Oltre un milione di euro passano dagli Uffizi a Capodimonte. La spiegazione del Ministero

Il sostanzioso bonifico da Firenze a Napoli sembra seguire il direttore Eike Schmidt con un apposito decreto. Ma qual è il criterio di redistribuzione? Risponde proprio il neodirettore, qualche giorno dopo

Trasferimento di risorse, di importo complessivo pari ad euro 1.200.000, dal bilancio delle Gallerie degli Uffizia favore del bilancio del Museo e Real Bosco di Capodimonte“. Così il decreto del 13 febbraio anticipa seccamente il bonifico che da Firenze raggiungerà Napoli apparentemente al seguito del direttore che dagli Uffizi entra proprio a Capodimonte, Eike Schmidt. Succinta è anche la spiegazione fornita dal documento ufficiale, pubblicato in sordina il 15 febbraio: l’unica indicazione è che lo spostamento di fondi da un museo di prima fascia all’altro è volto a ristabilire “l’equilibrio finanziario del Museo e Real Bosco di Capodimonte” ed è reso possibile dalla capacità del Ministero di “disporre trasferimenti di risorse tra le disponibilità depositate sui conti di tesoreria delle Soprintendenze medesime, in relazione alle rispettive esigenze finanziarie“. 

Eike Schmidt
Eike Schmidt

La spiegazione di Schmidt sul trasferimento dei fondi dagli Uffizi a Capodimonte

Se si tratta di una buona notizia per Capodimonte e il sistema museale partenopeo tutto – così caro al ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che ha anche auspicato e promosso l’elevazione del Museo Archeologico Nazionale di Napoli in prima fascia -, è infatti fumoso il criterio dello spostamento di fondi. Che gli Uffizi abbiano guadagnato più di Capodimonte – considerato che i primi hanno da poco riportato un incasso record da 60 milioni di euro e il secondo ha registrato nel 2022 “appena” un milione (finendo in ultima posizione nella top 20 dei mega-musei italiani) – è chiaro, ma meno chiaro è perché spetti all’istituzione fiorentina essere la generosa fautrice della redistribuzione. Perché non il Colosseo, che – con i suoi 10 milioni di visitatori e 62 milioni di incassi nel 2022 – è il primo museo del Paese per rendimento? O ancora, perché non la vicina Pompei, al tempo seconda in classifica con 34 milioni di incassi?

A rispondere, il 20 febbraio, è lo stesso Schmidt, che precisa come “il provvedimento adottato dalla Direzione generale del Ministero della Cultura sul trasferimento di fondi al Museo di Capodimonte e provenienti dalla dotazione degli Uffizi risale ai primi giorni di ottobre scorso. Quindi, ben prima della mia nomina a direttore del Museo e del Real Bosco di Capodimonte“. Prima della nomina, ma non prima della candidatura del favoritissimo Schmidt. Il trasferimento – che, sottolineano dal MIC, rientra nelle previsioni della normativa sui versamenti allo Stato che equivale al 20% dei propri introiti e può essere aumentato – è “una scelta a favore del Museo di Capodimonte”, ha aggiunto Schmidt, “nel pieno rispetto della ratio della legge che prevede la possibilità di finanziare l’attività di altre realtà museali con i proventi degli ingressi registrati dalle strutture statali che fanno registrare milioni di visitatori all’anno”. Schmidt prosegue quindi nella comunicazione, rilanciata dal comparto ufficiale del MIC, chiarendo le attività svolte da direttore degli Uffizi, tra cui quelle per il Giardino di Boboli. Cosa abbia influito sulla redistribuzione ancora non è chiaro, e non ci sono state dichiarazioni al riguardo.

Il bonifico voluto dal Ministero della Cultura che viaggia da Firenze a Napoli

Tutt’al più che Capodimonte – anche grazie a progetti su larga scala come quello del prestito al Louvre e a un apposito Advisory Board, nato anche per raccogliere investimenti privati – non è da considerarsi proprio un museo indigente. Ci sarebbero altri enti e istituzioni – sottolinea Marco Ferri sul Fatto Quotidiano anche in ottica di decentramento turistico – che avrebbero più bisogno di un’iniezione d’ossigeno. Musei che, magari, dipendono proprio dal Ministero in virtù del fatto che non hanno la tanto agognata autonomia economica concessa agli enti di prima fascia.

Giulia Giaume

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Giulia Giaume

Giulia Giaume

Amante della cultura in ogni sua forma, è divoratrice di libri, spettacoli, mostre e balletti. Laureata in Lettere Moderne, con una tesi sul Furioso, e in Scienze Storiche, indirizzo di Storia Contemporanea, ha frequentato l'VIII edizione del master di giornalismo…

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