Juventus: 3 stelle e 4 artisti

Il capolavoro, lei, l’ha fatto su un campo da calcio. Ottenendo il record di punti in un campionato a girone unico e vincendo il terzo scudetto consecutivo, impresa che - se escludiamo la facile preistoria del pallone - spetta giusto all’epico Milan di Capello e all’Inter degli Anni Zero; raggiungendo finalmente e in modo inoppugnabile l’agognata terza stella, riconoscimento per la vittoria del 30esimo titolo nazionale al centro delle polemiche e degli sfottò tra tifosi nell’amarissima era del post-calciopoli. E ora si dà anche al contemporaneo.

La Juventus aggiorna gli annali con un nuovo record: è la prima squadra di calcio italiana ad aprire al contemporaneo. Titola L’arte entra in gioco il dialogo tra la società bianconera e Torino, costruito nell’intreccio tra due luoghi iconici: da un lato, naturalmente, l’avveniristico J-Museum, scrigno multimediale che celebra negli spazi del nuovo stadio la secolare avventura sportiva della Vecchia Signora e che vanta dopo soli due anni dall’apertura un’affluenza di oltre 300mila visitatori; dall’altro la GAM, casa dell’arte moderna nel cuore della città. Una mostra a tema quella che, fino al 27 luglio, porta nella struttura di via Scirea quattro interventi pensati da altrettanti artisti proprio in relazione alle suggestioni e alle emozioni che soggiacciono alla magia dello sport.
Simbolico il dittico fotografico proposto da Rä di Martino: il bianco e nero raggela un campo da calcio deserto, fuori dalla cronaca e dalla Storia; l’immagine di un giocatore in salto, colto nell’attimo che precede il momento dell’atterraggio, condensa nella sospensione dell’istante il dramma affascinante dell’ineluttabile, dell’inesorabile dipanarsi del destino e del titanico romantico sforzo dell’uomo per orchestrarlo, arginarlo, limitarlo. Eroico anche l’uomo esaltato da Francesco Barocco, questa volta nel senso più pieno del termine: è un altare pagano quello realizzato dall’artista, che nell’iconografia di vecchie riviste sportive scova immaginari che rimandano alla familiarità di un’epica popolare, nutrita di amori leggendari e imprese al limite dell’impossibile.

Gianni Caravaggio, Gam, Juventus, Photo La Presse

Gianni Caravaggio, Gam, Juventus, Photo La Presse

Corpo come sintesi di energia spirituale e materia, dunque, nel lavoro di Barocco come in quello di Sissi, che propone un’indagine quasi autoptica sull’anatomia di un atleta scomposto in nervi, muscoli, liquidi, organi; radiografato in punta di matita o pennello, e poi inciso, xilografato. Il viaggio nella filosofia dello sport si chiude là dove era cominciato. Sul rettangolo non più verde ma blu notte di Gianni Caravaggio, che spezza l’equilibrio con uno squarcio di pietra, sfida all’eterno e all’assoluto.
Sfida che continua, in contemporanea, nelle sale della GAM, con la collettiva che presenta i lavori dei quattro artisti già nelle collezioni della città di Torino.

Francesco Sala

Torino // fino al 27 luglio 2014
Invasione di campo. L’arte entra in gioco
JUVENTUS MUSEUM
Via Druento 153/42
[email protected]
www.juventus.com  


Articolo pubblicato su 
Artribune Magazine #19

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