La vicenda di Martin Parr, antropologo della fotografia

Ripercorriamo alcuni momenti in compagnia di Martin Parr, morto lo scorso 6 dicembre. Dalla sua partecipazione alla Settimana della Fotografia Europea alla sua passione per i libri

Parlare del lavoro di Martin Parr riassumendolo in un articolo è cosa impossibile. Geniale, ironico, profondo, in anticipo sui tempi, tante le definizioni che si possono dare di lui e del suo lavoro. Inizia a utilizzare la macchina fotografica a nemmeno vent’anni, quando fotografa la condizione degli ospedali psichiatrici inglesi e poi Bad weather e ancora le stupende immagini sui birdwatchers. Tutto in bianco e nero, come altri suoi lavori della prima parte degli Anni Settanta, che sembrano richiamare certo cinema di Ken Loach. Le sue foto più note al grande pubblico sono, però, a colori. Il suo è stato uno sguardo ironico e critico sul consumismo, il kitsch e il turismo di massa. Si è preso gioco dei vizi di una società sempre più superficiale. Le sue foto dai colori saturi, in cui l’uso del flash ha sottolineato l’aspetto grottesco dei fenomeni sociali, politici, sono immediatamente riconoscibili. Ha realizzato moltissimi libri sul suo lavoro, alcuni anche in basse tirature, pensati per i collezionisti. Dal 2004, insieme a Gerry Badger ha dato vita a tre volumi sulla storia dei libri fotografici, The Photobook: A History, un’opera imprescindibile per chiunque si occupi di questo ambito.  

Martin Parr. Un ricordo personale 

L’ho incrociato l’ultima volta un paio di anni fa a Paris Photo. Aveva le stampelle, non sapevo che fosse già malato e l’ho trovato diverso da come lo avevo conosciuto.  
La nostra conoscenza risale a una ventina di anni fa, lo incontrai a Venezia perché un gallerista voleva fargli una mostra personale che poi non è andata in porto. E non per colpa di Parr. Abbiamo passato un paio d’ore seduti al Caffè Florian. Poi ci siamo salutati e con lo sguardo l’ho seguito, si era mescolato ai turisti. Li osservava attentamente, in realtà era un antropologo che documentava le sue ricerche con la fotografia.  

Martin Parr _ Magnum Photos_GB. England. Bristol. Fashion Accessories 2005_Snack It!_Matino
Martin Parr, Magnum Photos GB. England. Bristol. Fashion Accessories 2005, Snack It!_Matino

Reggio Emilia con gli occhi di Martin Parr 

Quando mi è stato chiesto di dirigere la prima edizione di Fotografia Europea a Reggio Emilia, nel 2006, fra i fotografi da invitare ho pensato a lui. Martin ha accettato ed è venuto per qualche giorno nel capoluogo reggiano. Ha realizzato un lavoro sulla gente, mani guantate di azzurro che affettavano mortadelle, bambini in carrozzina vestiti come principi reali, dettagli di occhiali femminili tempestati di brillantini. Era colpito da un certo benessere kitsch che furoreggiava nella provincia italiana. Abbiamo deciso di esporre il suo lavoro a Palazzo Busetti, un luogo decadente in cui le foto di Parr erano perfette.  
Il mio progetto per la Settimana della Fotografia Europea sarà presentato in un montaggio d’immagini che ho scattato, nei bar e alle persone in strada, al cibo, ai negozi, al carnevale. Il filo conduttore di questo progetto è incentrato sulla raccolta di alcuni elementi che ritengo rappresentativi in particolare di Reggio Emilia e in generale dell’Italia, e ne farò appunto un montaggio, un collage. Reggio Emilia mi sembra la tipica cittadina italiana, con un centro storico molto definito, un elemento che trovi in qualsiasi città di questo Paese e che è un segno distintivo dell’Italia. Reggio Emilia è una città piacevole, le persone sono molto aperte, il cibo è buono… che cosa puoi desiderare di più?”, scriveva Martin di quella esperienza.  

Martin Parr e i suoi libri 

Nel 2007 ero in Inghilterra e sono andata a trovarlo nella sua casa a Bristol, era una giornata di pioggia battente. Sembrava di essere in uno dei suoi primi lavori. La sua casa lunga e stretta, su più piani, era tipicamente inglese. Dopo avere guardato delle teche piene di oggetti kitsch raccolti con sistematica sapienza, Parr mi ha portato nella mansarda. La persona che mi accompagnava, sua moglie e il suo buffo cagnolino sono rimasti in cucina, dove era stata aperta una bottiglia di vino.  
Le strette scale ci hanno condotto in un ambiente foderato di libri. Sapeva della mia passione smodata per quegli oggetti. Ci siamo messi seduti per terra. Martin mi mostrava i libri, in particolare di ambito italiano e io guardavo ammirata.  
È l’immagine di Martin che mi accompagnerà, appassionato collezionista, sempre a caccia del libro mancante, mentre a gattoni si muoveva da una libreria all’altra. In un attimo eravamo tornati bambini. 
 
Angela Madesani  

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Angela Madesani

Angela Madesani

Storica dell’arte e curatrice indipendente, è autrice, fra le altre cose, del volume “Le icone fluttuanti. Storia del cinema d’artista e della videoarte in Italia”, di “Storia della fotografia” per i tipi di Bruno Mondadori e di “Le intelligenze dell’arte”…

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