Correva l’anno 1988: il Centro Pecci di Prato, gli YBAs di Damien Hirst, Marina Abramović e Ulay

Nasce “Correva l’anno”, una nuova rubrica settimanale che sceglie un particolare anniversario e cerca di raccontare i fatti preponderanti accaduti nell’anno di cui si festeggia la ricorrenza. Con un occhio all’attualità

1 Campagna per il recupero di Conca di Enzo Cucchi fonte Vimeo Centro Pecci di Prato Correva l’anno 1988: il Centro Pecci di Prato, gli YBAs di Damien Hirst, Marina Abramović e Ulay

Campagna per il recupero di Conca di Enzo Cucchi, fonte Vimeo, Centro Pecci di Prato

Quest’anno il Centro per l’arte contemporanea Luigi Pecci a Prato compie trent’anni: per l’occasione, la mostra Il museo immaginato. Storie da trent’anni di Centro Pecci ne rilegge le vicende attraverso un percorso inedito di fatti, dati statistici, aneddoti, ricordi e opere scelte dalla sua collezione e dalla storia delle esposizioni, ideato dalla nuova direttrice Cristiana Perrella. Ma cosa è successo di preponderante nel mondo dell’arte in quello scorcio di fine anni ’80? Dall’opera d’arte inaugurale del Pecci di Prato realizzata da Enzo Cucchi, alla mostra a Londra organizzata da Damien Hirst che sancisce la nascita del gruppo Young British Artists, fino alla famosa performance d’addio sulla Muraglia Cinese tra Marina Abramović e Ulay, ecco una selezione di alcuni fatti d’arte da ricordare…

– Claudia Giraud

CAMPAGNA PER IL RECUPERO DI CONCA DI ENZO CUCCHI

1 Enzo Cucchi Conca Correva l’anno 1988: il Centro Pecci di Prato, gli YBAs di Damien Hirst, Marina Abramović e Ulay

Conca, Enzo Cucchi

Per l’inaugurazione del Centro Pecci di Prato nel giugno 1988, i coniugi Anne e Patrick Poirier, Enzo Cucchi e Mauro Staccioli progettano appositamente per l’esterno tre opere d’arte ambientale, entrate a far parte della collezione permanente dell’istituzione. Enzo Cucchi, considerato l’artista più visionario tra gli esponenti della Transavanguardia e diventato, a partire dagli Anni Ottanta, artista di fama internazionale, realizza in situ Conca, un’opera-fontana posta nel terreno su un declivio del giardino, divisa in due, come i due emisferi del cervello in cui l’acqua cade in una parte o nell’altra a seconda della direzione del vento. Ora, a distanza di trent’anni, l’opera necessita di un nuovo impianto idraulico e di uno scavo per incassarla nel terreno, facendo emergere le parti lapidee lavorate a mano, che dovranno anche essere ripulite. Per poterlo fare, il Pecci – in partnership con il Biscottificio Antonio Mattei – ha lanciato una campagna di raccolta fondi a favore del ripristino e della ricollocazione nel giardino del museo di Conca, dislocata in occasione del recente ampliamento del Centro: il ricavato delle vendite di biscotti, sia presso lo storico forno Mattei di Via Ricasoli a Prato sia nel Bookshop del Centro in Viale della Repubblica, andrà ad alimentare il finanziamento del progetto.

LA MOSTRA DI DAMIEN HIRST CHE TIENE A BATTESIMO LA NASCITA DEGLI YOUNG BRITISH ARTIST

2 Damien Hirst allasta Beautiful Inside My Head Forever Correva l’anno 1988: il Centro Pecci di Prato, gli YBAs di Damien Hirst, Marina Abramović e Ulay

Damien Hirst all’asta Beautiful Inside My Head Forever

Con Freeze – memorabile mostra allestita a Londra nel luglio 1988 all’interno dei Dock Offices, ex uffici portuali ormai abbandonati nella zona delle London Docklands nota come Surrey Commercial Docks (ora Surrey Quays, a Rotherhithe) – si sancisce la nascita dell’allora neonato gruppo degli Young British Artists (YBAs): artisti noti soprattutto per le cosiddette tattiche shock, per l’uso di materiali di recupero, per le vite personali sregolate. A organizzare la mostra ci pensa il suo esponente più illustre, Damien Hirst, di cui, proprio in questi giorni, ricorre il decennale della sua storica asta da Sotheby’s. Il 15 settembre 2008, in contemporanea al crack di Lehman Brothers a New York, la casa d’aste a Londra presenta all’incanto Beautiful Inside My Head Forever. Il titolo è un monito non casuale e l’operazione segnerà un punto nella storia dell’economia, con le 223 nuove opere riversate contemporaneamente dall’artista sul mercato senza mediazione di gallerie e dealer.

IL LUNGO ADDIO DI MARINA E ULAY NELLA PERFORMANCE THE LOVERS

3 Ulay with Marina The Artist is Present 2010 MoMA Correva l’anno 1988: il Centro Pecci di Prato, gli YBAs di Damien Hirst, Marina Abramović e Ulay

Ulay with Marina The Artist is Present 2010 MoMA

Nel 1988, dopo una relazione durata dodici anni e giunta alla fine, gli artisti Marina Abramović (di cui si sta per inaugurare una grande mostra il prossimo 21 settembre a Palazzo Strozzi a Firenze) e Ulay decidono di compiere un ennesimo – e ultimo – atto simbolico prima di separarsi, nella performance The Lovers: partono insieme per la Cina per percorrere la Muraglia Cinese in solitaria, dai due estremi opposti, lui dal deserto del Gobi e lei dal Mar Giallo. Dopo tre mesi di cammino, la coppia si incontra a metà strada, si abbraccia e si lascia per proseguire ognuno il proprio percorso individuale. Si ritroveranno nel 2010 davanti alle telecamere durante la performance The Artist is Present al MoMA, in cui l’Abramović trascorre più di due mesi seduta in fondo alla mostra, di fronte ad una fila infinita di visitatori che possono per qualche secondo condividere il palcoscenico con lei. Uno di questi è Ulay. Ma questa è un’altra storia.

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Claudia Giraud

Claudia Giraud

Nata a Torino, è laureata in storia dell’arte contemporanea presso il Dams di Torino, con una tesi sulla contaminazione culturale nella produzione pittorica degli anni '50 di Piero Ruggeri. Giornalista pubblicista, iscritta all’Albo dal 2006, svolge attività giornalistica per testate…

Scopri di più