformandola da avanguardia “scomoda” a biglietto da visita culturale del Paese. Cammarata ricostruisce quella strategia mostra per mostra, intrecciando cataloghi, appunti inediti e recensioni: si vede come l’elenco degli artisti, il registro visivo e persino i titoli cambino al mutare del clima politico (ritorno alla pittura anni ’80, Mani Pulite, nuovo made in Italy). Il risultato è uno studio serrato sulla mostra come dispositivo identitario: storicizzare significa anche nazionalizzare e vendere un’immagine di modernità italiana. Con 69 foto d’allestimento e un apparato archivistico puntuale, il volume offre a storici, curatori e studenti uno strumento solido per capire come la narrazione di un movimento possa essere riscritta a colpi di esposizioni.
Arte povera e identità italiana. Le mostre di Germano Celant 1981-1994
Silvia Maria Sara Cammarata
postmedia books, 2025
pag. 232, € 26,00
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La diaspora Araba e il mondo queer
Sedici voci dalla diaspora araba – da Beirut a Sydney, da Il Cairo a Londra – intrecciano ricordi familiari, amori clandestini, feste drag e Ramadan condivisi. Curato dal giornalista palestinese-libanese-australiano Elias Jahshan e tradotto da Giorgia Sallusti, il libro non è un catalogo di oppressioni ma un mosaico di orgoglio: “storie di amore e ironia, cuori infranti e coraggio”. Ogni racconto mostra come le identità queer si formino dentro linguaggi, sapori, riti musulmani o cristiano-arabi, smontando l’idea occidentale che libertà significhi sempre rottura netta con le radici. Prefazione di Sandra Cane, note culturali essenziali in chiusura. Lettura agile e diretta, utile per capire come il concetto di “diritti” cambi di senso quando attraversa lingue, famiglie e diaspore.
Arabə e queer. Storie Lgbtq+ dal mondo arabo
Elias Jahshan
Tamu Edizioni, 2025
pag. 261, € 17,00
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La fotografia animale di Roger Ballen
Nelle sue foto in bianco e nero Roger Ballen non ritrae animali: li convoca. Gatti, ratti, polli e cani compaiono in stanze senza tempo insieme a corpi umani mezzi nudi, maschere, disegni infantili; il confine tra specie si fa poroso, quasi onirico. Animalism condensa oltre vent’anni di questo “teatro ballenesco”, dove l’istinto smonta la civiltà senza bisogno di alzare la voce. L’introduzione bilingue di Alessandro Dandini de Sylva guida alla lettura delle immagini – ma è il montaggio visivo, più che i testi, a far emergere l’idea che l’animale non stia fuori da noi: abita la psiche, la popola di simboli. Un libro-scenario da sfogliare senza fretta, perfetto per chi ama la fotografia che inquieta e, allo stesso tempo, illumina zone oscure del nostro immaginario.
Animalism
Roger Ballen
Quodlibet, 2025
pag. 148, € 32,00
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Chiedetelo ai bambini: la storia del collettivo Lilliput
Come vive un museo chi non arriva ancora al metro d’altezza? Il collettivo Lilliput ha scelto la via più diretta: chiederlo ai bambini – e ai loro accompagnatori – prima ancora di interpellare curatori ed educatori. Ne è uscito un manuale snello che smonta gli ostacoli invisibili (vetrine troppo alte, divieti di “toccare”) e propone micro-soluzioni: percorsi “sotto il metro”, postazioni tattili, linguaggi ad altezza di meraviglia. Il libro alterna dati di ricerca, interviste e mini case-study italiani e internazionali, mostrando che l’accessibilità infantile non è un optional ma un cantiere permanente da mettere a sistema. Utile per musei, scuole e genitori che vogliono trasformare la prima visita in un’esperienza attiva, non in una passeggiata sorvegliata.
Esplora ribalta trasforma. A piccoli passi nei musei con Lilliput a cura di Lilliput
Nomos Edizioni, 2025
pag. 144, € 19,90
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Il centenario di Félix Vallotton in una monografia
Nel centenario della morte di Félix Vallotton, questa monografia apre un cassetto finora poco esplorato: le oltre 1.200 illustrazioni che, fra 1893 e 1903, l’artista svizzero disseminò su libri e riviste d’avanguardia. I saggi di Katia Poletti, Sarah Burkhalter e Julien Schuh mostrano come il segno secco delle xilografie si traducesse, su carta stampata, in un “anarchismo artistico” fatto di sarcasmo politico e lettering inventati ad hoc. Le 250 tavole riprodotte – molte dai periodici La Revue blanche, Le Rire, Jugend – rivelano un Vallotton grafico che dialoga con la pubblicità, anticipa il fumetto e influenza il gusto modernista europeo. Libro corposo ma leggibile, ideale per storici dell’arte, grafici e chiunque voglia capire come l’illustrazione di fine Ottocento abbia forgiato l’immaginario visivo del Novecento.
L’Âge du papier Félix Vallotton illustrateur
a cura di Katia Poletti, con i contributi di Sarah Burkhalter e Julien Schuh. Prefazione di Marina Ducrey
pag. 248, € 48,00
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