Stop alla violenza sulla Rotta Balcanica. L’opera della street artist Laika in difesa dei migranti

La street artist romana di cui non si conosce l’identità si è recata nei luoghi della Rotta Balcanica per denunciare, attraverso una nuova serie di poster, le condizioni cui versano i migranti

“Ho voluto vedere con i miei occhi quali fossero le condizioni di migliaia di persone bloccate alle porte dell’Europa. Freddo, scarsità di cibo ed acqua e violenza da parte della polizia ogni volta che si prova ad entrare in Croazia: è questa la terribile routine dei migranti sulla Rotta Balcanica. Non c’è nulla di umano nel vivere così”. Con queste parole Laika – street artist romana la cui identità è segreta – racconta il suo ultimo intervento in Bosnia Erzegovina, dove si è diretta per denunciare, attraverso una nuova serie di poster, per denunciare le condizioni cui versano i migranti che attraversano la Rotta Balcanica per raggiungere i confini dell’Unione Europea.

Laika Rotta Balcanica

Laika Rotta Balcanica

LA ROTTA BALCANICA E “THE GAME”

La Rotta Balcanica parte dalla Turchia, attraversa i Paesi della ex Jugoslavia e termina, solitamente, in Germania. Una rotta impervia, piena di ostacoli spesso mortali, tanto da spingere i migranti a chiamare il suo attraversamento “the game”: un gioco che un gioco non è e che, come accade in un videogioco, è pieno di prove da superare, come fili spinati, barriere, droni, polizia e altro ancora. Un gioco che spesso blocca i migranti per anni, in quella sorta di limbo, nel tentativo di inseguire una vita migliore. “Ho incontrato persone incastrate in questo inferno da anni, che continuano a combattere per il proprio futuro e per quello della loro famiglia”, continua Laika. “Uomini e donne provenienti dalle più diverse regioni del pianeta le cui storie DEVONO essere raccontate. Storie come quella di Ahmed che viene dal Pakistan ed è bloccato in Bosnia da cinque anni e sogna di lavorare in un hotel, o quella di Brahim, un ragazzo berbero fuggito dall’Algeria, che racconta con rabbia l’esperienza dei pushback, i rimpatri illegali, a Trieste”.

Laika Rotta Balcanica

Laika Rotta Balcanica

L’INTERVENTO DI LAIKA NELLA ROTTA BALCANICA

La street artist si è recata al confine tra Bosnia e Croazia, nelle località di Lipa, Bihac e Velika Kladusa, nel Cantone dell’Una Sana, e qui, attraverso i suoi poster, ha raccontato l’orrore della Rotta Balcanica.  I quattro poster realizzati raffigurano un uomo di spalle con la schiena sfregiata dalle botte della polizia di frontiera, le cui cicatrici formano le lettere EU; un bambino con le lacrime congelate; una donna che chiede aiuto al Presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen che però sembra non ascoltare; una bambina che salta una corda di filo spinato. L’intervento di Laika è un chiaro un monito all’Unione Europea, cui l’artista chiede di accogliere queste persone e garantire loro condizioni di vita umane, e di punire la violenza che viene consumata in questi luoghi. “Noi cittadini europei non possiamo accettare che questa violazione dei diritti umani accada deliberatamente”, spiega Laika. “Lasciar che ciò accada significa essere complici di una violenza che non appartiene ai VALORI COMUNITARI. Una forte presa di posizione farebbe guarire quelle dolorose cicatrici. A rimanere in silenzio, invece, si diventa complici”.

– Desirée Maida

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Desirée Maida

Desirée Maida

Desirée Maida (Palermo, 1985) ha studiato presso l’Università degli Studi di Palermo, dove nel 2012 ha conseguito la laurea specialistica in Storia dell’Arte. Palermitana doc, appassionata di alchimia e cultura giapponese, approda al mondo dell’arte contemporanea dopo aver condotto studi…

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