Madrid dice addio all’imbarazzante monumento funerario sul massacro di Guernica

Dopo 80 anni dal dramma che ispirò il capolavoro di Picasso, l’amministrazione comunale della capitale spagnola ha deciso: la lapide funeraria dei sette piloti tedeschi deceduti nel corso dell’attacco sarà rimossa.

Se osservassimo le città europee, quante risulterebbero accomunate dal possesso di eredità scomode – non solo architettoniche – legate ai regimi totalitari del Novecento e dalla persistenza di tracce pesanti della propria storia? Nell’attuale fase di crisi d’identità dell’Unione Europa, in concomitanza con l’80esimo anniversario del lancio delle 31 tonnellate di bombe sulla popolazione civile della cittadina basca di Guernica, arriva una notizia dalla Spagna che può essere interpretata come un segnale. Infatti, nonostante fosse già stata rimossa in seguito a una formale richiesta da parte dell’Ambasciata della Germania, la lapide commemorativa dei sette piloti della Legione Condor della Luftwaffe che persero la vita nel corso dell’attacco – erano stati inviati da Hitler per coadiuvare il Generale Francisco Franco nella guerra civile spagnola degli anni Trenta – era in seguito riapparsa. Una vicenda nei confronti della quale il consiglio comunale di Madrid e l’ambasciata tedesca hanno deciso di procedere in maniera congiunta. E, si spera, definitiva.

GUERNICA, EMBLEMA DI ATROCITA’

La lapide, sulla quale in tedesco è riportata la frase “Aviatori tedeschi morti per Dio e per la Spagna: presenti!”, è infatti destinata a essere smantellata. A sostituirla saranno “sette piccole e semplici placche” – come riporta The Guardian – necessarie per identificare i militari sepolti. Assenti, dunque, riferimenti all’avvenimento e forme di “esaltazione” del ruolo svolto dal regime nazista in questa pagina buia e dolorosa del passato spagnolo. Come noto, il massacro di Guernica è all’origine della monumentale opera di Pablo Picasso, esposta al Museo Reina Sofia, sempre a Madrid. Avviato dall’artista pochi giorni dopo l’episodio che causò decine di vittime – ancora oggi permangono dubbi sul numero complessivo di persone che persero la vita -, il colossale olio su tela, dalla notevole potenza espressiva, resta una delle più alte manifestazioni artistiche delle sofferenze e crudeltà provocate dai conflitti.

Valentina Silvestrini

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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