Il tocco della pelle. Torbjørn Rødland a Milano

Osservatorio Prada, Milano ‒ fino al 20 agosto 2018. Negli spazi mirabolanti dell’Osservatorio Prada, una quarantina di lavori del fotografo e regista norvegese chiama in causa un’esigua parte della sua produzione. Nonostante venga dedicata una project room alla proiezione di tre video, realizzati fra il 1999 e il 2016.

Torbjørn Rødland: The Touch That Made You si presenta senza veli, eppure con molti nascondimenti, molte esclusioni, sulle vette dell’Osservatorio Prada, in Galleria Vittorio Emanuele II. La mostra monografica prende avvio da un progetto concepito e presentato alcuni mesi fa da Serpentine Galleries a Londra, a cura di Hans Ulrich Obrist e Amira Gad.  Per chi non conoscesse il percorso nella fotografia analogica di Torbjørn Rødland (Stavanger, 1970), The Touch That Made You risulta un vero e proprio percorso di esplorazione e avvicinamento. La pasta luminosa della pelle, della superficie di ciascun soggetto, sembra passare da foto a foto, trasformata e allo stesso tempo immutabile, fissata da inquadrature ambiguamente innocenti, scontornate da ombre sottilissime.

SPOSTAMENTI E PROFONDITÀ

Inoltre, creare un labirinto allestitivo grezzo, che sospinga il percorso stesso alla ricerca di un visitatore ideale, fa sì che un lavoro come Drunken Man (2014-15), debba – o possa ‒risultare spostato rispetto al camminamento proposto, non in perfetta vista come accade, al contrario, per First Adduction Attempt (2014-16) o per la spiazzante, delicata The Photograher (2015). Nonostante i quaranta lavori scelti da Hans Ulrich Obrist e Amira Gad riescano a far emergere, con decisione, accensioni e spegnimenti intrinsechi allo sguardo perforatore di Rødland, la selezione delle fotografie si sofferma con poca profondità sulle prime serie comprendenti fotografie quali Nudist no 6 (1999) oppure Black Tape (2003). Al contrario i due curatori preferiscono ‒ con voluta indifferenza ‒ passare dallo still life al ritratto di lavori più feticisti, ostentatamente perturbanti ed educati all’impostazione compositiva, quali: Pump (2008-10) o Candles and Cubes (2016), senza escludere Midlife Dilemma (2015) o Comb Over (2015-16).

Torbjørn Rødland. The Touch That Made You. Exhibition view at Fondazione Prada Osservatorio, Milano 2018. Courtesy Fondazione Prada. Photo Andrea Rossetti. I Am Linkola, 2007

Torbjørn Rødland. The Touch That Made You. Exhibition view at Fondazione Prada Osservatorio, Milano 2018. Courtesy Fondazione Prada. Photo Andrea Rossetti. I Am Linkola, 2007

INQUIETUDINI E INQUADRATURE

La spinta trattenuta dello sguardo, di fronte al punto di vista perfetto, così come l’ossessione per la noia dell’attesa ‒ caratteristiche dello scatto in analogico ‒ si percepiscono, per uno strano gioco delle sorti, con estrema fisicità nell’immagine in movimento, lasciata libera di scorrere all’interno della project room finale. Piccola enclave a fine percorso, dove The Touch That Made You dilata il tempo di ogni precedente fotografia esposta, immergendo lunghi fotogrammi incisi da paesaggi potenti in territori dell’inquietudine, descritti con infinite inquadrature da: The Exorcism of Mother Teresa (2004), Heart All This & Dogg (2004) e I Am Linkola (2007).

Ginevra Bria

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Ginevra Bria

Ginevra Bria è critico d’arte e curatore di Isisuf – Istituto Internazionale di Studi sul Futurismo di Milano. È specializzata in arte contemporanea latinoamericana.

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