Bologna l’Angelica. Parte il festival

Un’intera città (e non solo) per la musica contemporanea. Terry Riley, Christian Wolff, Olivier Latry, Jean-Claude Eloy, Arto Linsday in unico cartellone. Aprite le orecchie, perché a Bologna torna il festival Angelica, dal 2 maggio spazio all’ascolto tra le platee e le navate.

Non è solo uno dei più longevi festival italiani. Non è solo una straordinaria occasione per accostare la musica contemporanea. Non è solo lo squisito pretesto per scoprire luoghi storici della città, poco noti o poco frequentati. Non è solo questo Angelica – Festival Internazionale di Musica, e lo dice chiaramente Massimo Simonini, direttore artistico: “Dobbiamo cambiare l’abitudine all’ascolto e trasformare i riferimenti storici che spesso ci costringono a esaminare i fatti musicali più in termini formali che emozionali”.
È un cambiamento, una trasformazione, quella che si chiede agli ascoltatori, così come in continuo mutamento si presenta il festival, facendo della dislocazione delle sedi, dell’accostamento fra novità e tradizione, della ricerca di un approccio emotivo un leitmotiv. L’abbraccio territoriale è davvero ampio, tanto che il Centro di Ricerca Musicale mantiene i rapporti con Modena e Lugo di Romagna, in cui verranno presentate co-produzioni per un nome di punta dell’edizione numero ventitrè, Terry Riley. Da solo (il 7 maggio a Bologna), in trio (il 9 e 10 a Lugo e Modena) o in quartetto (l’8 di nuovo a Bologna) il compositore americano, tra i fondatori del Minimalismo e punto di riferimento per generazioni, porta in Italia pezzi storici come Chanting the Light of Foresight (1987, mai eseguito) e prime assolute.

Terry Riley

Terry Riley

Doppio appuntamento anche quello con Christian Wolff, sempre nella linea americana nel cui background viene sottolineata la nascita in Francia e l’origine tedesca della famiglia. Le serate del 24 e 25 maggio, curate da Walter Rovere, saranno caratterizzate rispettivamente da solo e duo con Robyn Schulkowsky, e dalla collaborazione con l’ensemble Apartment House.
Fra i tanti grandi nomi compare Jean-Claude Eloy, figura di punta nel panorama francese, la cui musica di meditazione risuonerà nella Sala Farnese di Palazzo d’Accursio (Shânti, 1972-73). I palati fini potranno essere deliziati dalle note di Olivier Latry: l’organista di fama mondiale che poggerà le sue mani sull’organo della Basilica di Santa Maria dei Servi, dopo aver magistralmente suonato quello di Notre Dame a Parigi.
A proposito di “mostri sacri”, va segnalata l’esecuzione di String Quartet II di Morton Feldman a cura del Quartetto d’archi di Torino, un’unica composizione di sei ore che il pubblico potrà godere nella cornice del Santuario del Corpus Domini di Santa Caterina.

Christian Wolff

Christian Wolff

Fanno capolino nella lunga fila di appuntamenti d’ascolto quattro incontri di approfondimento in cui Eloy, Wolff, Christian Wallumrød e Riley (intervistato da Franco Fabbri) vengono introdotti da membri del comitato curatoriale e da esperti del settore.
Non manca un momento di riguardo per una figura ben conosciuta negli ambienti artistici come Arto Lindsay, che il 2 giugno presenterà in prima europea il progetto Um Por Um, in cui lo stesso Lindsay (chitarra elettrica e voce) viene accompagnato da una chitarra acustica a 7 corde, percussioni ed elettronica, per quella che si annuncia come una data imperdibile dell’intero festival.
Teatri, spazi istituzionali e luoghi di culto, il maggio bolognese si appresta a risvegliare il mito del capoluogo felsineo, definito dall’Unesco Città della Musica. E con tali eccellenze non si stenta a crederlo.

Claudio Musso

www.aaa-angelica.com

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Claudio Musso

Claudio Musso

Critico d'arte e curatore indipendente, la sua attività di ricerca pone particolare attenzione al rapporto tra arte visiva, linguaggio e comunicazione, all'arte urbana e alle nuove tecnologie nel panorama artistico. Ha conseguito il dottorato di ricerca in Archeologia e Storia…

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