Il museo diffuso che anima la street art attraverso la realtà aumentata arriva in sei nuove città d’Italia

Da Milano, dove il progetto è nato nel 2017, MAUA si amplia per arrivare nel Centro e nel Sud Italia. Alla base l’idea di valorizzare le periferie urbane, intrecciando comunità, innovazione e pratiche artistiche partecipative. Con l’ausilio di un’app gratuita che trasforma il visitatore in esploratore urbano

Nel 2017 il progetto MAUA nasceva a Milano con l’idea di mappare e trasformare la street art urbana coinvolgendo le comunità locali. Un esperimento di curatela partecipata che metteva insieme associazioni di quartiere, residenti, studenti e giovani professionisti nella creazione del primo Museo di Arte Urbana Aumentata: un museo a cielo aperto, libero, personalizzabile, gratuito e fruibile attraverso la realtà aumentata. 

Alle origini del MAUA. Tra street art e realtà aumentata

L’iniziativa, promossa da una rete di partenariato guidata dalla cooperativa sociale Bepart, ha previsto, sin dall’inizio il rilascio di un’app sviluppata proprio da Bepart, per la geolocalizzazione e la fruizione delle opere incluse nel circuito, che – inquadrate con lo smartphone – si animano e si trasformano in lavori di digital art, appositamente creati per il museo grazie a tecnologie di realtà aumentata. 

Il successo del modello MAUA. L’arrivo in sei nuove città

Nel 2019 il progetto culturale, artistico e tecnologico nato per la valorizzazione delle periferie urbane è arrivato anche a Torino, poi a Palermo e Brescia, approdando anche all’estero (a Waterford, in Irlanda). Nel complesso MAUA ha generato una collezione di oltre 340 opere aumentate, grazie al coinvolgimento di più di 450 artisti e centinaia di studenti, formatori, cittadini e associazioni. E ora il museo diffuso dove la street art si anima grazie a un’app si amplia a coinvolgere sei nuove città del Centro e Sud Italia: Firenze, Santa Croce di Magliano (CB), Aielli (AQ), Diamante (CS), Cosenza, Favara (AG), grazie al finanziamento del Fondo Next Generation EU e sotto la supervisione del Ministero della Cultura. Sono oltre 100 i murales – firmati da alcune delle voci più autorevoli della street art contemporanea – che in questa nuova fase del progetto MAUA sono stati trasformati in opere digitali animate e che, dall’11 ottobre 2025, possono essere ammirati nella loro versione in realtà aumentata da chiunque abbia uno smartphone o un tablet.

Come funziona il Museo di Arte Urbana Aumentata

Attraverso l’app gratuita Bepart – the Public Imagination Movement, ogni visitatore può inquadrare uno dei murales o degli interventi di street art coinvolti e vederli trasformarsi in tempo reale in un’opera digitale animata. Le opere aumentate sono dispositivi narrativi immersivi, spesso accompagnati da suoni, testi e immagini in movimento, che amplificano e moltiplicano le possibili letture dell’opera fisica.

I percorsi del MAUA nelle sei destinazioni del Centro e Sud Italia

Ogni nuova destinazione suggerisce, inoltre, una particolare prospettiva: nel borgo abruzzese di Aielli, i murales che punteggiano il paese sono l’esito di un lungo percorso culturale tra street art e astronomia e con MAUA vengono reinterpretati da una nuova generazione di artisti digitali. A Cosenza e nei territori limitrofi di Rogliano e Santa Maria del Cedro, invece, i murales selezionati, già parte di un importante processo di rigenerazione del contesto locale, attivano attraverso la realtà aumentata nuove forme di partecipazione e memoria condivisa.
Sempre nel territorio cosentino, Diamante è borgo simbolo dell’arte muraria del Mediterraneo, con 400 murales realizzati da artisti di fama internazionale, che ora si trasformano grazie ai linguaggi digitali emergenti. In Sicilia, Favara è diventato negli ultimi anni modello di un processo di rigenerazione urbana a base culturale, e l’arrivo del Museo Urbano di Realtà Aumentata si inserisce in questo percorso. A Firenze, invece, il progetto restituisce una nuova infrastruttura narrativa, in cui la realtà aumentata non è solo tecnologia, ma linguaggio di risignificazione dello spazio.
Mentre nel Molise di Santa Croce di Magliano, già animato da oltre 40 murales realizzati nel corso delle diverse edizioni del Premio Antonio Giordano, il progetto si concretizza grazie all’intervento di oltre 30 artisti digitali provenienti da tutta Italia.
In ognuna di queste città, il visitatore non è più spettatore passivo, ma esploratore urbano, chiamato a comporre la propria esperienza tra facciate, angoli dimenticati, memorie collettive e narrazioni digitali.

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Redazione

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