Rivoluzione e architettura. Christoph Faulhaber in Germania

Kunsthalle Osnabrück ‒ fino al 21 ottobre 2018. Il museo diretto da Julia Draganovic ospita l’articolata retrospettiva su Christoph Faulhaber. Con opere site specific e il progetto presentato a documenta 12.

Christoph Faulhaber. Installation view at Kunsthalle Osnabrück, 2018. Photo (c) Angela von Brill
Christoph Faulhaber. Installation view at Kunsthalle Osnabrück, 2018. Photo (c) Angela von Brill

Rivoluzione e Architettura è la mostra di Christoph Faulhaber in corso alla Kunsthalle Osnabrück diretta da Julia Draganovic. Per l’artista, che qui nacque nel 1972, ma che vive e lavora ad Amburgo, la relazione tra i due termini che compongono il titolo della personale è sostanziale e rappresenta molto bene gli interventi che letteralmente invadono le stanze in cui si svolge. Si parte dall’ingresso, con l’installazione Curia, un’oasi ricreata nell’area d’accoglienza del museo, grazie alle piante temporaneamente prestate dagli abitanti della città, dando vita a una sorta di “giardino identitario”. Agli abitanti della città della pace (qui fu firmato uno dei trattati della pace di Vestfalia) e al museo il compito di preservare l’opera. Si prosegue nella chiesa (la Kunsthalle è all’interno di un ex convento), occupata da ottanta grandi gonfiabili colorati realizzati in Cina. Lo spettatore, per percorrere la lunga navata, deve farsi strada tra un pallone e l’altro, spostandoli, non senza un certo sforzo. Divertimento o difficoltà? Disimpegno o imbarazzo? Ognuno ha reagito a modo proprio.

IL CHIOSTRO

Si percorre poi il chiostro, le cui pareti sono ricoperte da un collage di giornali quotidiani di tutto il mondo che affrontano il tema della comunicazione di massa in senso critico: l’uso delle immagini come strumento di informazione ma anche di “distorsione”, il corpo della donna nelle diverse culture del mondo, e così via. Segue poi una ironica ricostruzione della Camera d’Ambra realizzata in Prussia, poi donata agli alleati russi, infine spogliata durante la Seconda Guerra Mondiale e ricostruita nel 2003 nella residenza imperiale a 26 km da San Pietroburgo. Faulhaber fa il verso a questa riallestendo nel museo tedesco la preziosa saletta: l’ambra tuttavia è realizzata con un pervicace lavoro di raccolta di secrezioni nasali poi riprese e ingrandite nella stampa a plotter che ricopre le pareti e che simula realisticamente la “gemella” russa.

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Christoph Faulhaber. Installation view at Kunsthalle Osnabrück, 2018. Photo (c) Angela von Brill
Christoph Faulhaber. Installation view at Kunsthalle Osnabrück, 2018. Photo (c) Angela von Brill

OGNI IMMAGINE È VUOTA

La mostra, tra i vari interventi, comprende anche l’opera più importante e autobiografica dell’artista, il film Every Picture is an Empty Picture (2014), qui scorporato in una installazione multicanale di quindici film che raccontano le azioni condotte nella sfera pubblica, con l’obiettivo di rendere palesi le strutture del potere e la loro relazione con le immagini. Ad esempio, dopo che gli è stato vietato di fotografare un’ambasciata americana, Faulhaber ha semplicemente ribaltato la situazione e ha sorvegliato l’ambasciata per impedire al pubblico di fotografarla. A causa di questo progetto, poi esposto a documenta 12, l’artista è stato sospettato di terrorismo e ha subito successivamente diverse misure repressive. D’altra parte, come spiega l’artista stesso, “coloro che non sopportano il fatto che l’arte sia capace di distruggere un mondo per costruirne uno nuovo non hanno compreso l’evoluzione della storia delle idee”.

Santa Nastro

Osnabrück // fino al 21 ottobre 2018
Christoph Faulhaber: Revolution & Architecture
KUNSTHALLE OSNABRÜCK
Hasemauer 1 D-49074
http://kunsthalle.osnabrueck.de

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CuratoreJulia Draganovic
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Santa Nastro
Santa Nastro è nata a Napoli nel 1981. Laureata in Storia dell'Arte presso l'Università di Bologna con una tesi su Francesco Arcangeli, è critico d'arte, giornalista e comunicatore. Attualmente è caporedattore di Artribune. È Responsabile della Comunicazione di FMAV Fondazione Modena Arti Visive e della Fondazione Pino Pascali. Collabora con Fondazione Pianoterra Onlus a Roma. È stata inoltre autore per il progetto arTVision – a live art channel, ha collaborato con l’American Academy in Rome. Dal 2011 al 2021 ha collaborato con Demanio Marittimo.KM-278 diretto da Pippo Ciorra e Cristiana Colli. Dal 2006 al 2011 è stata Segreteria Scientifica del Festival dell'Arte Contemporanea di Faenza, diretto da Angela Vettese, Carlos Basualdo e Pier Luigi Sacco. Dal 2005 al 2011 ha collaborato con la testata Exibart nelle sue versioni online e onpaper. Ha pubblicato per Maxim e Fashion Trend, mentre dal 2005 ad oggi ha pubblicato su Il Corriere della Sera, Arte, Alfabeta2, Il Giornale dell'Arte, minima et moralia e saggi testi critici su numerosi cataloghi e pubblicazioni. È autore del saggio Come vivono gli artisti? edito da Castelvecchi (2022) nella collana Fuoriuscita.