Prova di positività, I

Mai come nel 2013 si sono sviluppati, ovunque, a qualsiasi latitudine, tentativi di risposta al declino. Parola amata dallo sfortunato Giannino, altro non sono che tentativi di sopravvivenza e costruzione anche nelle microrealtà di provincia, che poi è il Paese vero.

Da Scicli all’estremo sud della Sardegna fino alla Fondazione Accenture, un sacco di gente, di varie età ed estrazioni, con risorse molto diverse, ci prova. Su ogni numero, da qui in avanti, vi porterò un microesempio, best practice da seguire e mettere in rete, o in pratica. Ad esempio: lo chiamano Anno incluso. È un calendario sociale, antitesi di tutto un côté intellettuale. Roba da carrozzieri o da collezioni vintage radical chic.
Anno incluso è un progetto di inclusione sociale fatto in provincia di Vicenza, coordinato dalla Cooperativa Samarcanda di Schio. Sei case di accoglienza si sono messe in rete. Gli ospiti, trenta, diventano protagonisti di un percorso artistico che li mette al centro di una serie di azioni, vere, di inclusione. Attorno al progetto si è raccolto un eterogeneo gruppo di lavoro formato da educatori, curatori, giovani creativi, esperti di marketing e comunicazione, fotografi coinvolti assieme a giovani del territorio che partecipano e sono motore relazionale. I proventi della diffusione del calendario sono impiegati per il sostentamento delle case e dei loro ospiti – coinvolti in prima persona nella promozione del calendario stesso -, nonché reinvestiti nella realizzazione di laboratori educativo-creativi e nelle varie edizioni del calendario.

Anno incluso

Anno incluso

Cosa succede? Gli ospiti delle case, persone immigrate e non, che hanno perso il lavoro temporaneamente, fanno un percorso artistico. E incontrano arte, progetto, vita, normalità. La sorpresa è la qualità, la perizia, la bellezza del lavoro che ne esce, dal punto di vista grafico e artistico. Viene destrutturata la logica che il sociale debba essere triste e sfigato. Oggi tre di quegli ospiti, dopo la residenza, sono in tour con uno dei gruppi di performance più interessanti in Italia, Fagarazzi e Zuffellato. Nella presentazione dello spettacolo scrivono: “Boutiti, Douadi, Mustapha sono testimoni e portatori di un atto di cambiamento già in essere all’interno delle nostre comunità, società in continuo divenire”.

Cristiano Seganfreddo
direttore del progetto marzotto e di fuoribiennale
docente di estetica in design della moda – politecnico di milano

Articolo pubblicato su Artribune Magazine #16

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