A Udine una grande retrospettiva di Guido Guidi: fotografo in dialogo con l’architettura
La mostra presso Casa Cavazzini ricostruisce il percorso artistico del fotografo romagnolo, partendo dal suo archivio privato a Ronta, in provincia di Firenze, aperto ai giovani autori. Fino al suo dialogo con l'architettura d'autore, in particolare con l'opera di Carlo Scarpa
La ricerca di Guido Guidi (Cesena, 1941) ha profondamente rivoluzionato il rapporto con il paesaggio e l’architettura, ponendo costantemente al centro l’atto del vedere e lo scorrere del tempo. Parte da questo assunto l’ampia retrospettiva Guido Guidi. Col tempo, 1956-2024, dedicata a uno dei protagonisti assoluti della fotografia italiana e internazionale. In corso fino al 6 gennaio 2026 è allestita a Udine, presso Casa Cavazzini – Museo di Arte Moderna e Contemporanea ed è prodotta dal MAXXI Museo nazionale delle arti del XXI Secolo in collaborazione con i Civici Musei del Comune di Udine e l’Archivio Guido Guidi.
1 / 7
2 / 7
3 / 7
4 / 7
5 / 7
6 / 7
7 / 7
La mostra parte dall’archivio privato di Guido Guidi a Ronta
Curata da Simona Antonacci, Pippo Ciorra e Antonello Frongia, la mostra ricostruisce il percorso artistico di Guidi partendo dal suo archivio privato a Ronta. Questo luogo intimo è al contempo studio, casa e “officina” per i giovani autori, e costituisce un punto d’accesso privilegiato per comprendere a fondo la sua “teoria” della visione.

L’allestimento della mostra di Guidi a Casa Cavazzini a Udine
Il percorso espositivo si articola in modo cronologico e tematico, sviluppandosi attraverso oltre 350 stampe fotografiche organizzate in 34 sequenze e una ricca selezione di materiali d’archivio esposti in teche tematiche. L’allestimento ripercorre le prime sperimentazioni in bianco e nero degli Anni Sessanta fino all’introduzione del medio/grande formato a colori negli Anni Ottanta.

Guido Guidi in dialogo con l’architettura d’autore
Un’area specifica è dedicata all’intenso dialogo di Guidi con l’architettura d’autore, in particolare con l’opera di Carlo Scarpa: la sua documentazione della Tomba Brion, per esempio, rivela la straordinaria capacità del fotografo di cogliere le configurazioni di materia e luce inedite. L’attenzione al linguaggio prosegue poi nelle serie più recenti, tra cui Raccolta indifferenziata e In archivio (2024), quest’ultima commissionata direttamente dal MAXXI.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati