Il palazzo di Venezia dove c’è l’intervento di Banksy diventerà un centro per i giovani artisti

Nel maggio 2019, l’anonimo street artist inglese realizzò su una parete a pelo d’acqua del seicentesco Palazzo San Pantalon il celebre “Migrant Child”, che ora sarà restaurato. Banca Ifis acquisisce l’intero immobile, per riaprirlo alla città e farne uno spazio espositivo

Inizieranno nel mese di aprile 2024 i lavori di restauro di Palazzo San Pantalon, a Venezia. Nel sestiere di Santa Croce, l’edificio risalente al XVII Secolo è assurto alla notorietà durante i giorni di preapertura della Biennale d’Arte del 2019, quando Banksy realizzò su una delle sue facciate, a pelo d’acqua, il bambino migrante (The Migrant Child) oggetto, negli ultimi mesi, di un acceso dibattito sul senso di restaurare un’opera di street art.

Il restauro del murale di Banksy a Venezia

Umidità, acqua alta e salsedine hanno determinato, nel giro di pochi anni, un evidente deterioramento del murale, oggi in pessimo stato di conservazione. Per questo, l’ottobre scorso, per interessamento dell’ormai ex sottosegretario alla Cultura Vittorio Sgarbi si decise per un intervento di restauro, che ha visto polarizzarsi pareri favorevoli e contrari. Allora, lo stesso Sgarbi trovava in Banca Ifis la disponibilità a farsi carico delle spese necessarie per portare a termine l’operazione. Qualche mese più tardi, con il benestare della Soprintendenza di Venezia, la fondazione bancaria ha acquistato l’intero immobile dalla società di imprenditori padovani (San Pantalon srl) che ne è stata proprietaria fino a oggi, e che nel 2019 si era subito esposta, chiedendo di poter realizzare una teca protettiva in plexiglass a protezione dell’opera. Richiesta mai accordata dalla stessa Soprintendenza, che invece ora si esprime favorevolmente rispetto al progetto presentato dalla nuova proprietà, che riguarderà la riqualificazione dell’intero edificio e non solo la messa in sicurezza del murale di Banksy.

Banksy Venice, courtesy photo Lapo Simeoni
Palazzo San Pantalon, Venezia. Photo Lapo Simeoni

Banca Ifis acquista Palazzo San Pantalon

L’intenzione è infatti quella di restituire il palazzo alla città per arricchirne il patrimonio artistico, analogamente a quanto sta avvenendo altrove, nel cuore di Venezia, con una frequenza crescente, su iniziativa di investitori privati (leggasi, per esempio, Nicolas Berggruen). “Banca Ifis vuole dare al più presto il via ai lavori di restauro dell’immobile per restituirlo a Venezia in una nuova veste, in cui i giovani artisti della street art potranno esporre le proprie idee e opere d’arte”, ha dichiarato Ernesto Fürstenberg Fassio, Presidente dell’istituto, ufficializzando l’acquisizione di Palazzo San Pantalon, che vanta una superficie interna di 400 metri quadri, articolati su due piani, oltre a un’altana e a un cortile interno con vera da pozzo. Una volta ristrutturato, l’edificio ospiterà la sede veneziana dell’istituto bancario, ma unitamente “si proporrà al pubblico come spazio espositivo dedicato sia ad autori affermati che a giovani emergenti” in continuità con l’impegno per la promozione dell’arte e della cultura che la Banca persegue attraverso il proprio Social Impact Lab Kaleidos (da tre anni, la Banca sostiene la Biennale di Venezia in qualità di sponsor del Padiglione Italia; sul territorio ha inoltre dato vita nel giardino di Villa Fürstenberg al Parco Internazionale di Scultura, che dalla prossima primavera sarà aperto al pubblico, con le opere di dodici celebri nomi dell’arte contemporanea internazionale e la mostra permanente Horse Power di Nico Vascellari).
Dunque si procederà innanzitutto, già tra qualche settimana, con il restauro del Migrant Child, previo pronunciamento della Soprintendenza circa la tecnica più idonea da utilizzare: rimozione dell’opera da palazzo San Pantalon per trasferirla in un museo, innalzamento dello stencil di qualche metro, mantenimento della collocazione originale (ipotesi, questa, preferita da Banca Ifis) con la protezione di una teca in vetro. Poi si lavorerà alla ristrutturazione del palazzo, con l’obiettivo di chiudere il cantiere nel corso del 2025 e inaugurare lo spazio espositivo per i giovani artisti.  

Livia Montagnoli

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