Occorre davvero riscrivere la biografia di Leonardo da Vinci?

Un nuovo libro di Riccardo Magnani mette in dubbio la data di arrivo del genio toscano alla corte di Ludovico il Moro a Milano. Ma il documento ritrovato era veramente inedito? E come va interpretato? Utilizziamo ancora una volta la figura poliedrica di Leonardo da Vinci per esercitare lo spirito critico e lo scetticismo...

Leonardo da Vinci era il polimata per eccellenza del Rinascimento italiano. La polimatia, parola che deriva dal greco πολυμαθής, ossia “colui che ha imparato molto”, è un termine che si impiega per definire gli individui che eccellono in vari campi, dimostrando una curiosità vorace e una necessità impellente di conoscenza. In altri termini: un intelletto universale. Leonardo era incuriosito da qualsiasi cosa, ogni campo del sapere lo affascinava. Un suo dono peculiare era un robusto scetticismo, che lo portava a dubitare di ogni affermazione in odore di ipse dixit. Il principio di autorità per Leonardo, “homo sanza lettere”, era totalmente ingiustificato: erano i fatti a contare, non chi li affermava. Oggi, in una società in cui il carisma ha trovato un modo per tornare ad emergere attraverso le reti sociali, la sua sana prudenza e la sua razionalità sarebbe quantomai benaccetta. Risulta pertanto curioso come il razionale, lucido Leonardo, che nei suoi scritti si scagliava senza pietà contro maghi, indovini e fattucchiere, sia visto da taluni come un esponente di saperi arcani. L’ultimo libro che si aggiunge alla collezione di “sorprendenti rivelazioni” sul genio di Vinci è l’opera Milanese d’adozione. La vera storia di Leonardo da Vinci a Milano, lavoro dell’economista Riccardo Magnani.

Il nuovo libro su Leonardo da Vinci

Già subito il sottotitolo, con l’accento posto sul fatto che ci si trovi di fronte alla “vera storia”, può essere visto come una red flag. Si vuole porre la questione in termini dicotomici, in contrapposizione con la “storia ufficiale” (qualunque cosa si intenda con questo termine). Eppure, come disse un epigono di Leonardo da Vinci del XX Secolo, il grande Carl Sagan, scienziato e divulgatore in Cosmos nonché autore di quel grande capolavoro della fantascienza che è Contact, “affermazioni straordinarie hanno bisogno di prove straordinarie”. Dove sono, dunque, le prove straordinarie che apporta l’autore in Milanese d’adozione? Il libro di Magnani afferma che, in base allo straordinario ritrovamento di un documento nascosto in bella vista nella Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze, l’intera biografia di Leonardo da Vinci andrebbe riscritta! Benedetto Dei, un personaggio decisamente curioso della Firenze della seconda metà del XV secolo, aveva infatti affermato che alla data del 1480 tra i fiorentini giunti a Milano ci sarebbe stato anche un “Leonardo pittore” e un “Atlante della Viola”! Dunque Leonardo sarebbe giunto a Milano già prima del 1482? Forse addirittura prima del 1480?

Le obiezioni alle nuove “rivelazioni” su Leonardo da Vinci

La “storia ufficiale”, quella che procede con un suo metodo scientifico basata sull’interpretazione e l’interpolazione delle fonti, è piuttosto concorde nel ritenere che Leonardo sia giunto a Milano in seguito alla lettera da lui inviata all’allora reggente del Ducato di Milano, Ludovico il Moro, nel 1482. In quella missiva, una sorta di curriculum vitae ante litteram, Leonardo si presenta e chiede ospitalità come ingegnere civile e militare, musicista, scultore (si impegna a realizzare la statua equestre dedicata a Francesco Sforza, padre del Moro) e, in ultima istanza, anche come pittore. Che motivo avrebbe avuto Leonardo di scrivere una tale lettera se si fosse già trovato a Milano? Va inoltre considerato un ulteriore punto critico della tesi dell’autore di Milanese d’adozione: la memoria, mirabilmente scoperta da Magnani, era ben nota alla critica accademica già da tempo. La nota è in realtà piuttosto chiara nelle sue intenzioni: è infatti ben noto che Benedetto Dei sia rimasto a Milano dal 1480 al 1487, al termine del suo mandato al servizio di Firenze in giro per il Mediterraneo e l’Italia.

Riccardo Magnani, invece, ignorando lo stato dell’arte della ricerca e la consolidata conoscenza e interpretazione dell’estratto, ipotizza che la menzione del 1480 vada arbitrariamente considerato un terminus ante quem: l’elenco in questione (da lui ritrovato, ignorando totalmente i contributi anteriori sia di Böninger che di Versiero) è un elenco a suo insindacabile giudizio compilato alla data del 15 giugno 1480. Insomma, una sorta di consuntivo al termine di un incarico. Secondo il principio noto come “rasoio di Ockham”, “a parità di fattori, la spiegazione più semplice è quella da preferire”. Non pare dunque necessario “riscrivere l’intera biografia di Leonardo da Vinci”. Prima di cercare di risolvere un enigma, è consigliabile essere sicuri che si tratti davvero di un mistero, e non di un semplice abbaglio.

Thomas Villa

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati