
I titoli di oggi offrono uno sguardo ampio e sfaccettato sul mondo dell’arte e della cultura contemporanea. Tra saggi, cataloghi e memoir, questi volumi attraversano epoche, linguaggi e geografie, affrontando temi che spaziano dalla storia dell’arte alla riflessione politica, dal ruolo degli artisti alla trasformazione dei musei, fino alle sfide ambientali e sociali del nostro tempo. Letture diverse tra loro, ma accomunate dalla capacità di interrogare il presente e aprire nuove prospettive di pensiero.
Dario Moalli

Mamme nell’arte – Santa Nastro
Con Mamme nell’arte (collana Fuoriuscita), Santa Nastro firma un libro che mette al centro una delle esperienze più universali e al tempo stesso più trascurate dal sistema dell’arte: la maternità. Attraverso una serie di interviste a professioniste del settore – artiste, curatrici, comunicatrici, giornaliste – il volume indaga il rapporto tra lavoro, pratica creativa e vita quotidiana, tracciando un racconto corale fatto di scelte, successi, rinunce, difficoltà e consapevolezze. Partendo da una rilettura critica della rappresentazione della maternità nella storia dell’arte, Santa Nastro apre uno spazio di riflessione su come questa esperienza venga vissuta oggi dalle donne che lavorano nel mondo della cultura. Mamme nell’arte è un libro che dà voce a storie spesso taciute, e lo fa con un linguaggio diretto, coinvolgente, politico. Un invito a ripensare i ruoli, i tempi, gli spazi dell’arte – e della vita.
Santa Nastro, Mamme nell’arte
Castelvecchi editore, 2025
pag. 240, € 19,50
https://www.castelvecchieditore.com/

Straniere in Italia – a cura di Alessandra Acocella, Luca Pietro Nicoletti, Caterina Toschi
Come si è costruita in Italia, nel secondo dopoguerra, la percezione delle arti africane, oceaniche e centro-sudamericane? E cosa ci dice questo sguardo – più spesso esotizzante che davvero conoscitivo – sulla cultura visiva italiana del tempo? A queste domande prova a rispondere Straniere in Italia, denso volume corale a cura di Alessandra Acocella, Luca Pietro Nicoletti e Caterina Toschi, che mette in fila studi, casi, collezioni e percorsi critici legati alla ricezione dell’arte extraoccidentale nel nostro Paese. Ospitato all’interno della collana Biblioteca Passaré, il libro è organizzato in sezioni che si muovono tra collezionismo, fotografia, museografia, mostre internazionali e riflessioni contemporanee, affrontando un nodo ancora poco esplorato in Italia: il rapporto, spesso asimmetrico e parziale, tra cultura visiva italiana e alterità culturale.
Straniere in Italia. La ricezione dal secondo dopoguerra delle arti e culture extraeuropee a cura di Alessandra Acocella, Luca Pietro Nicoletti, Caterina Toschi
Quodlibet, 2025
pag 304, € 25,00
ISBN 9788822923134
https://www.quodlibet.it/

L’arte addosso. Gioielli d’artista – a cura di Prashanth Cattaneo e Sabina Melesi
Cosa succede quando l’arte smette di essere solo da guardare e diventa qualcosa da indossare? L’arte addosso. Gioielli d’artista, a cura di Prashanth Cattaneo e Sabina Melesi, è un libro-catalogo che risponde a questa domanda con eleganza e rigore. Pubblicato in occasione della mostra al Castello d’Albertis di Genova, il volume raccoglie 208 pezzi della collezione privata di Melesi, frutto di oltre trent’anni di ricerca e passione.
I gioielli d’artista non sono semplici ornamenti: sono micro-sculture da portare sul corpo, espressioni intime di poetiche individuali, capaci di trasmettere identità, memoria e cultura. Il valore non risiede nei materiali (spesso poveri o inusuali), ma nel gesto artistico, nella coerenza con l’universo creativo di chi li ha pensati.
Il volume, arricchito dalle fotografie di Simone Sapia, non si limita a documentare una mostra, ma diventa un libro d’arte a tutti gli effetti, che esplora con sguardo originale i legami tra arte contemporanea, artigianato e antropologia. Un racconto visivo e critico in cui il corpo diventa spazio espositivo e l’opera d’arte si fa presenza quotidiana.
L’arte addosso. Gioielli d’artista
A cura di Prashanth Cattaneo e Sabina Melesi
Fotografie di Simone Sapia
Edizioni Emuse, 2025
pag. 136., € 24,00
https://emusebooks.com/

Mina. La voce del silenzio – a cura di Giulia Muggeo, Gabriele Rigola, Jacopo Tomatis
E sono 85 candeline per la Tigre di Cremona, ma la voce è sempre quella, il rito dell’uscita del disco annuale, il mistero della sua immagine, la persistenza sulle scene proprio grazie alla sua assenza. Mina è semplicemente Mina. E alla grande cantante è dedicato il volume polifonico, Mina. La voce del silenzio co sottotitolo Presenza e assenza di un’icona pop. Il riferimento del titolo va all’omonima canzone del 1968 su testo di Mogol e Paolo Limiti e musica di Elio Isola. Si tratta di una sorta di ossimoro all’interno del quale si muovono i tanti e articolati interventi, coordinati dai curatori Giulia Muggeo, Gabriele Rigola e Jacopo Tomatis. La prefazione è firmata da Ivano Fossati che così descrive Mina, burattinaia di sé stessa: “sta nell’ombra e muove i fili delle sue maschere. Monta il proprio teatro e sale in scena quando vuole e come vuole. Al cannibale lascia solo la voce, e gli deve bastare”. Seguendo queste suggestioni fatte di assenze e di improvvise epifanie, Mina è semplicemente Mina e lo è declinata nei numerosi contributi che ne mettono in evidenza gli aspetti musicali, visivi, e immaginativi, Ed è l’immaginazione che ci ha chiesto di attivare la Tigre di Cremona, da quel lontano 1978 alla Bussoladomani. Ma la storia continua.
Nicola Arrigoni
Mina. La voce del silenzio. Presenza e assenza di un’icona pop, a cura di Giulia Muggeo, Gabriele Rigola, Jacopo Tomatis, Ni
Il Saggiatore, Milano, 2025
pag 480, euro 29

We Are the Flood – a cura di Stefano Cagol
We Are the Flood, a cura di Stefano Cagol e pubblicato da Postmedia Books, è più di un libro: è il racconto di un esperimento culturale necessario, urgente, visionario. Al centro c’è il MUSE – Museo delle Scienze di Trento, che decide di fare qualcosa che in Italia, e non solo, raramente accade: aprirsi all’arte contemporanea non come semplice decorazione o “progetto speciale”, ma come linguaggio capace di incidere, con forza e profondità, sul dibattito intorno alla crisi ambientale.
Il progetto – documentato attraverso saggi teorici e testimonianze dirette – nasce da una domanda cruciale: i musei possono essere agenti attivi del cambiamento? Possono aiutare a immaginare (e magari a costruire) futuri più sostenibili? La risposta del libro è un sì deciso, accompagnato da esempi concreti. La piattaforma We Are the Flood diventa così un laboratorio dove artisti, scienziati, curatori e filosofi dialogano alla pari, dando forma a un’alleanza inedita fra scienza e umanesimo.
Attraverso mostre, incontri, installazioni e performance, il progetto esplora temi come l’Antropocene, la transizione ecologica e la crisi climatica globale. Il tutto con un approccio multidisciplinare che rifiuta le gerarchie tra sapere e sensibilità, teoria e pratica, dati e immaginazione.
A emergere è un metodo, una prassi che potrebbe (e dovrebbe) essere replicata: non per “risolvere” i problemi, ma per rendere i musei luoghi vivi, porosi, capaci di intercettare le inquietudini del presente e trasformarle in domande, proposte, visioni.
We Are the Flood. Il progetto di un museo scientifico per affrontare la crisi ambientale attraverso l’arte contemporanea
A cura di Stefano Cagol
Postmedia Books, 2025
160 pp., 36 illustrazioni, € 16,90
ISBN 9788874903566
http://www.postmediabooks.it/

Sul filo della lama. Memorie della disintegrazione – David Wojnarowicz
Sul filo della lama. Memorie della disintegrazione non è un libro da leggere con distacco. È un urlo, un pugno allo stomaco, un diario febbrile scritto ai margini di tutto – della società, del corpo, della vita. Il memoir postumo di David Wojnarowicz, pubblicato da Miraggi e tradotto per la prima volta in italiano da Chiara Correndo, riporta al centro del dibattito culturale una figura chiave dell’underground newyorkese degli anni ’80. Artista visivo, performer, scrittore e attivista, Wojnarowicz è stato tra i primi a raccontare, con una sincerità disarmante, cosa significava essere gay e sieropositivo nell’America reaganiana, dove la comunità LGBTQ+ veniva ignorata, criminalizzata e lasciata morire in silenzio. Sul filo della lama è il racconto frammentario, lirico e rabbioso di una vita vissuta tra la strada e l’arte, tra la marginalità e la bellezza. Wojnarowicz scrive di amori consumati nei porti abbandonati, di amicizie spezzate dalla droga o dall’Aids, di corpi desideranti e vulnerabili, di un’America che promette sogni e restituisce solitudine. La scrittura è ibrida, tra visione poetica e attacco frontale, tra meditazione esistenziale e denuncia politica. È un testo che fonde il personale con il collettivo, la carne con la storia. La struttura è libera, spezzata, a tratti allucinata: non segue una cronologia, ma un flusso emotivo. È un viaggio nella psiche e nella memoria di un uomo che ha trasformato la propria disintegrazione in linguaggio. L’opera è anche un potente atto d’accusa contro l’inerzia istituzionale, un documento politico sull’indifferenza e sull’urgenza della rappresentazione.
David Wojnarowicz – Sul filo della lama. Memorie della disintegrazione
Traduzione di Chiara Correndo
Postfazione di Jonathan Bazzi
Miraggi Edizioni, 2025
pp. 320 – € 24,00
ISBN 9788833862934
https://www.miraggiedizioni.it/

Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito – a cura di Maria Cristina Bandera e Sergio Risaliti
Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito non è solo il catalogo di una mostra, ma un esercizio di visione: quello che ci invita a fare un confronto inedito, sorprendente e per certi versi poetico tra due giganti del Novecento italiano. Pubblicato da Electa in occasione della mostra ospitata dal CAMeC di La Spezia, il volume curato da Maria Cristina Bandera e Sergio Risaliti accosta Giorgio Morandi e Lucio Fontana lungo le coordinate del non visibile e dell’incommensurabile, dell’intimità silenziosa e del gesto cosmico.
Apparentemente distanti – il primo chiuso nella rarefatta luce della sua stanza-studio a Bologna, il secondo esploratore di galassie plastiche e spaziali – i due artisti vengono qui raccontati come rette parallele, mai convergenti ma accomunate da una stessa tensione verso l’oltre. Morandi incarna una pittura dell’ascolto, che scava nell’interiorità delle cose per farne materia poetica. Fontana, invece, rompe la superficie, taglia, buca, apre varchi: il gesto è violento ma necessario per tentare un contatto con l’infinito.
Attraverso saggi critici puntuali e un apparato iconografico ricco e curato, il libro propone un dialogo che non è solo formale o storico, ma quasi filosofico: da una parte l’invisibile che si svela nel quotidiano, nella polvere delle bottiglie e nella luce rarefatta; dall’altra l’infinito che si spalanca nelle lacerazioni della tela. Il catalogo non si limita a commentare le opere, ma prova a restituire una sintonia profonda, seppur fatta di linguaggi opposti.
Morandi e Fontana. Invisibile e Infinito
a cura di Maria Cristina Bandera e Sergio Risaliti
Electa, 2025
pp. 160 – € 32,00
ISBN 9788892827523
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