L’arte di resuscitare le “Parole Altrimenti Smarrite” diventa un libro edito da Rizzoli

L’autrice è Sabrina D’Alessandro: in un lavoro ultra decennale ha raccolto le parole che, nonostante il mutare della lingua, non smettono mai di essere attuali. “Un tesoretto che resiste alle intemperie del tempo”, come lo apostrofa Achille Bonito Oliva nella prefazione

Scopamestieri: chi cambia spesso lavoro. Ventisettaio: chi attende il 27 del mese per ricevere lo stipendio. Malvone: persona dalle idee moderate. Cambiano i tempi e i termini della lingua, ma i vizi e le virtù che contraddistinguono l’umanità rimangono sempre gli stessi. Ecco perché è importante non smarrire quelle parole appartenenti a un retaggio del passato, che con una manciata di lettere sono capaci di descrivere in modo minuzioso atteggiamenti, pregi e difetti inestirpabili, nonostante lo scorrere del tempo. Per questo è stato pubblicato da Rizzoli Il libro delle Parole Altrimenti Smarrite, entrato a far parte della collana dei Classici BUR. Ovvero, il sunto del lavoro di ricerca ultradecennale dell’artista Sabrina D’Alessandro. 

LE PAROLE ALTRIMENTI SMARRITE DI SABRINA D’ALESSANDRO 

Sabrina D’Alessandro, infatti, pur avendo pubblicato con una casa editrice “canonica” non è una linguista. È un’artista in toto e “l’inutilità” del suo lavoro lo dimostra: esattamente come l’inutilità dell’opera d’arte che non ha nulla di pratico (non stiamo parlando infatti di un’enciclopedia o di un manuale), ma nel momento della fruizione pare che non se ne possa più fare a meno. La ricerca di Sabrina D’Alessandro è infatti basata sulla “resurrezione” di tali parole obsolete, che sono avvenute nel corso del tempo tramite sculture, performance, canti, spettacoli, aste, censimenti, parate di paese e chi più ne ha più ne metta. Un gioco, seppur ufficioso e con le sue rigide regole, tanto che l’artista ha fondato l’URPS – Ufficio Resurrezione Parole Smarrite, per tenere tutto sotto controllo. “L’URPS di basa su alcuni semplici principi”, ci raccontava l’artista in una precedente intervista.Il primo è ‘oggettificare per ricordare’: dare un ingombro fisico alle parole, in modo che (verba volant) non volino più. Alcune diventano sculture, come ad esempio la panchina Fannònnola (aggettivo, XV secolo: che non fa e non vuole fare niente) o la Pietra Sbagliona (da scagliare se si è senza peccato). Altro principio è che ‘le parole dicono l’uomo’, per cui molti lavori dell’URPS instaurano una relazione con il pubblico. Come ad esempio la serie dei Censimenti Peculiari (2012-2019), installazioni itineranti che indagano l’umano sentire attraverso l’esposizione di parole del passato che descrivono stati d’animo del presente o del futuro”.

Sabrina D'Alessandro, Libro Parole Altrimenti Smarrite - talassurgo scopamestieri

Sabrina D’Alessandro, Libro Parole Altrimenti Smarrite – talassurgo scopamestieri

SABRINA D’ALESSANDRO, IL LIBRO DELLE PAROLE ALTRIMENTI SMARRITE

Il libro delle Parole Altrimenti Smarrite rappresenta una scrematura di questo lungo percorso, condensata in un centinaio di parole accoppiate tra loro, divise in otto sezioni e ordinate secondo temi universali come l’amore, gli improperi, i mestieri, la politica, le gioie e le stupidità umane; vocaboli relativi a temi che confluiscono uno nell’altro, come in una matriosca costruita su diversi livelli di lettura, contornati da una quantità di illustrazioni composte da Sabrina D’Alessandro attraverso curiosi collage di illustrazioni. Un’opera che assume le sembianze di un piccolo vocabolario, ma è di fatto un libro d’artista, consultabile da destra a sinistra, da sinistra a destra, in modo pedissequo o saltando tra le pagine, per soddisfare una curiosità o semplicemente per ingannare il tempo. Un argomento che non può fare a meno di attrarre, oggi che la lingua è vittima di un progressivo impoverimento, quando potrebbe esprimere molte più sfumature del reale e del pensiero umano.

IL LIBRO DELLE PAROLE ALTRIMENTI SMARRITE, UN’OPERA CONTEMPORANEA 

Infine, molti vocaboli contenuti ne Il libro delle Parole Altrimenti Smarrite, possono essere d’ispirazione anche per questo periodo difficile: parole antiche come risquitto (pausa rigenerante), ripolimento (purificazione spirituale), seperóso (che trascorre in pace e senza tormenti), redamazione (corrispondenza amorosa) sono più che mai attuali in un momento in cui solidarietà, pazienza e presenza di spirito possono davvero rivelarsi salvifiche. “Contribuire a tutelare la ricchezza del linguaggio fa parte delle finalità di questa impresa”, chiosa il critico d’arte Achille Bonito Oliva nella premessa del volume, “ma il fine ultimo rappresenta una volontà di rinascita generale, che passa attraverso le parole antiche per arrivare a un modo nuovo di leggere la realtà e di reinventarla”. 

– Giulia Ronchi 

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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