Una selezione di testi in linea con l’attualità nel libro della curatrice Francesca Pasini
Lungi dall’essere una semplice raccolta di scritti pubblicati in oltre trent’anni di attività nell’arte contemporanea, il volume “Slalom” si fonda su una rivisitazione dei temi trattati dalla critica e curatrice alla luce del proprio vissuto personale, intellettuale ed emotivo

Saggi, articoli, presentazioni e recensioni vengono rievocati e riconvocati dalla critica d’arte contemporanea e curatrice Francesca Pasini sulle pagine del suo ultimo libro Slalom, recentemente pubblicato per i tipi di Mimesis, per reinterrogarli e reinterpretarli alla luce di nuovi accadimenti, nuove avventure, nuove consapevolezze. Un percorso ondivago e fluido, uno slalom appunto: che è anche un inesausto brainstorming, un tentativo di mantenere vivo uno sguardo rastrellante e panoramico su tutta quanta la realtà che ci circonda, con i suoi continui mutamenti e metamorfosi, ma anche sulla propria realtà interiore, con i suoi ritmi affettivi, i suoi picchi emozionali, i suoi dislivelli sentimentali.

Francesca Pasini e la sfida di ridefinire le esperienze alla luce del presente
Questo è il suo modo peculiare e originale di esercitare una lettura anacronistica, non lontana da quanto ci ha insegnato Georges Didi-Huberman: un’opera non è soltanto un documento ancorato a una data precisa, ma diventa il luogo in cui si intrecciano molteplici temporalità, e può contenere così un “tempo plurale”: un montaggio di ritmi eterogenei e sfasati, dove elementi di epoche differenti si sovrappongono e dialogano. E per Francesca Pasini fare una critica militante, oggi, non significa inanellare una serie di esperienze chiuse in se stesse inchiodandole nel loro alveo temporale, la sfida consiste nel ridefinirle continuamente, farle interagire tra loro attraverso una lettura cangiante e frastagliata, tenere aperta la porta sul passato prossimo per illuminarlo di inediti bagliori e riconsiderarlo facendolo interagire col presente.
La scrittura come strumento critico nella visione di Francesca Pasini in “Slalom”
Tutto questo avvalendosi esclusivamente delle capacità della scrittura. Occorre affidarsi alle potenzialità di quel millenario strumento di rappresentazione che i Greci chiamavano ekphrasis, e che si riferiva a quella particolare abilità di ricreare attraverso le parole l’intima verità di un fatto visivo, di ridipingerlo, quasi, attraverso il linguaggio. La fiducia di Pasini in queste potenzialità della parola scritta arriva a farle intraprendere la scelta di non includere nessuna immagine all’interno della pubblicazione, confidando solo nella resa stilistica della sua critica, che diventa così anche opera di vera e propria attività letteraria.

Nel suo ultimo libro, “Slalom”, Francesca Pasini intreccia la critica alla sua vicenda personale
La forza del volume risiede nella sua duplice valenza: da un lato, la critica d’arte si fa strumento per analizzare e decodificare le tendenze e le trasformazioni del panorama artistico contemporaneo; dall’altro, il testo si trasforma in una biografia intellettuale in cui il dolore, la solitudine e la complessità dell’esistenza diventano fonti di ispirazione. L’improvvisa scomparsa del compagno di una vita, Giorgio Galli, e la pandemia Covid-19 rappresentano momenti di svolta che illuminano il percorso critico, facendo di ogni scritto un’autentica testimonianza di mutamenti epocali, svolte drammatiche e rinascite interiori.
Le opere d’arte da oggetti a soggetti nel libro “Slalom” di Francesca Pasini
Le opere che attirano l’interesse, la curiosità e la passione di Francesca Pasini cessano di essere meri oggetti d’arte per assurgere al ruolo di veri e propri soggetti, con cui intavolare un dialogo e intrecciare un tessuto di emozioni da condividere con i lettori, in un reticolo di suggestioni e complicità. L’arte, per Pasini, diventa un elemento vivo che contribuisce alla consapevolezza sociale e culturale, offrendo uno spunto per riflessioni che investono temi filosofici, storici e persino scientifici. Riferendosi a opere di autori e pensatori come Carlo Rovelli, Giorgio Parisi, Telmo Pievani e molti altri, la sua analisi si arricchisce di un impianto simbolico-filosofico che va oltre la mera estetica dell’opera e si apre a considerazioni che riguardano il nostro essere nel mondo nella sua totalità e complessità.
Alberto Mugnaini
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