Cose turche. Emre Baykal curatore del padiglione alla Biennale. L’ha scelto (anche) un’italiana

L’hanno chiamata a far parte della commissione per la nomina del curatore del Padiglione Turco alla 55. Biennale in Laguna. Incarico stimolante, di alto profilo, ma non privo di ombre. Che si proiettano anche sull’Italia e sul suo, di Padiglione. A parlare è Cristiana Perrella.

Allora, raccontaci un po’ com’è andata.
È stata un’esperienza molto bella ma anche un po’ frustrante, considerando che come italiana finora non ho mai potuto sperare su un procedimento altrettanto serio, trasparente e democratico per la nomina del curatore del nostro padiglione nazionale.

Ecco, non cominciamo subito così… Parliamo prima della Turchia.
Fino ad ora il curatore del Padiglione turco era stato scelto da una commissione locale formata da cinque addetti ai lavori, nominati dall’IKSV – Istanbul Foundation for Culture and Art, la fondazione che organizza la Biennale di Istanbul e che sovrintende anche al Padiglione a Venezia. Quest’anno la Fondazione ha deciso di internazionalizzare la commissione, aprendola a un punto di vista esterno, meno legato a dinamiche locali, inserendo due “stranieri”…

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Emre Baykal, curatore del Padiglione Turchia alla Biennale di Venezia 2013

Una sei tu, e l’altro? E il resto della commissione?
L’altro “straniero” era Adriano Pedrosa, curatore con Jens Hoffman dell’ultima Biennale di Istanbul. Gli altri membri della commissione erano Mine Haydaroglu, editor della bellissima collana di libri su artisti turchi contemporanei pubblicata da Yapi Kredi; Cengiz Çekil, uno dei maestri dell’arte concettuale turca; ed Esra Aysun, co-direttrice di Contemporary Utopia Management, esperta di management della cultura, consulente e producer di progetti artistici.

Atmosfera da conclave?
La discussione sui nomi è stata approfondita, argomentata e libera. La scelta è infine caduta su Emre Baykal, attualmente direttore di ARTER, uno spazio espositivo sostenuto dalla Vehbi Koç Foundation, che ha ospitato, tra le altre, le personali di Mona Hatoum (You Are Still Here, 2012), Kutluğ Ataman (Mesopotamian Dramaturgies, 2011) e Deniz Gül (5 Person Bufet, 2011), nonché vari group show sulla scena turca contemporanea. Baykal ha fatto anche una lunga esperienza all’Istanbul Biennial, prima come assistente alla direzione dal 1995 al 2000, poi come direttore dal 2000 al 2005. Dal 2005 al 2008, invece, è stato direttore di Santralistanbul e nel 2009 di Depo, altro spazio non profit di Istanbul. Lo conosco da molti anni e sono convinta che farà un ottimo lavoro.

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La hall del SALT con la mostra Istanbullasmak

D’accordo, allora torniamo in Italia.
La domanda è: perché da noi queste buone pratiche non sono possibili? Perché il Ministero non nomina una seria commissione per scegliere il curatore del prossimo Padiglione?

Le domande non dovevamo farle noi?
Sta di fatto che in Turchia tutta la scena artistica è animata e sostenuta solo da privati, senza intervento della politica né finanziamenti pubblici, nel bene e nel male. Da noi, per fortuna, è diverso. Ma a maggior ragione trasparenza e valutazione delle competenze professionali dovrebbero essere criteri irrinunciabili nel caso dell’affidamento di incarichi importanti. O no?

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Redazione

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