PER RENATO CON RIMPIANTO
Caro Renato, guardo una carta degli anni Sessanta, che mi regalasti, e accanto c’è il ritratto del mio profilo con tre belle bande di colori diversi. Anni fa, a me che con la politica non ho mai avuto commerci, saltò in mente (erano gli anni Novanta?) di candidarmi alle elezioni comunali. Avevo la stupida speranza che mi facessero assessore alla cultura, sognando di poter fare una serie di mostre su di voi; sapevo che avrei preso pochi voti, ma furono talmente pochi da indurmi a constatare amaramente il misero numero dei miei amici. Poi però alcuni di essi mi spiegarono che quel foglio era stato scambiato per la presentazione di una tua mostra. Quasi nessuno naturalmente, secondo abitudine (non per disistima verso di te), lesse il testo e di conseguenza le urne rimasero disertate.
Ci risi su, come ora piango invece al ricordo di quei forti versi che mi invadono la mente: All’ombra dei cipressi o dentro l’urne confortate di pianto… Sì, conforto di pianto il tuo ricordo ne ha un fiume, ma non so se possa raggiungerti dove sei: se ci incontreremo (ormai tra non molto) me lo saprai dire, caro amico, e mi farai un nuovo ritratto con ancor meno capelli, ma con affetto profondamente immutato.
Il tuo Maurizio
Maurizio Calvesi