Parte il Festival di Cannes. Con i fratelli Coen a giudicare

“Presiedere la giuria è un onore speciale, dal momento che finora non siamo stati mai presidenti di niente”. Scherzano, i fratelli Coen, che invece al Festival di Cannes di riconoscimenti ne hanno avuti tantissimi. Nove dei loro film sono stati presentati durante le scorse edizioni: dal 1991, quando hanno ricevuto la Palma d’Oro per “Barton Fink”, fino al Grand Prix per “Inside Lewyn Davis” nel 2013. Ecco cosa ci aspetta nei prossimi giorni.

GLI ITALIANI
Quale tra gli italiani in concorso soddisferà di più il gusto grottesco, comico e sofisticato dei fratelli Coen? Sarà Matteo Garrone, col suo inatteso fantasy all’italiana, Il racconto dei racconti? Saranno draghi, orchi e streghe, incantesimi e saltimbanchi in equilibrio sul fragile filo della vita a conquistare i due americani? Oppure vincerà la pacata, essenziale riflessione di Nanni Moretti sul senso del tempo? Potrà Paolo Sorrentino con La giovinezza riscuotere l’unico premio ancora non ottenuto, occupare un posto qualsiasi nel Palmares 2015? Sarà dura anche per i nostri tre registi competere con le altre cinematografie nazionali in un anno che si preannuncia così coinvolgente.

LUTTI FAMILIARI
Torna in questa edizione il giapponese dei drammi familiari Kore- Eda Hirokazu con la riscoperta di un legame attraverso un lutto. Anche nel film del norvegese Joachim Trier c’è una commemorazione, ma il processo sembra opposto: in Louder than Bombs, Gabriel Byrne e Jesse Eisenberg affrontano la memoria secondo prospettive che restano inconciliabili.

Gus Van Sant, The Sea of Trees

Gus Van Sant, The Sea of Trees

FANTASCIENZA E MITOLOGIA ORIENTALE
C’è da temere il peggio (o il meglio, a seconda dei punti di vista) dalla nuova onda greca. E sono Rachel Weisz e Colin Farrell, in un insolito film di fantascienza (The Lobster), firmato dal blasonatissimo Yorgos Lanthimos, a essere i protagonisti di una storia sulla paura e sul desiderio di amare.
Il premio Oscar Matthew McConaughey e Naomi Watts calcheranno il red carpet, ovviamente di sabato, per The Sea of Trees, il film di Gus Van Sant, ambientato nella foresta dal nome suggestivo del titolo. Luogo misterioso e silenziosissimo, Aokigahara non può essere penetrata dal vento, abitata, secondo la mitologia giapponese, dai demoni è conosciuta anche come anche come “Bosco dei Suicidi”. Troverà l’uomo in cerca di se stesso la salvezza e l’amore perduto?

PERIOD DRAMA
Todd Haynes torna agli Anni Cinquanta come aveva fatto per Lontano dal paradiso ma si sposta leggermente più a sud, nel cuore della Grande Mela. Cate Blanchett e Rooney Mara, archetipiche Thelma e Louise, affrontano il conformismo con successiva fuga on the road.

Carol Todd Haynes, Lontano dal paradiso

Carol Todd Haynes, Lontano dal paradiso

BIANCO, ROSSO E BLU
Cinque i francesi in gara. Stephane Brize con La loi du marché indaga le questioni di morale di fronte alla necessità di sopravvivenza. Valérie Donzelli con Marguerite & Julien racconta una storia d’amore incestuoso tra due fratelli di stirpe nobiliare. Jaques Audiard tocca il tasto delicato dei rifugiati di guerra e con Deepan espone una storia di difficile reintegrazione. In Valley of Love di Guillaume Nicloux, Isabelle Huppert e Gerard Depardieu si incontrano in un improbabile appuntamento nella Valle della Morte per seguire le folli istruzioni di un suicida. Maiwenn con Mon roi affronta, infine, una guarigione fisica e psicologica.

A PROPOSITO DI AMERICA LATINA
Della cura si tratta anche nel film del giovane messicano Michel Franco, dove il legame di un infermiere con il suo lavoro è la risposta alla sua misantropia privata. Si parla, invece, di guerra ai cartelli della droga al confine tra Messico e Stati Uniti in Sicario del canadese Denis Villeneuve, protagonisti Benicio Del Toro ed Emily Blunt.

Hou Hsiao Hsien, The Assassin

Hou Hsiao Hsien, The Assassin

DALLA CINA
Ci sono poi ancora due orientali: tra i cinesi più rappresentativi della sua generazione, Jia Zhang-Ke con Mountains May Depart, storia che si sviluppa in un ampio arco temporale e, il regista taiwanese dei tempi lunghi, Hou Hsiao Hsien, che ha sorpreso la critica presentandosi quest’anno con l’action movie wuxiapian The Assassin.

UN CERTAIN REGARD E FUORI COMPETIZIONE
Nella sezione Un certain regard, oltre al nostro Roberto Minervini con Louisiana, spiccano Kiyoshi Kurosawa con Journey to the Shore, Apichatpong Weerasethakul (già Palma d’Oro nel 2010 con Lo zio Boonmee che si ricorda le vite precedenti) con Cemetery of Splendour, il filippino Brillante Mendoza, pure lui assiduo frequentatore di festival, con un film sul tifone Hayan dal titolo Taklub.
Fuori competizione finiscono i blockbuster, i cartoni e Woody Allen con Irrational Man. Mad Max di George Miller arriva dopo trent’anni dall’ultimo episodio della saga: era il 1984. Difficile decidere tra l’Inside Out della Pixar e The Little Prince di Mark Osborn: sono entrambi imperdibili.

Inside Out

Inside Out

INFINE GLI SPECIALI E… I DIVIETI
Proiezione di mezzanotte per il documentario sulla Winehouse dal titolo Amy di Asif Kapadia che, come da copione, ha già scatenato le polemiche familiari. Spazio speciale al primo film da regista di Natalie Portman, A Tale of Love and Darkness, basato sul bestseller di Amoz Oz, dove si sovrappongono la storia personale del protagonista e quella del neonato Stato di Israele.
Da quest’anno al Festival di Cannes sono vietati i selfie sul red carpet: Periscope, invece, non è stato ancora preso in considerazione…

Federica Polidoro

www.festival-cannes.com

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Federica Polidoro

Federica Polidoro

Federica Polidoro si laurea in Studi Teorici Storici e Critici sul Cinema e gli Audiovisivi all'Università Roma Tre. Ha diretto per tre anni il Roma Tre Film Festival al Teatro Palladium, selezionando opere provenienti da quattro continenti, coinvolgendo Istituti di…

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